Mi piace il mare. A piccole dosi, ovvio, soprattutto quando si alternano Caronte e altri demoni infuocati. Abbiate pazienza con me: da casa in trenta minuti salgo ai 2400 metri del Colle del Gran san Bernardo e alla sua temperatura media di 15 gradi, immaginatevi come dormo con le finestre spalancate e 30 gradi in camera nel cuore della notte…
Di questi giorni voglio condividere con voi tre piccoli segni.
Il primo, come già fatto lo scorso anno, è lo stupore nel vedere i tanti che, continuamente, con gentilezza, si avvicinano alla sdraio per vendere, nell’ordine: teli bagno, borse tarocche, occhiali, aquiloni, gioielli, costumi e altre mercanzie. Devo dire che dagli anni ’90 le cose si sono evolute in meglio: ricordate i “marocchini” onnipresenti? Ora il mondo è molto più vario: senegalesi e nigeriani, indiani, pachistani, cinesi… Mi ha colpito, in particolare, la scena di una delle poche donne ambulanti presenti, una cubana che vendeva vestitini. Sulle spalle, a tracolla, portava con sé una bellissima bimba di sei mesi. Avreste dovuto vedere la gara di solidarietà fra le donne presenti, tutte intente a sbaciucchiarsi la bimba mentre sceglievano qualche foulard. Ho sorriso e benedetto l’umanità che ancora emerge fra le nostre pieghe inaridite…
La seconda considerazione è stata oggetto di una lunga disputa teologica con Jakob.
Dovete sapere che il rampollo, appena giunge in spiaggia, si precipita sulla battigia e in acqua, nonostante gli imperiosi e inascoltati ordini dei genitori. L’unico modo per trattenerlo fuori dall’acqua è quello di costruire un castello. E qui sopraggiunge il genitore architetto che, munito dell’occorrente (due palette, un secchiello, diverse formine, un cazzuolina) presiede i lavori. Che dire… modestia a parte siamo riusciti a costruire fior di castelli medievali comprensivi di mura, fossati, garritte ed altro: una meraviglia che rende sempre fiero il mio ometto (e il suo papà). Senonché le opere di alta ingegneria sopravvivono al massimo qualche ora: poi, sempre, qualche ragazzino dispettoso rade al suolo il capolavoro con grande disappunto dell’erede (e del sottoscritto). Da qui la grande disputa teologica: perché l’essere umano sente il bisogno impellente di distruggere?
Infine una segnalazione bibliografica: nei rari momenti di quiete spiaggesca ho letto, nell’ordine: l’ultimo romanzo di Montalbano (li ho letti tutti), un tomone di apologetica (scarsino e troppo polemico, bocciato a parte qualche nota da riprendere e approfondire con calma), una biografia su Lutero visto che parto in Germania e devo rispolverare gli studi e un libro straordinario di Costanza Miriano, dal titolo birichino di “Sposati e sii sottomessa”. Mi avevano già segnalato il testo che consiglio vivamente: penna vivace e colta, Costanza racconta dal suo punto di vista femminile alcune riflessioni sul matrimonio lei, con quattro figli quattro e un lavoro da giornalista. Mi ha fatto bene al cuore e lo consiglio solo alle “donne senza paura” come specifica il sottotitolo.
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