No, nulla a che vedere con la fortunata serie televisiva di qualche anno fa, né con ospedali ed urgenze varie.
ER sta per Estate Ragazzi, o Oratorio estivo e Grest o come volete voi. Lo scorso anno Jak è stato invitato da un compagno di classe a partecipare ad una settimana. All’inizio ho tentennato, visto che si trattava di una parrocchia in cui avevo prestato servizio. In realtà le cose erano andate a meraviglia e, quindi, si replica. Ma, questa volta, ho deciso di regalare un po’ di tempo per dare una mano.
Mi hanno dato una maglietta con scritto “Security”, dovrei essere un body guard, verificare che nessuno entri nello spazio dei ragazzi, o che qualcuno si allontani. Con me altri dieci adulti. Il clima è festoso: i ragazzi hanno tutti la maglietta azzurra, verde gli animatori, blu le catechiste, gialle i ragazzini delle medie che stanno imparando a fare gli animatori. Si parte, solito schema: canti, bans’s, giochi, attività, laboratori, preghiera… Il tempo passa veloce, noi adulti ci diamo da fare: il tavolo per la merenda, l’acqua nelle bottiglie riciclate, qualche rimbrotto da fare ai più indisciplinati.
Don Nic sovrintende e coordina: invidio la sua energia, io non ce la farei più.
Sorrido, mentre vedo i ragazzi correre e urlare, una nonna che mi ha riconosciuto viene ad abbracciarmi con calore. Alcuni di questi ragazzi li ho battezzati io, mille anni fa. Mi dicono che qualche vicino si lamenta del rumore, che ha pure mandato i carabinieri che hanno chiesto scusa per l’intromissione.
Giornata faticosa, tutti sporchissimi e felici. Il campetto della parrocchia si svuota.
Mi ha fatto proprio bene questo ritorno al passato, penso alle centinaia di parrocchie che, ogni estate, mobilitano migliaia di adulti e adolescenti per inventarsi qualcosa. Benedetta Chiesa che ancora si sa arrangiare, che cresce in mezzo alle case e ai condomini, che sa ancora coniugare le parole “gratuità” e servizio!
Forse ER ha a che fare con il Pronto Soccorso, in effetti: anche Estate Ragazzi guarisce la nostra modernità dall’egoismo e dalla solitudine…
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