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La quaresima ci è data per fare il punto della situazione riguardo alla nostra fede. quaranta giorni in cui, come il Signore Gesù, cerchiamo di fare un po’ di deserto intorno a noi per capire se e come andare avanti nel percorso di fede. Un tempo in cui ascoltare l’invito pressante che Gesù rivolge ai suoi concittadini: convertitevi e credete al Vangelo.

La conversione, di solito, avviene in due modi: istantaneamente, a seguito di un evento particolare, un pellegrinaggio, un ritiro, una confessione e diluita nel tempo, con costanza negli anni. Chi studia questo fenomeno ci dice che l’adolescenza resta il momento privilegiato per incontrare Dio. Fa sorridere: noi adulti consideriamo l’adolescenza una quasi malattia, Dio, invece, sapendo che è un’età spalancata alla vita, si fa sentire. Ma non rischia di essere una delle tanti emozioni vissute a quell’età? Certo, il rischio esiste. Eppure la conversione passa anche dall’emozione e la verifica di quanto abbiamo vissuto sta nel confrontarci dopo decenni: crediamo ancora in Dio? E nei momenti di buio, di dubbio, ci riportiamo con la mente a quegli eventi? Dico sempre a chi mi chiede consiglio: segui il tuo istinto. La fede si nutre di ragionevolezza e di Parola, di preghiera e di comunità, di sacramenti e di azioni. Non basta un evento forte per convertirci ma la conversione si misura giorno per giorno lungo tutta la vita.

A volte la vita di fede non procede come avremmo pensato e desiderato (non ditelo a me!) ma il Signore sa condurci ai pascoli erbosi come egli desidera, se lo desideriamo. Da questo punto di vista, l’unico rischio della preghiera è che DIo ci ascolti e faccia veramente la sua volontà.

In queste settimane rinvigoriamo la nostra ricerca di Dio. Lo abbiamo già trovato, meglio, ci ha già trovato, ma sappiamo quanto ancora ci manca della sua conoscenza. La fede è sempre un “già e non ancora”.

Foto di Martina Egli

21 Comments

  • Costanza, 20 Marzo 2012 @ 08:38 Reply

    “Mi hai sedotto, Signore,
    e mi lasciai sedurre
    da quando appresi il tuo nome
    balbettato in famiglia.
    Mi hai sedotto, Signore,
    e mi lascia sedurre
    in ogni nuova chiamata
    che l’alto mare mi portava.
    Mi hai sedotto, Signore,
    e mi lasciai sedurre
    fino al termine della sera,
    fino alla soglia della morte.
    Mi hai sedotto, Signore,
    e mi lasciai sedurre
    in ogni volto di povero
    che mi gridava il tuo Volto.
    Mi hai sedotto, Signore,
    e mi lasciai sedurre,
    e nella impari lotta
    mi hai chiamato, SIgnore,
    ed e’ ben tua la vittoria.
    Mi hai sedotto, SIgnore,
    in un impari scambio
    e la vittoria e’ ben nostra.”
    Pedro Casaldaliga

  • fabiana, 20 Marzo 2012 @ 15:43 Reply

    Io, (!)
    ero un’adolescente e …
    caspita! Se l’ho preso sul serio!!!
    Sentimento, sì di certo, ma se cambia la vita
    come l’ha cambiata a me,
    è vero. 🙂
    Grazie Paolo.

  • Molly, 20 Marzo 2012 @ 16:18 Reply

    confermo… quella cosa dell’adolescenza…. la confermo in pieno… ve lo avro’ gia’ raccontato ma ero al secondo anno di catechismo per la cresima… la catechista era “pallossissimaaaa” (scusate ma solo questa parola rende la situazione ) mi dissi: o si fa sul serio o qui andiamo via da sto catechismo inutile!!! poi ad un ritiro come un colpo di fulmine mi innamorai del Signore: mi ricordo ancora la data 10 marzo! ero ranicchiata ai piedi di una statua della Vergine Maria dalle Piccole Sorelle di Gesu’ zona tre fontane… ancora oggi per me il 10 marzo e’ un giorno speciale … io e Gesu’ troppo bello! ecco la prima conversione la chiamo della conoscenza perche’ da li non mi fermai mai piu’ nel cercare Lui, il mio Signore…. oggi la conversione che cerco e’ dalla mia durezza di cuore che nonostante le coccole del mio Singore si e’ insinuata in me e come un cancro non mi molla …. ma per fortuna Lui sa bene cosa voglio, cosa cerco e cosa c’e’ nel cuore … per il resto aspetto la Pasqua come giorno di festa infinita!

  • fabiana, 20 Marzo 2012 @ 20:06 Reply

    Per me era il 9 di aprile 🙂
    Giorno in cui festeggio sempre l’inizio della mia conversione.

    • Daniela, 2 Aprile 2012 @ 09:51 Reply

      Per me l’11 dicembre verso le sei di sera, al ritorno da una giornata in Università ad Urbino, nel bel mezzo di una vita qualunque…e ogni volta che ci penso vado con la mente a Giovanni l’Apostolo che, ormai vecchio, ricorda ancora ed annota sul suo Vangelo che, quando incontro Gesù e lo seguì, “erano circa la quattro del pomeriggio”.
      Certi incontro non si dimeticano…certi incontri durano tutta la vita!

  • Fabio Bernardini, 20 Marzo 2012 @ 21:29 Reply

    Nella mia adolescenza sicuramente no, ero preso da mille altre cose, credevo che Dio forse c’era, ci aveva detto come vivere. Ma la vita, i fallimenti i successi dipendevano quasi esclusivamente da noi. Al massimo potevo ammettere la fortuna. Insomma un perfetto agnostico.

    Ci sono volutiele prime delusioni, la solidudine, insomma i veri schiaffi che la vita e solo lei sa darti, per cominciare a farmi dubitare.
    E allora ho iniziato a cercare, e ho trovato prima mia moglie che mi ha spiegato in maniera incontrovertibile che credere in Gesù non era una cosa da sfigati, poi c’è stato Paolo con gli incontri alla Villa del Seminario ed il suo “Gesù Uomo Perfetto”, quindi gli scritti di questo tenerissimo Papa che amo da impazzire.

    E adesso c’è ancora tanto da fare….

  • michaela, 21 Marzo 2012 @ 00:30 Reply

    Dalle Confessioni di Sant’Agostino:

    Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto. Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa.

    Era un’altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l’olio che galleggia sull’acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce. O eterna verità e vera carità e cara eternità!

    Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce dall’alto che diceva: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”.

  • Anna (da Nicodemo), 21 Marzo 2012 @ 10:37 Reply

    Credo che la vera conversione abbia solo un inizio, come un velo che cade dagli occhi e dal cuore, ma non ha mai una fine.
    O almeno una fine (brutta) ce l’ha quando si asserisce di essersi stati convertiti.

    Credo che la conversione sia come un piccolo seme che afoonda le sue radici, e le affonda e ancora affonda perchè il “sotto” che sta in noi è veramente profondo e sconosciuto, molto di più di quello che sta sopra e si vede e gli altri vedono.

    Insomma con più ci si sente dei convertiti con più ci si sente lontani dalla conversione.

    Il tempo dell’adolescenza è tempo della semina, tempo di quel seme minuscolo che senza che nessuno se ne accorga lavora e lavora e lavora … Ma il suo lavoro si vedrà molto più tardi.

    E’ un dono la conversione … è un dono che non dipende da noi, non totalmente almeno.

  • Stefano (Perugia), 21 Marzo 2012 @ 16:12 Reply

    Dio dove sei?

    È questa la domanda che accompagna il mio tempo di Quaresima e ne è quasi una costante. La sento riaffiorare sulle labbra di chi mi sta intorno e nei tanti racconti di violenza, malattia e dolore che si sentono in giro. Ma, soprattutto, quando ci vanno di mezzo i bambini, vittime di violenze inaudite o di un destino crudele che li falcidia – come recentemente è accaduto in Svizzera – in spaventosi incidenti stradali. La sento, allora, uscire dalle labbra di tante persone, detta con accenti diversi: alcune volte è un interrogativo, più spesso un’esclamazione che contiene già in sé una desolante risposta.

    A chi, come me, si compiace di poter indicare una data precisa tra un prima ed un dopo nel proprio rapporto con Dio e descrive se stesso come un convertito, quella domanda quasi ferisce le orecchie. Mi trovo a disagio con chi la pone, quasi fosse una blasfema bestemmia quando proviene da un seguace di Cristo, un convertito, appunto. Quel dubbio diviene per me il parametro ed il grado del mio rinnovamento spirituale quasi che la Fede si misurasse dal suo esserci oppure no. E che diamine! – penso – bisogna essere coerenti con le proprie maturate convinzioni e non porre tutto quanto in dubbio ogni qual volta capiti qualcosa di brutto!

    Eppure quella domanda sta lì, presente.

    La mia vita da convertito è semplice e lineare, senza eccessivi sussulti. Sì, magari capita qualche intensa esperienza spirituale, di quelle che ti infondono nell’anima una gioia infinita e ti fanno esclamare: “che pazzo che sono stato a non credere!”. Poi quella letizia, poco a poco, si stempera e la tua conversione prende una strada tranquilla: la messa la domenica, i momenti sempre più brevi di preghiera nella giornata convulsa, qualche buon libro di spiritualità e la certezza granitica di credere in Lui.

    Eppure quella domanda sta lì, presente, ed infastidisce. Ormai non mi appartiene più, non può! Io sono un convertito! Mi sembrerebbe di tornare indietro a quel prima, quando quasi non avevo nessun rapporto con il Signore! Allora, cioè prima, quel dubbio neppure mi riguardava.

    Già, adesso la mia vita è felice grazie a Maria Chiara ed ai bimbi. È facile essere coerenti quando non si hanno nubi all’orizzonte. È proprio oggi, in questa mia situazione di quieto credente, che guardo quasi con fastidio chi pone questa domanda perché la mia superbia mi vorrebbe un passo avanti. Io, per coerenza, dovrei aver risolto definitivamente quel dilemma! Ma forse non è così…

    Dio dove sei?

    Ci penso molto, in questi giorni. Con sconcerto ed amarezza mi accorgo che questa domanda fa ancora parte del mio io più profondo. Sta lì, sopita, pronta a riemergere. È una spada di Damocle che pende sopra la mia testa, pronta a colpirla in qualsiasi momento. Ho sempre pensato che la mia conversione volesse dire, prima di tutto, avere fiducia nel Signore. Fidarsi senza riserve. Ma forse io non sono capace di un amore così incondizionato verso di Lui. Ciò che accade intorno a me sembra, a volte, contraddire la Sua presenza e ciò è difficile da accettare. Mi rendo conto che avrei bisogno, come altri, di rassicurazioni e che quel cambiamento di rotta verso il Padre non mi ha portato alla Fede che vorrei avere. In questi giorni sto costatando quanto io sia turbato da quella domanda: in verità è anche la mia!

    Riflettendo, la risposta riuscirei di certo a trovarla nel Suo miglior Testimone: Cristo. È nella Sua vita terrena e nella Sua predicazione che posso scovare le orme da seguire per arrivare al Padre. Il fatto è che più vado avanti più sono convinto che quella domanda, paradossalmente, sia parte di una Fede, sì umana e traballante, ma anche reale e concreta. Il chinare il capo è segno solo di sudditanza, non di un rapporto libero. Credo, invece, che il Padre mi chiami ad avere un dialogo aperto e schietto con Lui. In un colloquio, parte di un vero rapporto a due, c’è tutto lo spazio anche per domande dure ma pur sempre sincere. Chiedere conto è semplicemente il voler capire. Sono portato a pensare che conosce Dio chi interroga e protesta, piuttosto che chi supinamente accetta tutto sospirando. Certo, è più comodo e tranquillizzante accontentarsi di un rapporto superficiale, senza porsi troppi se o però. Ma quella non è conversione quanto piuttosto una tregua che ogni piccola incrinatura può mettere in discussione.

    Amaramente comprendo che una conversione che non accetta quella domanda non può che portare ad un binario morto. Forse non sto più veramente cercando Dio ma mi sono semplicemente rassegnato ad un torpore frutto solo della paura di mettermi in discussione come credente. Non rischiando, però, non otterrò mai nulla!

    Forse oggi la domanda più impellente a cui rispondere è da rivolgere proprio a me stesso: uomo dove sei?

  • michaela, 21 Marzo 2012 @ 17:46 Reply

    Uomo dove sei?

    Si, anch’io molte volte ho sentito dire: “Dio dove sei?”

    E io, certa della mia Fede, non capivo perchè veniva posta questa domanda!

    Con questo tuo ultimo interrogativo che ho riportato a margine, Stefano, si è aperto uno spiraglio: noi uomini chiediamo a Dio “Dove sei?”Mentre Lui è sempre lì presente accanto a noi, ma noi purtroppo non ce ne accorgiamo neppure.

    E non abbiamo mai pensato che i veri assenti siamo noi ed è Dio che chiede a noi: “Uomo dove sei?”

    E ci lasciamo sopraffare da quello che potrebbe sembrare un silenzio, che poi silenzio non è, perchè basta davvero un pò di silenzio in noi per sentire che Dio c’è; e c’è sempre! Basta creare quel pò di silenzio per ascoltare ciò che Dio ha da dirci.

  • Anna (da Nicodemo), 21 Marzo 2012 @ 18:18 Reply

    Ohhh … lo sconcerto di quella domanda è terribile quando a porla è gente di Fede certa, brava e buona gente che spesso ha accompagnato altri verso la luce quando si sono trovati in quei tunnel di tenebra che parevano mai finire.

    Ci sono momenti in cui questa domanda colpisce coloro che credono di più e che hanno testimoniato di più: è la stessa domanda di Gesù.

    Non ci sono risposte teoretiche o risposte piene di fervore, ma solo preghiere accorate ed appassionate di chi ascolta con un “Signore, aiutalo/a”.

    E poi … noi non sappiamo dove sia Dio, basta un attimo di dolore intenso e non lo sappiamo più.
    Ammetterlo è pura e seplice conversione; pensare di poter rispondere sempre temo proprio sia peccato di superbia …

    E’ la domanda di Giobbe, urlata e pianta a cui hanno risposto malamente gli amici … convertiti.

    Forse sarebbe meglio schieraci dalla parte di Nicodemo per le risposte e nei panni di Pietro per la domanda …

    Forse avremmo più cuore, d’altra parte conoscere i propri limiti è una scuola eccezionale per la Carità, per l’Umiltà, per dare Speranza nella testimonianza che – credo proprio – debba iniziare dall’essere autenticamente umani.

  • Vera, 21 Marzo 2012 @ 19:45 Reply

    Quaresima: il punto della situazione! Bello!

    Paolo tu dici: “… per capire se e come andare avanti nel percorso di fede… ”
    Io sono perfettamente d’accordo, sia sul “se” che sul “come”!
    Perche’ certe volte non e’ scontato continuare a volersi convertire!.. capita che ogni tanto per stanchezza o scoraggiamento, o forse nella (vana) speranza di rendersi la vita un po’ piu’ semplice …. si desideri (e si preferirebbe) fermarsi, voltarsi indietro, essere altro che cristiani. Capita. Si’.
    Allora la quaresima e’ importante per capire se e come si vuole andare, e dove e con chi si sta andando. La quaresima come una pausa caffe’ tra amici, noi e Dio, come una corsia laterale, per metterci gli occhiali e leggere meglio la cartina stradale che ci guida. Per ritrovare il cammino, la Via, tra i mille incroci della vita. Per vedere a che pagina del libro della nostra vita siamo arrivati e se occorre rileggere qualcosa per capirla meglio o diversamente… o provare a riscrivere altre cose ancora… si’, quaresima come l’occasione per una rilettura/riscrittura/reinterpretazione della nostra vita nel confronto continuo con la Parola (e la sua luce) sullo sfondo di orizzonti di senso diversi dai nostri.

    E sono d’accordo pure sul:
    “…segui il tuo istinto…..” ecc., perche’ e’ quello che faccio da sempre! Sistematica.
    Birichino il mio istinto. Mi trascina dove vuole e io ci vado affidandomi a Dio. E portando con me il bagaglio leggero ed essenziale di cui ci parli: Parola preghiera sacramenti azioni comunita’. E ragionevolezza. (e pure un po’ di follia!)

    Ed e’ vero pero’ che ci sono anche altri modi per giungere alla (consapevolezza della) fede. Io da sempre nella vigna lo so.
    Basta nascere e crescere cristiani. E scoprire ogni giorno un pezzetto, di se’, in piu’.

    Ieri, tornando a casa in taxi dopo una dura giornata di lavoro, mentre la mia grande citta’ mi scorreva davanti agli occhi – estranea e familiare allo stesso tempo – pensavo alla fede.
    L’atmosfera era perfetta. Pure la temperatura. Ed ero perfetta pure io, estraniata stanca e pronta a puntino alle riflessioni piu’ spregiudicate.
    E mi dicevo appunto che la fede e’ per me una complessa faccenda di adattamento, di interpretazione, di atteggiamento nei confronti delle variegate vicende della mia/nostra vita.
    Adattamento a cio’ che impariamo di noi e di Dio procedendo nei discorsi tra noi e Dio.
    Nella vita a due con Lui.
    Adattamento alle croci/situazioni su cui dormiamo, come su un letto scomodo.
    (E alle risurrezioni/risvegli che attendiamo).
    Atteggiamento che guarda i bicchieri a vari livelli di riempimento, e che ragiona in termini di giorni piu’ o meno “si’” o “no”.
    Interpretazione della vita vista da altezze, da anni e da (nodi diversi di) connessioni diverse.
    Con parole piu’ piane: basta salire piu’ in alto, (si’ lassu’, nei cieli del Padre nostro!) e guardare piu’ anni della nostra vita vita (e delle vite intorno a noi) tutti insieme, o piu’ fatti (della notra vita) tutti insieme… e le prospettive, la fiducia, l’atteggiamento, la capacita’ di adattarsi cambiano, eccome se cambiano!!! E la fede fiorisce come oggi a primavera! E la lode si scioglie come nei ruscelli a primavera. E ci riuniamo tutti noi gocce scendendo acque libere verso il mare … irragando la terra mentre scorriamo (quella stessa terra su cui sono piantati i semi!)

    Sempre se abbiamo deciso che ne vale la pena!, se rientriamo in quei casi di cui Paolo ci parla, di persone che credono e dicono di aver avuto un incontro con Dio da qualche parte, in qualche tempo. “Dicono”, perche’ non si tocca la fede, non si misura con cm o litri o chilogrammi. Non si ingabbia in contenitori che le danno forma definitiva!
    Forse si intuisce dalle opere ! ma e’ un altro discorso…
    Ma non si valuta dagli entusiasmi ingiustificati che suonano falsi… mentre penzolano crocefissi dai nostri colli o dai nostri orecchini! la fede e’ fatica delle piccole cose! sono gli anni lunghi di sgabelli e poi di annuncio e poi di Gerusalemme.
    Camminando sulle orme di Gesu’, giogo soave via stretta ma dolce.
    La fede non e’ dimostrabile con una ricevuta di pagamento o una tessera di iscrizione.
    Non si trova sugli scaffali affollati di un supermercato. Niente code o resse per averla.
    Ne’ prenotazioni. E’ gratis. E’ per tutti. E’ incolore… inodore, ma riempie la vita di profumi e di gusto! E di senso.

    Certo e’ che la fede e’ una rivoluzione-interiore-continua (fra Re e Pianeti nel nostro universo privato) per spodestare la dittatura dispotica del nostro Se’ e per rimettere al centro della nostra vita il nostro unico sole. Dio.

    E pure sono d’accordo con te Paolo quando affermi che:
    “A volte la vita di fede non procede come avremmo pensato e desiderato…”
    Anche io posso dire, dentro e fuori le parentesi, “non ditelo a me”! Mentre cammino su pascoli che non avrei scelto per me nemmeno a 16 anni (piena io allora di vita e di follia!) Ma trovo acqua e cibo e ristoro… In attesa che mi accada il rischio di essere pienamente immersa nella Sua piena volonta’. Se Lui vuole, se io lo voglio abbastanza da ottenerlo.
    😉

    Grazie Paolo infine, per quello che dici sull’adolescenza: proponi speranza per un’adolescenza che mi appresto a vivere di riflesso. E mi piace.

  • Vera, 21 Marzo 2012 @ 19:58 Reply

    cari amici del Blog, come forse gia’ molti sappiamo, da domani Paolo e altri pellegrini saranno, con Zaccheo, in viaggio…

    …. “in Giordania-Israele/Palestina
    Secondo livello
    Figlio del popolo della promessa, Gesù Rivelatore del Padre
    22/29 marzo 2012.”

    accompagniamoli con la nostra preghiera!

  • michaela, 21 Marzo 2012 @ 21:31 Reply

    Buon Viaggio Paolo! Và e porta buoni frutti di Conversione e di Santità!

    Noi ti saremo vicini con la nostra Preghiera!

    In Cristo Gesù, nostro SIgnore, michaela.

  • elio, 23 Marzo 2012 @ 03:16 Reply

    I n amore esisto due modalità di approccio, il colpo di fulmine o la spiccata simpatia dell’inizio,la condivisione di interessi comuni il fiorire dell’innamoramento e così via. Queste sostanzialmente le due strade maestre attraverso le quali igli umani si incontrano (si scontrano) si scelgono. Con Gesù è lo stesso anche se manca un fattore decisamente importante la fisicità. Ma chi si innamora di Cristo con consapevolezza e profondità ha superato la fragilità e la caducità del corpo umano perchè in questa intima unione che si cerca dell’amato rende il corpo un mezzo in più per gratificare l’amato. Personalmente sono convinto che l’amore per il divino passi non necessariamente ma spesso attraverso un’esperienza d’amore umano, dove è chiaro che questo amore è a tuttotondo dove c’è un’unione di cuori di menti di anime dove Gesù diventa realtà.

  • Maria Teresa, 8 Aprile 2012 @ 08:38 Reply

    E’ Pasqua! La Pasqua è la celebrazione della vita, la croce è la celebrazione della vita!!! Gesù ha dimostrato che se riconosciamo che il Padre sa meglio di noi cosa è bene per noi e lo accettiamo un angelo verrà a visitarci quando saremo nella prova. Qui posso raccontarlo senza paura di essere considerata matta o invasata. sedici anni fa ho perso un figlio di undici anni di aneurisma cerebrale. E’ uscito alla mattina per andare a scuola, come ogni giorno – e ringrazio il cielo di averlo baciato e abbracciato forte quella mattina – e non è più tornato.Non provo nemmeno a descrivere il dolore lacerante, tanto a parole non è possibile. Però credo di poter dire di aver provato la stessa angoscia e tristezza di Gesù. Ma è stato proprio nel momento in cui ho detto …va bene Signore, se è questo che vuoi, sia fatta la tua volontà… che la Grazia ha inondato il mio cuore. Nel momento del più grande dolore umano ho provato la gioia e la pace che il Signore promette se ci affidiamo alle sue forze e non alle nostre. Allora ho capito, come disse Paolo, che “tutto posso in Colui che mi dà forza”. L’Angelo che il Signore ci manda nei momenti duri è la forza di Dio che ci rende capaci di imprese impossibili. Quel momento è stata la mia vera conversione, la “conversione alla gioia” di cui sentiamo parlare spesso. La mia vita scorre da allora come sempre, piena di difficoltà piccole e grandi, ma la consapevolezza di poter contare sule forze di Qualcun altro mi permette di “sperare sempre oltre ogni speranza”. Quindi Buona Pasqua a tutti e che il Signore vi conceda la grazia di “vedere il suo volto”.

    • Fabio Bernardini, 11 Aprile 2012 @ 21:32 Reply

      Maria Teresa,
      la tua vale mille delle mie conversioni.
      Quando sento parlare di dolore innocente il mio pensiero si dirige come un lampo agli occhi dei miei figli.

      Non è immaginabile cosa tu possa aver provato, ringrazio però Dio cento volte per averti condotti a noi, e aver condiviso con noi la tua preziosissima testimonianza.

  • Carola, 8 Aprile 2012 @ 21:12 Reply

    A volte la vita di fede non procede come avremmo desiderato…
    Qualcun altro ci conduce…
    Grazie, Maria Teresa, per aver condiviso con noi la tua esperienza di dolore e di fede.
    Pasqua = passaggio verso una nuova libertà…
    Siamo fatti per l’ OLTRE
    attirati dall’OLTRE
    Occhi nuovi per vedere e per vedersi…
    Cuore nuovo per perdonare e perdonarsi…

  • Filippo Ganzaroli, 11 Aprile 2012 @ 18:17 Reply

    Grazie a Fabio Bernardini che potete leggere in questi post mi sono avvicinato a Gesù.
    Grazie a Fabio sono andato ad ascoltare ciò che aveva da dire Paolo.
    Grazie a Fabio ho cominciato a leggere “Convertirsi alla gioia”
    Grazie a Fabio mi è venuta tanta voglia di cercare.
    Questa voglia di cercare ha preso la forma di un viaggio, un viaggio a Lourdes cominciato lo scorso venerdì e terminato la Domenica di Pasqua.
    Grazie a Fabio e alle parole lette nel libro di Paolo (le prime 30 pagine per la verità), questo viaggio è stato veramente gioioso.
    Ho 40 anni appena compiuti e sono felice di aver finalmente festeggiato la mia prima vera gioiosa Pasqua.
    Auguri a tutti voi per una Pasqua che possa essere quotidiana.

    • Vera, 11 Aprile 2012 @ 20:13 Reply

      grazie a Fabio che si e’ fatto usare da Dio
      e ha indicato Paolo che si fa usare da Dio
      e indica Gesu’ che ha detto Si’ a Dio
      amandoci morendo e risorgendo per la tua/sua/nostra Pasqua!

      grazie a Dio che che ci ha tirato fuori dall’Egitto, ecc ecc ….
      e ci ha dato suo Figlio e lo Spirito e la Chiesa!

      sono felice per te Filippo, auguri! buona Pasqua!
      sono sicura che tra poco tempo sentiremo qualcuno che ci dira’ “grazie a Filippo…”
      ora grazie anche a te!

      • Fabio Bernardini, 11 Aprile 2012 @ 21:26 Reply

        Proprio così carissima Vera, grazie a te per aver sintetizzato come meglio non si potrebbe il mistero di Gesù.

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