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Gesù inizia la sua attività pubblica… fuggendola.

Entra nel deserto per pregare, per stare col Padre, per digiunare. Come Israele nel deserto del Sinai, il Dio solidale vuole condividere la pena degli uomini che non trovano sollievo.

A volte bisogna avere il coraggio di andarsene, per ritrovarsi.

Ma, anche, Gesù vuole decidere come essere Messia, come strutturare il suo ministero.

Gesù è Dio, certo, e riguardo alle cose di Dio ha una conoscenza assoluta, perché egli è il figlio di Dio.

Ma riguardo alle cose degli uomini, Gesù non vuole privilegi. Anche lui deve progettare, decidere, programmare. E la sua scelta mette i brividi.

Matteo, di cui quest’anno leggiamo il racconto, allarga la stringata narrazione di Marco e racconta dettagliatamente le tre tentazioni che Gesù deve affrontare a suon di Parola di Dio.

Come nelle dispute fra i rabbini, anche Gesù argomenta col diavolo.

Conosce la Parola di Dio, il Signore. E anche il diavolo.

Noi, invece, non subiamo nemmeno tentazioni perché ci facciamo del male da soli, ignari della Parola che ci salva. Le tentazioni sono per i santi, non per noi, discepoli mediocri.

Gesù ha davanti a sé tre messianismi: uno storico, legato alla restaurazione del regno di Davide. Il Regno del pane, della politica, della teocrazia; uno legato ai miracoli, allo straordinario, agli eventi impossibili; uno legato al compromesso col potere, come hanno saputo fare i sacerdoti di Gerusalemme con i romani, tornati al potere dopo secoli grazie al rinato tempio.

Gesù rifiuta tutte queste proposte:

non proporrà una rivoluzione politica, ma la conversione;

non stupirà le persone con i miracoli, cercherà di convincerli con la Parola;

sarà onesto col potere, anche con quello religioso, ma vero, denunciandone gli abusi.

Povero Gesù.

È fragile, il messianismo di Gesù.

Bello ma fragile. Forse Dio è troppo ottimista nel confronto di noi uomini, forse ci crede migliori di ciò che, invece, siamo.

Glielo ricorderà l’avversario quando tornerà, al Getsemani, manifestando a Gesù il fallimento clamoroso della propria missione.

La sua predicazione appassionata, amicale, compassionevole, adulta, è stata inutile.

Forse.

 

E noi?

Quali uomini vogliamo essere?

Quale Dio vogliamo celebrare?

Non seguiamo l’onda delle sirene dei media, o le nostre ispirazioni.

Lasciamoci illuminare nel deserto, per purificare il nostro cuore.

E non cerchiamo un Dio che si sazia la pancia, o che ci stupisce con i miracoli, o che è ridotto a garante dell’ordine sociale.

Quel Dio, non è il Dio di Gesù.

 

Buona quaresima, cercatori di Dio, seguaci del folle.

32 Comments

  • michaela, 27 Febbraio 2012 @ 22:45 Reply

    Mi è piaciuto quel “forse”, Paolo!

    A cominciare da me, mi sento davvero una appassionata seguace di Dio, di quel folle Dio di Gesù Cristo!

    E a pensarci bene, bisogna essere dei folli per seguire la follia di Gesù!

    E l’ottimismo di Gesù, non penso derivi dal fatto che Lui non sappia se siamo o non siamo migliori di quello che effettivamente siamo, ma dal fatto di quanto noi stessi siamo folli tanto da seguire la Sua via, di quanto vogliamo diventare migliori tanto da essere in tutto e per tutto simili a Lui, di quanto siamo consapevoli tanto da raggiungere l’assoluto della verità, Dio stesso.

    SIgnore Gesù, so che la Croce, a volte, diventa molto pesante da portare, ma non importa fà che io per Te possa essere follia pura.

  • Molly, 28 Febbraio 2012 @ 14:30 Reply

    E’ da un po’ che non scrivo semplicemente perche’ mi sono immersa nel deserto gia’ da tempo … confesso che ci sono andata volontariamente per guardare in faccia certe bestiacce e farmi servire dai miei angeli nella speranza che mi converta definitivamente (anche se sono abbastanza sclorocardica e… ogni anno faccio a botte con le mie infamita!)
    dicono i rabbini che Israele nella terra promessa non ci ha messo piede prima di 40 anni perche’ si doveva togliere dal cuore e dalla testa l’egitto… camminare nella verita’ e’ molto molto difficile…
    molti amici mi chiamano Molly la pazza quindi di follia ne so qualcosa … San Francesco era il giullare di Dio io mi accontento di essere la pazza che lo segue!!!

    un sorriso
    Molly

  • Stefano (Perugia), 2 Marzo 2012 @ 14:49 Reply

    “Deserto fuori, deserto dentro!”: così recito mentalmente quando ho la necessità di ritrovare la concentrazione durante la preghiera. Mi capita spesso di distrarmi perché molte volte mi trovo a pregare più perché lo devo fare che per convinzione. Un prete di origine spagnola che ho incontrato tempo fa mi disse, in confessione, che la mente è “loca”, cioè pazza, e di frequente va per i fatti suoi. Allora eccomi spesso a scuotermi dall’ennesima distrazione e, prendendo un respiro, ripeto a bassa voce: “deserto fuori, deserto dentro!”.

    Il deserto è il luogo della mancanza e dell’assenza per antonomasia. Non c’è acqua – il fondamento della vita – né cibo, né persone con cui parlare. È un luogo inospitale dove spesso è la morte ad accogliere chi vi si trovi a sostare. Nel deserto è facile essere sviati dai miraggi, sogni ad occhi aperti che ti fanno credere di essere in presenza di un’oasi o di un corso d’acqua appena prima dell’orizzonte; pensando che siano veri ci si incammina verso di essi per raggiungere un posto che in realtà non esiste e così si finisce per perdersi e morire. Insomma, il deserto è il luogo in cui nessuno, con un po’ di sale in zucca, dovrebbe mai avventurarsi.

    Eppure Gesù va proprio in quel luogo. Sembra quasi che le cerchi la fame, la sete e la solitudine. Va lì per essere tentato! Spesso si legge nei passi del Vangelo che il Nazzareno si ritira in un luogo deserto per pregare. Quasi anche Lui facesse “deserto fuori, deserto dentro!”. È come se avesse bisogno della mancanza di ogni cosa per ritrovare il Padre: il cibo, l’acqua, la compagnia degli altri, la comodità di un giaciglio. In quel luogo di mancanza, dove già esserci è una scommessa con se stessi, arrivano pure le tentazioni: come se non bastasse! Mi chiedo per quale motivo: forse perché in quel momento Gesù è particolarmente vulnerabile a causa delle privazioni. Oppure, magari, è proprio quella la strada giusta per incontrare Dio ed allora il Demonio ci da dentro per sviarlo da quella via di Salvezza. Certo, penso, per il Nemico era veramente una grande opportunità l’avere tra le mani Dio che si era fatto uomo. C’ha dato addosso con tutte le sue forze! Eppure Gesù si è mostrato forte. Ha sconfitto le tentazioni proprio nel luogo in cui è più difficile resistervi. Ma Lui è pur sempre Dio, anche se fatto uomo… mi viene da pensare.

    In questo inizio di Quaresima sento molto la necessità del “deserto fuori, deserto dentro!”. È una strana sensazione quella che provo: rifuggo l’isolamento ma ne sono anche attratto. Forse ciò che cerco è un rapporto più profondo con Dio, lo stesso che non riesco a mantenere a causa del vorticoso svolgersi della mie giornate. Mi rendo conto di essere preso da tanti problemi che via via mi assorbono completamente. Spesso non sono più capace di guardare altro ed alla fine della giornata rimane solo la stanchezza e quella strana sensazione di essermi perso qualcosa. In un suo libro Enzo Bianchi parla della cella del monaco, quale momento personale di preghiera e di meditazione che dovrebbe essere l’abitudine di ogni credente, religioso o laico che sia. Bianchi invita ad un momento di calma nella giornata – bastano pochi istanti – come per ancorarsi saldamente a se stessi in rapporto con Dio e non essere, così, trascinati via dalla corrente impetuosa degli impegni e dei problemi quotidiani. Forse ho proprio bisogno di un momento di deserto nella mia giornata!

  • Vera, 2 Marzo 2012 @ 21:57 Reply

    Io sono rimasta molto colpita da queste affermazioni di Paolo “Gesù inizia la sua attività pubblica… fuggendola. Entra nel deserto per pregare, per stare col Padre, per digiunare. (…) A volte bisogna avere il coraggio di andarsene, per ritrovarsi.”

    Io sento un gran bisogno di ritrovarmi, dunque dovrei andarmene… con coraggio.
    E come e da dove?
    Poi: quale e’ l’attivita’ che io dovrei/potrei cominciare? e per la quale ho bisogno di fare deserto, chiarezza, consapevolezza, lasciare tutte le cose superflue dietro di me? Gesu’ sta per iniziare l’attivita’ che lo portera’ alla morte (e risurrezione). Ed io? io continuo stanca la mia solita vita…

    Al giovane ricco che gli chiede di seguirlo, a chi gli chiede di poter seppellire i suoi morti, a chi si volge da qualche parte… prima di decidersi… Gesu’ chiede sempre di lasciare tutto indietro e seguirlo, sempre guardando avanti, dritto… occhi solo verso di Lui…
    Ecco, cosa devo lasciarmi alle spalle io in questa quaresima 2012 per guardare solo a Gesu’ che mi chiama? per vedere solo Lui nella mia vita e niente piu’?
    Cari amici, conosco un po’ il deserto, quello metaforico certo (!) e pure quello reale!
    Mastico spesso la sua polvere mischiata al mio pane: un po’ di vento e questa entra mella mia cucina al 15 piano anche se tengo chiuse le finestre! 😉
    E non e’ poi cosi’ esatto dire che nel deserto manca la vita o l’acqua o il cibo! A mio figlio insegnano a scuola (e leggo sui suoi libri) da quali piante e radici estrarre dei liquidi ad esempio, o di cosa potersi cibare… e come poter vivere in un deserto, e quali animali lo abitano, affascinanti… gli insegnano le cose essenziali, gli spiegano come sopravvivere in un deserto come proteggersi dal suo clima. Come essere consapevole di cio’ che e’ intorno a lui e come poterlo usare per il suo vantaggio. Molti popoli hanno abitato nel deserto e questo e’ amico per loro che ne conoscono i segreti…
    Bene. allora tutto mi e’ piu’ chiaro se penso al deserto come esercizio di consapevolezza di me, come scoperta di cio’ che mi e’ nocivo o di cio’ che e’ buono per me, di quello che mi fa male e di quello che posso usare a mio vantaggio. Allora capisco di piu’! (capisco di piu’ il bene e il male…)
    Nel deserto ci sono delle bacche – dice mio figlio – che sono buone, mentre altre simili sono cattive… alcune sono vita, altre sono velenose: basta saperle riconoscere, e attenti, perche’ si assomigliano abbastanza… bisogna essere esercitati e ben consapevoli!
    Allora Gesu’ e’ andato nel suo deserto per esercitarsi, per imparare a riconoscere e distinguere cio’ che avrebbe trovato intorno a se’, uomini e cose, durante la sua vita pubblica… e, come se i lunghi anni vissuti prima nell’umile lavoro quotidiano e nelle piccole cose non gli fossero bastati… per imparare a capire anche quello che avrebbe scoperto dentro di se’!
    Perche’ bisogna aver memoria sia delle bacche colorate che della manna… e della roccia da cui puo’ sgorgare l’acqua. E avere buona memoria. E il nostro Dio ha voluto ricordare questo con noi.
    E forse allora Gesu’ e’ andato nel suo deserto anche perche’ sapeva che nel 2012 ci avrebbe trovato pure me, con delle bacche in mano, a chiedermi smarrita: “sono quelle buone o quelle cattive?!” …

    … il deserto poi amplifica le voci che sentiamo dentro… oltre a renderci piu’ attenti al fruscio di un rettile… ma di questo magari parlero’ dopo.

    Ora accolgo il silenzio impossibile a viversi, perche’ comunque … e’ certo vero che c’e’ sempre il rumore di sottofondo dell’universo che si allarga e si espande, e respira, forse solo per far spazio alle ansie degli uomini inquieti. Che cercano Dio ad acchi chiusi, e si lamentano perche’ non lo vedono. Ma e’ quaresima per questo, no? per sapere e ricordare chi siamo noi e chi e’ Lui.
    (e non mi lascio “tentare” a parlare di “tentazioni” stasera, non la finirei piu’… 😉 quelle le vivo mentre “tento” di cibarmi di Parola di digiuno di elemosina.)

    • Stefano (Perugia), 3 Marzo 2012 @ 12:46 Reply

      Mi piace molto quello che hai scritto, cara Vera. È verissimo, il deserto non è solo un luogo inospitale ma molto di più. È come vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Così è per il deserto: può essere un posto inabitabile dove morire di sete e di fame oppure può divenire il luogo della preghiera e della conoscenza di sé. Ecco allora che ti può addirittura sfamare (magari con qualche bacca) e dissetare (scavando in punti determinati si può trovare anche l’acqua!). La differenza la fa il nostro rapporto con Dio e la capacità di cogliere i segni della Speranza anche lì dove non sembrano proprio esserci! E questa, secondo me, si chiama Fede…

      Certo, per un goloso come me non è che le bacche siano così allettanti: meglio un bel piatto di cappelletti in brodo fatti in casa (come si usa dalle mie parti)! Ma in mancanza di altro… ben gradite siano le bacche!

  • Vera, 3 Marzo 2012 @ 14:38 Reply

    Ciao Stefano! Attento a parlare di cibo! 😉 (e non ti dico perche’!!!… – scrivimi qui se vuoi saperlo! veraveraeveraeveramveravera@gmail.com – ma non e’ importante!!!…)

    Grazie. Io invece mi ero – anche – fermata a riflettere su quanto hai detto tu della preghiera-distratta e non sei il solo che me ne parla in questi giorni.
    Dunque, capita anche a me: la frase bloccata che si ripete, (e dove sono arrivata mio Dio… e cosa stavo pensando/dicendo?!…) la mano che si addormenta sulla coroncina del rosario, (prima di me, che ci metto molto di piu’ a dormire… ) le preghiere automatiche che si dicono da sole quasi…, mentre io penso ad altro, (e mi va benissimo: sono il mio respiro piu’ profondo e leggero!) e finche’ prego dovunque e appena posso … questo e’ normale… e pero’ (uffa!) la distrazione a volte mi succede ANCHE quando sono li’ che “tento di concentrarmi” per Pregare, (stanza chiusa) con la “P” maiuscola… e allora?
    Allora… umilta’.
    (La preghiera e’ umilta’ e ascolto oltre che parole…)
    Il Padre sa cio’ di cui abbiamo bisogno ancora prima che glielo domandiamo.
    Se mi blocco su qualcosa, vuol dire che c’e’ qualcosa di irrisolto nei miei pensieri, desideri profondi, inconsci, qualche ansia di troppo, qualche preoccupazione vagante, e cosa posso fare? …
    Avere pazienza con me. E tentare di fare chiarezza, di capire cosa mi sta distraendo e ripartire proprio da li’, offrendo a Dio quella preoccupazione particolare, proprio quella li’.

    Per questo tempo fa dicevo che e’ utile trovare qualcosa di profondo che davvero ci scuota quando preghiamo, qualche passione forte, che ci faccia stare ben desti e presenti a noi stessi. In quel modo e’ certo che ci distrarremo di meno, o almeno questa e’ la mia esperienza. (Quando chiediamo, ad esempio, la guarigione di qualche persona cara non ci distraiamo mai, non e’ cosi’?)

    Comunque, a parte i momenti in cui pregando ci si puo’ sentire rilassati calmi e ricaricati perche’ magari si e’ adattato il ritmo della preghiera al respiro… ci sono poi tutti quei momenti in cui come dici tu si prega perche’ si sa che lo si deve fare, per vivere, solo per quello, come nutrirsi e respirare, anche contro i minuti che scorrono e gli impegni che pressano…, e sono i momenti in cui la nostra volonta’ gioca il ruolo piu’ importante.
    Sono i momenti in cui decidiamo noi cosa e’ importante per noi!
    Fidandoci di cio’ che non vediamo non sentiamo non percepiamo (piu’) in alcun modo.
    I momenti in cui preghiamo per fede. E per fede… Dio ci ascolti! e ci mandi il Suo Spirito che chieda per noi cio’ che e’ meglio per noi.
    Che chieda cio’ che e’ meglio per noi anche mentre le nostre parole stupide sciocche e consumate stanno chiedendo per noi l’esatto contrario di cio’ che Dio vuole per noi.
    Senti ad esempio – solo un breve riassunto di – cosa intendo io certe volte quando dico il Padre Nostro:
    “Padre Mio che sei nei cieli, si faccia la Mia volonta’ dappertutto, dammi oggi il Mio pane e rimetti i Miei debiti come io li rimetto a Me stessa, (!) e liberaMi dal male.”

    Certo che se intendo questo pregando… il Regno di Dio non si realizzera’ mai nella mia vita!… ma se provo a ridire la piu’ bella preghiera che abbiamo nello Spirito di Gesu’… ecco che allora tutto cambia. La prospettiva si allarga. Io torno piccolo puntino e non crocevia dell’universo intero! E me ne sto al mio posto.

    Insomma Umilta’, pregando, come nelle altre (tutte) cose.
    E se oggi pregando non sono in grado di far tacere i pensieri volanti…
    … prego lo stesso come posso.
    Dio sa cosa mi serve. Se sto davanti a Lui, anche balbettante e distratta, mi vedra’, vero? Ascoltera’ il suo stesso Spirito che chiede per me, piuttosto che le mie sole parole…

    Poi pero’ appena posso trovero’ anche il modo di dirgliele, le parole mie… e le mie passioni forti per le quali prego e chiedo e mi affido senza sosta. Senza.
    Poi provero’ a pregare per i miei nemici, lasciando li’ ai piedi del mio letto le offerte che stavo per fare a Lui – offerte altrimenti inutili, senza la preghiera per i nemici…- e se mi fa male pregare per i miei nemici, forzando la mia volonta’ e forse distraendomi… si’, preghero’ lo stesso. Perche’ fa piu’ male (a me) non farlo.
    Grazie ancora Stefano.
    (E prega, anche se distratto, pure per me!)

    • Stefano (Perugia), 3 Marzo 2012 @ 16:50 Reply

      Cara Vera, prima di tutto grazie per i tuoi interventi che sono sempre uno stimolo alla riflessione!

      In questi giorni parlare di preghiera mi fa pensare al deserto. Sì, perché la mia preghiera si fa spesso deserto: diventa vuota e muta. Alcune volte sono le preoccupazioni, altre volte il malumore tipico di un carattere spigoloso qual è il mio. Allora mi sembra che non ci sia né acqua né cibo nella mia relazione con Dio perché manca in quella con il prossimo.

      Paradossalmente invoco il deserto per scacciare il deserto dentro di me. Mi spiego: se penso ad un torto subito, è il sentimento di rabbia che s’impossessa del mio cuore e la mia preghiera diviene impossibile perché è soffocata dalla collera. La gelosia, l’invidia, sono tutti sentimenti che uccidono la mia preghiera e fanno un deserto nel mio intimo. Allora, incredibilmente, invoco il deserto. Sì, chiedo che ci sia tregua nel mio cuore e che i sentimenti di recriminazione siano silenziati come in quel luogo desolato. “Deserto fuori, deserto dentro” è, per me, la prima preghiera che rivolgo a Dio. Gli chiedo di cancellare ogni rancore che mi soffoca e rende la mia orazione impossibile. Una volta liberato dal deserto con il deserto, allora e solo allora la mia preghiera viene liberata.

      Nella tua riflessione, cara Vera, sono stato particolarmente colpito dal richiamo all’umiltà. Per fare deserto (quello buono, che mi permette di pregare) è forse necessaria proprio quell’umiltà di cui tu parli. Finché non guardo i rapporti con l’altro nella loro sostanza, ma facendomi strozzare dalla rabbia e dalla recriminazione, non sarò mai capace di fare deserto nel mio cuore. Se, umilmente, non capirò che la relazione con Dio è fondamentale perché è questo che mi salva e da un senso a quello che sono e che faccio, la mia preghiera sarà annientata dalla noia e dall’indolenza. Allora prego per prima cosa ci sia in me “Deserto fuori, deserto dentro” per poter parlare a Dio con umiltà!

  • Jenny, 3 Marzo 2012 @ 17:27 Reply

    Grazie atutti x gli interventi, io leggo e mi piace ciò che scrivete. Ciao a tutti, cercatori di Dio!!

  • Carola, 3 Marzo 2012 @ 20:25 Reply

    Non sono una fans di Lucio Dalla, ma questa persona come cantante, come credente, come cercatore di Dio, ci ha lasciato molti messaggi positivi.
    E nella giornata della trasfigurazione, nonchè del suo funerale, questa canzone ci sta.
    Ciao

    Tra mille mondi te ne vai e splendi
    O appeso in croce in un garage
    Io non ho dubbi tu esisti e splendi
    Con quel viso da ragazzo con la barba
    senza età
    Ci guardi e splendi
    Di cercarti io non smetterò
    Abbiamo tutti voglia di parlarti
    Mi senti? Mi senti?

    Sono tuo figlio anch’io, Dio

    Tra i cani zoppi ti confondi e splendi
    Nei cartoni che son case per chi non
    le ha
    Ti ho visto che splendi
    Di chiamarti io non smetterò
    Abbiamo tutti voglia di abbracciarti
    Mi senti? Mi senti?

    Sono tuo figlio anch’io, Dio

    Su una nave colma tu ti stringi ma
    splendi
    Nei dipinti insieme ai diavoli o a
    Maria
    Di colpo ritorni
    Di inseguirti io non smetterò
    Abbiamo tutti voglia di fermarci
    Mi senti? Mi senti?

    Aiutami, fratello mio
    Parlaci tu con Dio
    Sono suo figlio anch’io……..

    • Stefano (Perugia), 3 Marzo 2012 @ 21:16 Reply

      Grazie Carola.
      …alle parole aggiungerei la musica e le immagini:

      http://www.youtube.com/watch?v=Sg1ZU_bxsHA&ob=av2e

      • Federica, 3 Marzo 2012 @ 22:30 Reply

        Grazie Stefano, il video e anche la canzone sono belli e commoventi!

        Anche se le parole e le immagini stesse sembrano un preludio di morte! O forse una preghiera di Vita Eterna!

        Padre Buono, Ti prego : accogli tra le tue braccia amorose questo nostro fratello che ci ha chiesto di parlare con Te.

        Ascolta Padre Santo ed esaudisci la sua la nostra preghiera, in fin dei conti è anche lui tuo figlio!

        In fin dei conti Ti ha pregato, ti ha invocato, ti ha cercato e come dicesti al ladrone pentito oggi stesso sarai con Me in Paradiso, fà o Padre che oggi stesso, giorno di Risurrezione, possa essere con Te in Paradiso!

        Senza sapere voglio ringraziarti, perchè sento che la mia, la nostra non sarà una richiesta senza risposta.

        Nell’Amore e nella Pace di Gesù Cristo nostro Signore e Redentore, fede.

    • Jenny, 3 Marzo 2012 @ 22:45 Reply

      Una bella preghiera, grazie Carola!

  • Federica, 3 Marzo 2012 @ 22:03 Reply

    “Deserto fuori, Deserto Dentro”

    “Umiltà”

    Ho meditato su queste parole, e prima di esprimere il mio umile pensiero vorrei fare una premessa: voi sapete che io benchè abbia una Fede Grande sono la più piccola tra voi, nel senso che il mio livello teologico e culturale non potrà mai arrivare al vostro; per questo vi chiedo di prendere le mie parole così come sono.

    Bene, Gesù, vero Dio e vero Uomo, fu condotto dallo Spirito, dal Suo Stesso Spirito nel Deserto, Deserto fuori,nessuna influenza esterna, per poter creare il Suo deserto interiore che lo avrebbe portato a decidere come intraprendere la Sua Vita Messianica: “da Vero Dio o da Vero Uomo?”

    La Croce ci sarebbe stata comunque, ma come arrivarci, con effetti speciali da Dio quale era o con l’abbassamento alla vita umana e di conseguenza con l’umiltà?

    E come se non bastasse, nella difficile decisione si è insinuata la tentazione con l’intervento di satana sempre pronto all’attacco.

    Essere Dio o Essere Uomo? Questo è il problema!

    Essere Dio trasformando le pietre in pane o essere uomo capace di Dio accettando di patire la fame?

    Essere Dio e quindi padrone e sovrano di tutta l’umanità e di tutti i regni della terra o essere uomo e quindi povero senza avere dove posare il capo e servo degli uomini?

    Essere Dio e osare tutto anche di buttarsi giù senza farsi alcun male perchè sorretto dagli Angeli o essere uomo e attraversarei i paesi e le regioni affrontando la fatica, la stanchezza, il caldo la sete chiedendo agli uomini “dammi da bere?”

    Ed ecco che il deserto e la tentazione nel deserto, sono serviti a donarci il nostro Dio che si è fatto Uomo per essere simile agli uomini e quindi più vicino ad essi.

    Solo che noi uomini, purtroppo, non siamo mai soddisfatti: se avessimo avuto un Dio potente e autoritario magari avremmo voluto un Dio umile, ora che abbiamo un Dio che si è fatto simile a noi per farci come Lui, magari vorremmo un Dio potente per farci potenti come Lui.

    E qui, naturalmente la lotta tra rivali per acquistare una potenza sempre maggiore!

    E l’amore? beh l’amore in questo caso può andare a farsi benedire tanto chi ci crede!?

    E

  • Federica, 3 Marzo 2012 @ 22:03 Reply

    “Deserto fuori, Deserto Dentro”

    “Umiltà”

    Ho meditato su queste parole, e prima di esprimere il mio umile pensiero vorrei fare una premessa: voi sapete che io benchè abbia una Fede Grande sono la più piccola tra voi, nel senso che il mio livello teologico e culturale non potrà mai arrivare al vostro; per questo vi chiedo di prendere le mie parole così come sono.

    Bene, Gesù, vero Dio e vero Uomo, fu condotto dallo Spirito, dal Suo Stesso Spirito nel Deserto, Deserto fuori,nessuna influenza esterna, per poter creare il Suo deserto interiore che lo avrebbe portato a decidere come intraprendere la Sua Vita Messianica: “da Vero Dio o da Vero Uomo?”

    La Croce ci sarebbe stata comunque, ma come arrivarci, con effetti speciali da Dio quale era o con l’abbassamento alla vita umana e di conseguenza con l’umiltà?

    E come se non bastasse, nella difficile decisione si è insinuata la tentazione con l’intervento di satana sempre pronto all’attacco.

    Essere Dio o Essere Uomo? Questo è il problema!

    Essere Dio trasformando le pietre in pane o essere uomo capace di Dio accettando di patire la fame?

    Essere Dio e quindi padrone e sovrano di tutta l’umanità e di tutti i regni della terra o essere uomo e quindi povero senza avere dove posare il capo e servo degli uomini?

    Essere Dio e osare tutto anche di buttarsi giù senza farsi alcun male perchè sorretto dagli Angeli o essere uomo e attraversarei i paesi e le regioni affrontando la fatica, la stanchezza, il caldo la sete chiedendo agli uomini “dammi da bere?”

    Ed ecco che il deserto e la tentazione nel deserto, sono serviti a donarci il nostro Dio che si è fatto Uomo per essere simile agli uomini e quindi più vicino ad essi.

    Solo che noi uomini, purtroppo, non siamo mai soddisfatti: se avessimo avuto un Dio potente e autoritario magari avremmo voluto un Dio umile, ora che abbiamo un Dio che si è fatto simile a noi per farci come Lui, magari vorremmo un Dio potente per farci potenti come Lui.

    E qui, naturalmente la lotta tra rivali per acquistare una potenza sempre maggiore!

    E l’amore? beh l’amore in questo caso può andare a farsi benedire tanto chi ci crede!?

    E

  • Federica, 3 Marzo 2012 @ 22:35 Reply

    Scusa Paolo, involontariamente e senza sapere come ho inviato il commento due volte e non avevo neppure finito!

    Ma va bene lo stesso, vuol dire che non dovevo continuare!

    Per favore, Paolo, se vuoi, puoi cancellarlo?

    Grazie ciao, fede.

    • Stefano (Perugia), 4 Marzo 2012 @ 12:36 Reply

      Grazie Federica! la tua è una bellissima riflessione che per me merita essere scritta due volte! …mi piacerebbe leggere anche il seguito…

  • Federica, 4 Marzo 2012 @ 15:41 Reply

    Grazie Stefano, vedrò di continuare anche se, a volte, nella meditazione interrotta non sempre si riesce a finire ciò che era iniziato!

    Comunque se avrò una nuova illuminazione sarò qui a condividerla con voi.

    Un abbraccio in Cristo Gesù nostro Signore, :*

  • Lucia1, 4 Marzo 2012 @ 18:35 Reply

    Grazie a tutti.
    Mi fa bene sentire da voi le parole che io non so dire e mi fa bene sapere che tutti noi condividiamo la stessa fatica, la stessa gioia e la stessa speranza: riesco a capire meglio cosa significa essere chiesa, essere fratelli, essere in comunione tra noi e con il Signore.
    Un abbraccio e una preghiera reciproca.

    P.S. Stasera nel dire il Padre Nostro sentirò la vostra voce che si unisce alla mia e a quella di tanti altri per salire al Padre e so che Lui ci sorriderà.

  • Vera, 5 Marzo 2012 @ 05:46 Reply

    ciao Federica, 😉 e’ successo anche a me, (e mi e’ successo pure di peggio… ! … ) due tre volte…. va benissimo!!! (abbiamo la testa dura! ci fa solo bene!) (grazie Stefano …) (ciao Lucia1!) buona giornata a tutti!

  • Anna (da Nicodemo), 5 Marzo 2012 @ 07:51 Reply

    Il deserto di Gesù è, prima di tutto, stato un deserto di parole e di gratificazioni personali.

    Ma. anche se nessuno lo ha mai ammesso. esiste un altro “deserto” per Gesù molto più duro e terribile: quello del Gestsemani dove il silenzio pareva fosse quello di Dio Padre.

    Ed è da lì che si dovrebbe iniziare la Quaresima, da quel silenzio del gusto della meditazione e della preghiera, da quel buio che nasconde ogni illuminazione, da quel dubbio atroce di essersi ingannati e dalla tentazione che strappa il cuore: ed è il momento del Credo.

    • laura, 5 Marzo 2012 @ 08:03 Reply

      no Anna, non sono con te.
      Se è inevitabile che prima o poi ci troviamo a vivere quel momento, non è detto che dobbiamo cercarlo!
      Piuttosto è meglio cominciare dal Tabor, per passare poi per il calvario; e sarà proprio perchè prima abbiamo sperimentato la bellezza di Dio che potremo superare le prove della vita. Contando non tanto sulle nostre forze, ma sulla Sua.
      Sono daccordo con te che la prova più difficile per Gesù sia stato il silenzio del Padre, e proprio per questo non cerco questa prova per me, e specie per iniziare il cammino di conversione, o per ri-iniziare…

  • Anna (da Nicodemo), 5 Marzo 2012 @ 10:23 Reply

    In mezzo al mare su una barca a vela ci sono 3 persone. All’improvviso all’orizzonte si vede una tempesta che si sta avvicinando.
    La prima persona, pessimista, rimane impalato a guardare e la tempesta ed inizia un soliloquio imprecando contro la sfortuna e paventando disastri di ogni genere.
    La seconda, grande ottimista, rimane anche lui impalato a guardare la tempesta ed inizia a ribattere al pessimista con frasi rassicuranti come “magari gira da un’altra parte”/”di certo passserà prima che ci raggiunga”/”gustati il bello che hai davanti” ecc.
    Ambedue queste persone facevano nulla e continuavano a parlare tra di loro (o forse per conto loro).

    La terza persona, invece, serenamente realista, dandosi da fare disse “prepariamo le vele giuste” e detto questo continuò a lavorare in silenzio pregando ed operando.

    Il cristiano è serenamente realista, non cerca le tempeste, ma si prepara ad affrontarle lasciando però largo spazio alla preghiera operosa e ad uno sguardo compassionevole per chi in quella tempesta ci sta davvero.

  • Stefano (Perugia), 5 Marzo 2012 @ 19:20 Reply

    Vi segnalo questo interessante articolo di Enzo Bianchi sulle tentazioni:
    http://www.monasterodibose.it/content/view/4381/26/lang,it/

  • Federica, 5 Marzo 2012 @ 20:55 Reply

    Grazie Stefano per aver condiviso con noi l’articolo di Enzo Bianchi, l’ho letto tutto d’un fiato è bello e davvero interessante!

  • elio, 7 Marzo 2012 @ 03:47 Reply

    Scusami se faccio una riflessione che esula dal contesto ma è da domenica notte che ci rimugino sopra e… su tv2000 hanno proiettato il Mosè film con Ben kinsley (famoso iinterprete di Gandhi) quando si è giunti al punto in cui Mosè disceso dal Sinai vede la profanazione del popolo e chiama a se coloro che erano rimasti fedeli, infrange le tavole della legge e (questo è il punto) incita coloro che hanno scelto la via di Dio ad uccidere i profanatori blasfemi. Ora nel ben più famoso film di De Mille la scena è molto meno cruenta anche perchè lascia più spazio al Dio giudice e quindi è tutto più logico e meno “violento” ora mi chiedo come mai quella violenza mi colpisce così tanto? e’ sicuramente più verosimile però… mi ha colpito malamente. Mi è tornata in mente una frase pronunciata da Monsignor Ravasi il quale asseriva a proposito della Bibbia che,oltre a tutte le qualità, “…è un libro che gronda sangue…”. Ecco forse ora io intuisco nel profondo il significato di questa affermazione. Non lo so se quel Dio lì sarei in grado di accettarlo senza la mediazione e, soprattutto, la misericodia di Gesù Cristo. Da ignorantissimo dell’Antico Testamento quest’episodio così strutturato mi ha fatto venire un po’ i brividi

  • antonina, 7 Marzo 2012 @ 15:20 Reply

    Le vostre riflessioni mi fanno pensare, mi piace leggerle; voglio chiedervi una cosa: come vivete “il digiuno”? Io non riesco a trovare in me una motivazione per digiunare, siccome lotto da sempre con il mio sovrappeso temo che il digiuno possa trasformarsi in una scusa per fare dieta, non mi piace viverlo così. Forse anche questa è una tentazione, ma non riesco a uscirne. Grazie se qualcuno vorrà dirmi cosa ne pensa.

  • Vera, 7 Marzo 2012 @ 17:06 Reply

    Carissima Antonina, lo scopo del digiuno e’ rendersi conto di cosa siamo fatti… e’ sentre con la nostra carne il nostro profondo bisogno di Dio, e’ vivere e sentire la fragilita’ della nostra carne… e’ tentare di capire la condizione dei fratelli che digiunano tutto l’anno per vera poverta’, e’ condividere con qualcuno quella che comunque e’ la nostra ricchezza (anche se a noi stessi noi sembriamo poveri!), e’ dare il giusto valore alle cose richiamarci alle cose essenziali della vita…

    ti cito Paolo Curtaz di qualche tempo fa:
    “venerdì di digiuno… Il suggerimento è quello di percepire la fame: fame di Parola, di senso, di autenticità. Un cuore sazio non si percepisce con autenticità, ecco allora la proposta del digiuno. Digiuno simbolico, dalla TV, dalla fretta, ma anche digiuno autentico dall’eccesso di cibo che, ricordiamocelo, appesantisce il nostro ciclo energetico. Un digiuno per qualcosa, però. Spegnere il televisore per giocare con mio figlio, rinunciare al filetto per aiutare un povero, digiunare dal pettegolezzo per guardare agli altri con lo sguardo di Dio. Al centro ci dev’essere la carità… “

    Io trovo il digiuno una cosa molto utile. Digiuno dal cibo.
    E non solo in quaresima, ma durante tutto l’anno! Come l’elemosina e la preghiera.
    Mi danno il giusto rapporto con me col mio corpo con gli altri con Dio.
    Quando ho fame e sento lo stomaco vuoto e mi gira la testa o cose simili… allora la mia percezione delle cose cambia, I valori cambiano le priorita’ diventano altre …

    Poi sappiamo anche che il digiuno puo assumere diverse forme: cibo fumo televisione internet facebook chiacchiere peccato altre cose ognuno le sue… cose dannose come vedi, ma anche cose utili!

    Basta sapere perche fai o non fai qualcosa… che ti risponda sincera che sappia cosa fai e cosa vuoi raggiungere facendo quello che fai e sii onesta con te.
    (se digiuni chiuditi in camera tua!… )

    Se tu Antonina sai bene che approfitteresti del digiuno per fare la dieta,… perche’ allora non provi a pensare che forse fare la dieta e’ proprio quello che ti serve per star meglio?!!
    Pensaci davvero! Vedila cosi’!
    In quel caso non digiuneresti – approfittando della quaresima per fare la dieta – ma digiuneresti (facendo una vera e seria dieta) per rispetto e amore per il tuo corpo (dono di Dio) e digiuneresti da una serie di comportamenti alimentari dannosi per la tua salute ed il tuo benessere. E quindi fare il digiuno non sarebbe piu’ una scusa ma una vera necessita’/ opportunita’ per cambiar ela tua vita verso la conversione alle cose importanti. il rispetto e l’amore per te una di queste! 😉

    Dopo, se credi, puoi digiunare da tutta una serie di altri comportamenti e abitudini che ti allontanano da Dio (e dalla carita’) e quello puoi farlo anche al venerdi’, secondo me, anche mentre mangi una barretta di cioccolato! o una fetta di torta alle mele!

    Possiamo digiunare dal cibo buono, succulento; o dal cibo biologico e dietetico!
    Possiamo addirittura digiunare mangiando, se occorre!
    E possiamo digiunare dai peccati, dal giudizio sugli altri, dalla perenne scontentezza di noi, dalla rabbia e dal rancore, dalla tristezza, dalla sensazione di essere soli, dal desiderio di vendetta, dal pessimismo, dalle lamentele inutili, dall’orgoglio, dal nostro lavoro fatto male, dall’egoismo, …….. ecc ecc ecc….

    dall’ignoranza della Parola di Dio!

    E nutrirci invece di opere gradite a Dio, e di Parola, e di Preghiera,
    e di condivisione di quei 4 pesci che ognuno di noi possiede.

    Ciao Antonina dacci notizie della tua quaresima!

  • Federica, 7 Marzo 2012 @ 17:38 Reply

    Matteo 15, 32 : Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: “Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada”

    Anche Gesù non mangiava da tre giorni! Certo per Lui, dopo aver digiunato quaranta giorni nel deserto, tre giorni erano niente; ma la domanda nasce spontanea: secondo voi, Gesù, mangiò anche Lui con i discepoli e la folla o fece distribuire il pane solo alla folla?

  • Vera, 7 Marzo 2012 @ 19:26 Reply

    non preoccuparti di cose cosi’ Federica! Gesu’ vero uomo mangiava e beveva e stava volentieri in compagnia degli uomini tutti quando era il momento per farlo!
    e anche i suoi non digiunavano come i discepoli di Giovanni!!!
    (erano in presenza dello sposo…)
    e credi sia davvero importante sapere se ha mangiato proprio allora o no?! 😉

    poi: che Lui pregasse e digiunasse, e pregasse tutta la notte prima di momenti importanti, e non solo, .. lo sappiamo! ci viene detto molte volte chiaramente!

  • Gasparina, 6 Aprile 2012 @ 17:13 Reply

    Essendo seguace di un “folle”, un falegname … comprendo solo questo: nel dolore, quel Gesù, falegname appunto, che è stato crocifisso, ti prende per mano e se ti affidi a Lui ti conduce sulla Via dell’AMORE. Per affidarmi a Lui devo aprire il Cuore e l’Anima e gridare Lode a Te Signore che hai mandato i tuoi Angeli a risvegliare le menti addormentate … Anche gli Apostoli si erano assopiti nel momento in cui il Cristo aveva bisogno di loro, quindi abbiamo già un esempio davanti che non si deve ripetere … Il mio Cuore arde come una fiamma nel camino perchè sente la Gioia trasmessa dell’ Infinito e riconosce dentro quella Luce che credeva assopita, addormentata cosicchè io possa comunicare all’Umanità questo canto di pace e serenità in mezzo ai tumulti del mondo.

  • MADDALENA, 8 Giugno 2012 @ 17:47 Reply

    In quel deserto ,quella povera anima si trova da sola,invoca il Padre ,si inginocchia e piange per il triste destino a lei capitato, pietà,pietà di una anima innamorata di un mondo ingrato.

  • Gabriella, 26 Gennaio 2019 @ 17:45 Reply

    A proposito della preghiera. Dio non vuole da noi tante parole. Vuole noi, lì accanto a Lui. Due persone che si amano non hanno bisogno di parlare sempre. A volte basta uno sguardo, un desiderio forte di esserci ‘uno per l’altro e la comunione è completa.
    Stare da soli con Lui, affidarci, pensare di essere presi in braccio come bambini. E silenzio. E disponibilità e umiltà. Pensiamo davvero di essere capaci di parlare al Signore? Siamo come bimbi piccoli davanti all’universo con gli occhi spalancati dallo stupore , il cuore aperto per accogliere tutto l’amore che il Signore ci dona.

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