Ho finito da poco la piccola conferenza sulla piazza, invitato dalla libreria mobile Tobia che fa tappa ad Ancona. Per me è stata l’occasione per segnare la fine dell’estate e per riprendere il lungo tour che mi porterà in molte città italiane a parlare di fede e di Dio, del Dio di Gesù.
Il clima è gradevole e informale e, come spesso accade, alla fine della chiacchiera un gruppo di persone viene a salutarmi e a farsi conoscere. E’ un momento importantissimo, per me, vedere e conoscere i “miei” lettori e benedico Dio cento volte al giorno per questa fortuna. Ancora scopro quanto il Signore intessa sottili legami fa persone che non si conoscono ma che sono da lui conosciute.
Sono gli ultimi a presentarsi: sono venuti da Orvieto, ci tenevano a conoscermi.
Uno dei due, in particolare, mi racconta la sua storia drammatica: viene dal Kossovo, è arrivato in Italia una settimana prima dello scoppio della guerra. Lui, musulmano, ha scampato la morte quasi per caso. Giovane profugo, si è inventato la vita: un lavoro, una moglie italiana, dei figli. E’ stato molto aiutato da un gruppo di cristiani che lo hanno accolto e sostenuto nel suo percorso. Dopo dieci anni passati a conoscere il vangelo e Gesù, con un gesto molto serio che lo ha messo in grave difficoltà con i famigliari. si è fatto battezzare.
Mi parla della sua gioia profonda, dell’amore verso Cristo, delle cose scoperte e inattese.
Poi, con un velo di tristezza, mi racconta la sua tristezza quando, durante la celebrazione festiva, vede il disinteresse e la manifesta noia dei cristiani presenti.
Sapessi come come ci resto male! Cantiamo Gloria! per ringraziare Dio dei suoi doni e invece la gente sembra pensare ad altro. Che sofferenza vedere tutta questa tristezza nel cristiani!
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