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Mi colpisce una notizia che leggo stamani sui quotidiani online: i giochi d’azzardo, in Italia, si spartiscono una torta che a fine 2011 arriverà a quota 80 miliardi di euro: 16 volte il business annuo di Las Vegas o quanto basterebbe a sei o sette manovre finanziarie. Su questa cifra imponente lo Stato incassa il dieci per cento. E il settore ha 120 mila addetti, di fatto la terza industria italiana dopo Eni e Fiat. Rileggo bene la notizia perché non mi capacito: un giro d’affari di 80 miliardi di euro che, dividendo per 50 milioni di italiani, escludendo cioè poppanti e inabili, fa 1600 euro all’anno, cioè una media di oltre 130 euro al mese a persona. Siamo diventati uno Stato basato sul gioco d’azzardo. Sconcertante.

Ho avuto a che fare con tante persone prese dal brutto giro del gioco: padri di famiglia che finivano la giornata giocando alle macchinette del bar l’intero guadagno della giornata, persone che si indebitavano per poter giocare la schedina. Casi patologici che, vista l’ampia disponibilità di giochi e di scommesse, si stanno diffondendo a macchia d’olio. Mi racconta Matteo dei tanti che bussano alla porta del loro centro anti-usura e porta a modello la casalinga che si è indebitata con gli usurai per ventimila euro giocati al Gratta e vinci. Certo, bisogna imparare a giocare, si dice ipocritamente, e lo Stato, dopo avere incassato 8 bei miliardi di euro, ne investe qualche milione per fare la pubblicità e invitare a giocare con responsabilità!

Ma la cosa che mi inquieta è il messaggio soggiacente a questo modo di vivere: se ho fortuna vinco una paccata di soldi e mi sistemo, la mia vita cambia. Siamo proprio sicuri? Certo, qualche soldo in più a noi oppressi da mutuo servirebbe, ma davvero la soluzione ai nostri problemi è essere seppelliti dai soldi?

Senza fare ulteriormente il grillo parlante mi ricordo della Scrittura che prega Dio in questo modo: non ti chiedo né la ricchezza né la povertà. Nella ricchezza potrei inorgoglirmi dicendo che non esisti; nella povertà potrei disperarmi.

 

 

62 Comments

  • Vera, 11 Maggio 2011 @ 15:14 Reply

    Io mi accontento del Padre Nostro!
    “dacci oggi il nostro pane quotidiano…”
    in tutti i sensi! (pane mutuo lavoro Parola affetti amicizia…)
    Io sono “orgogliosa” di una cosa e permettetemi di dirla, con umiltà, e come testimonianza: che si può fare, sì, si può, anche quando le speranze di vincere fanno girare la testa di tutti… si può decidere di non giocare!
    io non ho mai giocato grattato scommesso. nulla. Grazie a Dio! e ne sono felice.
    Ho solo lavorato, tanto, e finché Dio me ne dà la forza mi affiderò a lui per i miei bisogni di ogni genere, materiali e spirituali. a lui e al lavoro delle mie mani (che Lui possa benedirlo).

    Io credo che tutti abbiamo bisogno di imparare ad amministrare e gestire anche la nostra speranza.
    di educarci ad una vera sana realistica speranza, fin da piccoli.
    capire ciò che è importante nella nostra vita. deciderlo.
    Lo Stato ultimamente sembra avere altre priorità, purtroppo. Vada allora a Cesare ciò che è suo … e sempre in maniera più triste e meno “sociale”.

    Grazie invece a chi aiuta la gente a disintossicarsi da questa brutta dipendenza!

    • Lucia1, 11 Maggio 2011 @ 15:56 Reply

      L’altro giorno chiedevo ai miei alunni di 5° elementare se avessero “la paghetta”; pochissimi di loro hanno risposrto affermativamente, gli altri dicevano che quando desideravano qualcosa bastava chiedere ai loro genitori per averla.
      Ma ciò che mi ha fatto rabbrivvidire è che per molti di loro “la paghetta” è data da ciò che vincono al “gratta e vinci”.
      Ho avuto un bel cercare di convincerli che era una cosa sbagliata, ma loro mi guardavano fisso senza capire: in fondo che male c’è? non è mica un reato; non è mica come rubare; e poi si vince spesso qualcosa….
      Mi sono sentita sconfitta come educatrice davanti a queste affermazioni, ma si sa, ormai “maestra di vita” non è più la scuola, ma la televisione.

  • paola, 11 Maggio 2011 @ 16:32 Reply

    questi dati sono stati esposti domenica sera dalla trasmissione Report. Se lo sa Report immagino lo sappiano anche le autorita’. E non e’ tutto: il gioco d’azzardo e’ nelle mani della criminalita’ organizzata ma anche in altre mani, apparentemente piu’ autorevoli e potenti. Lo so che la giustizia non e’ di questo mondo pero’… che rabbia.. famiglie rovinate, ragazzini intontiti invece di giocare a pallone in giardino. E chi dovrebbe tutelarci si arricchisce.Ciao Vera, dolce come un biscottino. Com’e’ fortunata la tua famiglia ad averti

    • Vera, 11 Maggio 2011 @ 18:56 Reply

      Cara Paola, grazie! Sei molto gentile.

      spesso chi ci sta più vicino e conosce bene tutti i nostri difetti…
      conosce anche i nostri pregi!

      Loro sono fortunati ad avere me ed io ad avere loro, poi capita anche che ci “sopportiamo tutti allegramente!” e certo ci vogliamo bene!!! Grazie a Dio!

  • angelo, 11 Maggio 2011 @ 20:21 Reply

    Lucia1: ormai “maestra di vita” non è più la scuola

    Grazie a Dio, ci sono bambini che ancora apprezzano la Scuola quale maestra di vita; proprio oggi, il mio datore di lavoro ha portato con sè la propria bambina di V^ elementare; senza leggere i vostri commenti, mi è capitato di farle alcune domande sulla paghetta e sulla scuola; le risposte sono state sorprendenti; mi ha detto che lei ha imparato una tecnica di modellismo da internet, che riproduce degli oggettini che poi riesce a vendere a pochi centesimi ai propri compagni e che mette da parte i pochi euro guadagnati per i suoi piccoli bisogni; le ho chiesto se il suo sogno fosse quello di essere un’imprenditrice; macchè ha detto che le piace la scuola, non per insegnare ma per studiare e che, a calcoli fatti, a trent’anni sarebbe divenuta un medico specializzato.
    Mi ha raccontato altre cose che non sto qui ad elencarvi, ma che mi hanno lasciato stupito.Posso dire di aver imparato qualcosa da una bambina di poco più di dieci anni.
    In gamba la piccola! che Dio la benedica!

  • michaela, 11 Maggio 2011 @ 20:35 Reply

    Paola: “E chi dovrebbe tutelarci si arricchisce”

    Si, molto probabilmente sarà così, ma, non so perchè, ho la sensazione, animata da una viva speranza, che qualcosa cambierà; chi è già ricco di suo potrebbe improvvisamente sentire il bisogno di voler aiutare gli altri.
    Utopia? no, Fede!

  • Federica, 11 Maggio 2011 @ 20:41 Reply

    Vera: “Io mi accontento del Padre Nostro!”

    Sono d’accordo con te Vera, anch’io mi accontento del Padre Nostro: “Sia fatta la Tua Volontà, come in Cielo così in Terra!”

  • Vera, 12 Maggio 2011 @ 06:40 Reply

    Mi ripeto, lo so, e me ne prendo la responsabilità, scusatemi!, anche quella di andare, forse!, fuori tema del Post.
    Ma credo sia il momento per farlo:

    Uno dei miei migliori difetti è non guardare la TV,
    così non so cosa sta succedendo, in Italia, a proposito dell’ormai prossimo Referendum,
    Costanza, ci sei?,
    ne vogliamo parlare?
    vogliamo ricordare a tutti di votare?

    l’acqua bene comune l’acqua servizio
    l’acqua creatura di Dio per l’umanità.

    http://www.acquabenecomune.org/

    • costanza, 16 Maggio 2011 @ 14:02 Reply

      Ci sono, sarebbe bello parlare dei referendum, anche perché se non andiamo a votare in realtà votiamo a favore della privatizzazione (senza quorum il referendum non è valido),e questo significa che per i prossimi trent’anni (tempo minimo di affidamento) non possiamo fare più nulla.

      • costanza, 16 Maggio 2011 @ 14:04 Reply

        ricordo anche che dieci diocesi nel documento sui Nuovi stili di vita richiamo all’importanza dell’accesso all’acqua per tutti ed all’importnaza del referendum.

        • Vera, 16 Maggio 2011 @ 19:18 Reply

          Ciao Costanza,
          grazie per essere arrivata.
          molti anni fa qualcuno ha tentato, io giovane laureata in cerca di lavoro, di far di me una venditrice …, senza riuscirci! né io né loro!…,
          però ho imparato molte cose utili:
          ad esempio come diffondere alcune notizie, (o procurarmele…)
          allora io adesso pensavo di muovermi così:

          1- recuperare gli indirizzi di
          Parenti, Amici, Scuola, Università, Conoscenti, Affari, Lavoro, Vicini,

          Parrocchie, Diocesi, Centri vari, Oratori, Comunità, Club sportivi, Associazioni varie, oggi c’è da aggiungere Blog, Facebook, newsletter, newsgroup, contatti liste su liste di email che girano, (e rigirano in tondo!) ecc ecc.

          2- ed invitando poi tutti gentilmente a votare,
          per il bene di tutti.
          responsabilità di tutti.
          http://www.acquabenecomune.org/

          hai altre idee?
          qualcuno ha altre idee?
          (chi vuole può anche pregare!)

          P.S.
          fra altre cose, insegno italiano: oggi una bambina, spontaneamente,
          ha deciso di coniugare proprio il verbo VOTARE!!! bravissima!!!!
          ottima cittadina.

          • Federica, 16 Maggio 2011 @ 21:35

            Io, che mi sento povera in Spirito, pregherò per noi e per tutti!

  • Enrico, 12 Maggio 2011 @ 08:56 Reply

    Mi immagino quelle persone che domani hanno una scadenza da pagare, quelle persone che hanno perso il lavoro ecc. Mi immagino queste persone che hanno perso la speranza e che l’unica speranza per loro è quella di risolvere i loro problemi con una schedina. Magari giocano non per diventare ricchi ma per risolvere un loro problema che non li lascia liberi.
    Questo ha costruito la nostra società. Ha costruito l’illusione di poter avere una vita senza problemi. Ha costruito un mondo con la sola speranza di sfamare il nostro corpo e le sue necessità. Ha costruito un mondo che è tutto apparenza e che non da niente per nutrire l’anima.
    Allora iniziamo una guerra silenziosa fatta di preghiera, fatta da persone che danno l’esempio (come Vera) che la vera ricchezza è quella dell’anima. L’unica ricchezza che rende liberi.
    Lo so, non è semplice dire a una persona che ha la scadenza del mutuo da pagare di pregare e stare tranquillo. Tutte le parole di questo mondo non servirebbero a nulla. Allora preghiamo. Preghiamo che Dio ci dia la speranza. La speranza che anche la croce più grande di questo mondo può essere vinta. Preghiamo che ci dia la speranza, perche una fede senza speranza è una fede morta.

    • Vera, 12 Maggio 2011 @ 09:53 Reply

      Ciao Enrico,
      grazie.

      e voglio dirti:
      mi piaccio, sì, dentro e fuori, sempre ringrazio Dio per come mi ha creata,(un prodigio!)
      so fare tante cose,(lode a Lui) realmente e umilmente.

      ma conosco bene i miei limiti.
      e chi mi conosce meglio… pure!

      Non sono “un esempio”! offro la mia testimonianza, semplicemente,
      sempre con sincerità
      e anche con la mie difficoltà:
      peccato, sofferenze, vicende umane
      che ogni giorno guardano a:
      desideri, gioie, speranze;

      e col mio essere piccola-e-grande
      sempre umanamente assetata
      dell’armonia eterna di Dio.

  • cinzia, 12 Maggio 2011 @ 09:48 Reply

    Tema interessante questo lanciato da Paolo. Ogni giorno dal giornalaio e al supermercato vedo prevalentemente casalinghe e pensionate che comprano ogni tipo di gratta e vinci, altre che giocano al lotto in modo compulsivo sperando di vincere somme di denaro che consentano loro di comprare cose di cui forse non hanno neppure bisogno. Spesso questa dipendenza è accompagnata dall’alcolismo e che purtroppo colpisce anche i ragazzini sempre più giovani (ma questa è un’altro tema di cui si potrebbe parlare). Purtroppo viviamo in una società dell’apparire, dove non esisti se non hai e ciò rende sempre più frustrati. Conosco persone che pur non avendo una lavoro dispongono di due-tre telefonini di ultima generazione, tv al plasma, ecc. e si riempono di debiti per acquistarli.
    Quando i mei figli frequentavano le scuole elementari e medie erano gli unici a non avere il telefonino perchè mio marito ed io avevamo deciso così e che lo avrebbero avuto solo in prima superiore in quanto dovevano recarsi a 30 km di distanza da dove abitiamo e poteva essere loro utile comunicare eventuali ritardi di treni, ecc. Sembravamo degli alieni per gli altri genitori che hanno criticato la nostra scelta pesantemente e i loro figli discriminando i nostri perchè non omologati. Per fortuna i miei figli hanno capito il perchè di quella scelta e l’hanno condivisa. L’altro giorno uno di loro mi ha raccontato di alcuni compagni di scuola che giocano d’azzardo come se fosse un normale passatempo. Ma i loro genitori lo sanno, li vedono, parlano con loro ? Credo che la televisione sia anche responsabile ma la pubblicità è ovunque: per le strade, sui mezzi pubblici, sui giornali, la indossiamo con i vestiti firmati, ora la vogliono inserire nelle scuole pubbliche e negli ospedali per sopperire alla mancanza di finanziamenti da parte dello stato. E le persone più fragili credono che la soluzione potrebbe venire dalla vincita di importanti somme di denaro in grado di farti cambiare vita. Sì, ma di che vita stiamo parlando.

  • Tizi, 12 Maggio 2011 @ 14:21 Reply

    ….. Poi ci sono anche i giochi che le reti televisive italiane ci propinano.
    Gente che sta via da casa settimane e mesi con la speranza di poter vincere soldi, soldi e soldi. Chi non vince viene considerato un perdente ,uno sfortunato…
    E da casa seguiamo questi giochi entrando quasi nella parte di chi è concorrente.
    Trovo sia giusto il motto di chi si accontenta gode e vive felice, senza illudersi di poter cambiare la vita con le vincite.

  • Stefano (Perugia), 12 Maggio 2011 @ 21:42 Reply

    Tra gli uscieri del posto dove lavoro c’è una signora, di età indefinibile (forse sulla cinquantina) e di aspetto alquanto dimesso che neppure la tenuta d’ordinanza a cui è costretta ogni giorno riesce a nascondere. La vedi trascinarsi per gli uffici con l’andatura caratteristica di chi subisce le vicissitudini della propria esistenza senza ormai più opporvisi. Dicono che abbia un matrimonio fallito alle spalle, che sia senza più una famiglia e che per questo beva. La mattina presto la incontri, già abbastanza intontita, mentre vaga senza meta per i corridoi. Dicono che abbia problemi di soldi perché gioca alle macchinette: i colleghi “premurosi” mi hanno già avvertito che i crediti che contrae in continuazione non vengono da lei mai onorati! Dieci, venti euro per fare chissà cosa! Forse li spende in bevute, molto probabilmente per più di una partita alle macchinette. Gira spesso per gli uffici in cerca di una parola, di un po’ di affetto, di piccoli gesti che mancano nella voragine che ha ingurgitato la sua vita. Spesso trova, invece, solo giudizi impietosi e pettegolezzi. La sua vita non ha gioie, non contempla serenità e soddisfazioni: ecco allora che per lei l’adrenalina delle giocate e lo stordimento delle bevute diventano necessari placebo alla sua solitudine.
    Mio padre mi ha raccontato di un suo amico del liceo. Di buona famiglia, il fighetto della classe. Una vita spensierata la sua, senza problemi apparenti. Eppure anche lui con il vizio del gioco che, crescendo, l’ha attratto a sé sempre di più. Mi ha descritto una vita vuota, passata a fare baldoria ed a giocare. Lui che non aveva problemi di soldi, essendo ricco di famiglia, si è ritrovato a quarant’anni pieno di debiti e con gli affetti spezzati, lasciato dalla moglie e con gli “amici di quando aveva la grana” scomparsi nel nulla. La sua vita è terminata tragicamente con un colpo di pistola alla testa.
    Due diverse prospettive, due esempi di mondi all’opposto; eppure la stessa risposta – il gioco – al vuoto delle proprie esistenze. Già, perché ho la sensazione che dietro al gioco ci sia un bisogno a cui ognuno cerca di rispondere, una stessa necessità che accomuna tutti poveri e – paradossalmente – anche ricchi. Vogliamo vite piene, degne di essere vissute; cerchiamo stimoli continui, magari adrenalinici; desideriamo ottenere sempre di più da esistenze spesso vissute nell’effimero. Altre volte, invece, non riusciamo a liberarci dall’angoscia, dal bisogno, dall’ansia di vedere gli affetti più importanti sgretolarsi irrimediabilmente. Ci sentiamo appestati, soli, abbandonati, angosciati. Vogliamo solo fuggire da quella cappa che ci soffoca il cuore!
    Cerchiamo paradisi artificiali da vivere nel presente (penso a viaggi da sogno oppure a spese pazze che ci soddisfano solo al momento e che ci lasciano poi inevitabilmente in grossi guai finanziari) o proiettati nel futuro (penso alla spasmodica ricerca di una vincita milionaria). Cerchiamo di fuggire un presente magari difficile da vivere, che ci fa soffrire, che ci trova svuotati del senso da dare a noi stessi.
    Oggi una mia collega ha compiuto quarant’anni. È venuta in ufficio e non ha fatto altro che piangere, abbattuta dal bilancio della propria vita. Tanta sofferenza nella sua famiglia: una figlia malata, un matrimonio che scricchiola, genitori sempre più vecchi da accudire, una carriera che non decolla, la fatica di tante preoccupazioni. Spesso viviamo il presente schiacciati dai problemi, da macigni sempre più pesanti da sostenere e siamo sempre più soli.
    Invece possiamo fare della nostra vita un Paradiso, accettandone i limiti e gioendo per le piccole cose buone che spesso i nostri occhi non riescono più a cogliere. Dare un senso alle nostre vite è quel pane quotidiano che – ci ricorda giustamente Vera – è l’unica via per la pienezza delle nostre esistenze. Mi è stato più volte detto da persone illuminate che il Paradiso può e deve viversi già in terra: non campiamo in attesa, ma gioiamo di quello che di bello e di buono le nostre esistenze offrono a cuori ancora capaci di stupirsi delle cose e di accogliere la felicità quando la trovano. La vera vincita è fare della nostra vita un qualcosa che abbia un senso e che riempia le nostre anime.
    Posso testimoniare, avendo visto la vera faccia della sofferenza nelle tragiche malattie di miei congiunti, che si può trovare un barlume di Speranza anche in situazioni difficili, magari con l’aiuto di qualcuno che sappia accenderla stando vicino a chi ne ha bisogno. È vero ci sono delle situazioni estremamente difficili, dolori talmente forti da piegare qualsiasi resistenza. Di fronte ad essi, però, siamo chiamati a reagire, ad aiutare, ad assistere, a condividere per quanto sia possibile le angosce dell’altro per sostenerlo. Invece, spessissimo la risposta alle sofferenze del prossimo è una totale indifferenza. Non restano che le macchinette per sognare un futuro diverso e così definitivamente distruggere con adrenaliniche scommesse quello che resta della propria esistenza.
    Il gioco è una fuga, un grido d’aiuto, un tentativo sbagliato di guardare al futuro ancora con Speranza. Mi sento anch’io responsabile di questa situazione – ovviamente nel mio piccolo – e di ciò mi accorgo nel pianto sconsolato delle mia collega e nella voce già impastata di buon mattino dell’altra. Forse basta poco, bastano dieci minuti, magari davanti ad un caffè, facendosi un po’ carico delle angosce degli altri, che poi sono anche le nostre. Magari basta portare una testimonianza, magari anche raccontarsi, aprire il cuore. Ci fa bene anche a noi asciugare una lacrima: per noi lo vorremmo!
    Doniamo al nostro prossimo in difficoltà un po’ di quel pane quotidiano che chiediamo al Padre con tanta insistenza nella preghiera. Chissà forse cambieremo qualcosa, forse oggi quella macchinetta rimarrà priva di un accanito giocatore, forse…

  • michaela, 12 Maggio 2011 @ 22:35 Reply

    Stefano: “Mi è stato più volte detto da persone illuminate che il Paradiso può e deve viversi già in terra”

    Romani 14,17-19:
    Il Regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Poiché chi serve Cristo in questo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione.

    Si,Stefano, “Venga il Tuo Regno” recitiamo nel Padre Nostro; tutto passa, il Regno di Dio resta; e noi,Figli della Luce, possiamo iniziare ad edificarlo già in questa vita, per goderLo in pienezza nell’altra, e magari quella macchinetta, come tu dici, resterà vuota per sempre.

    Voglia Dio, ascoltare ed esudire!

  • ww, 12 Maggio 2011 @ 22:42 Reply

    “Certo, bisogna imparare a giocare, si dice ipocritamente, e lo Stato, dopo avere incassato 8 bei miliardi di euro, ne investe qualche milione per fare la pubblicità e invitare a giocare con responsabilità!”

    Ecco un esempio di uno Stato che ti invita a giocare con responsabilità.
    Un paio di settimane fa sono stata in ufficio postale, qui a Legalandia centro, per inviare una raccomandata.
    Dopo una fila di più di mezz’ora arriva il mio turno, pago la raccomandata da 6 euro con un biglietto da 10 e l’impiegata, di rimando, mi risponde: “Di resto vuole un ‘Gratta e vinci’?”
    Le ho risposto di no con il tono sorpreso e schifato con cui avrei respinto una molestia sessuale. Tale è stato lo shock, credetemi. 😉

    Lo Stato biscazziere spinge a giocare, responsabilmente, ça va sans dire…
    magari dà anche degli incentivi agli impiegati postali…

    Domanda: chi è l’utente medio degli uffici postali? Non certo una persona facoltosa.
    Bello questo Stato, che non ti fa pagare l’ICI e poi se la riprende con gli interessi, vendendoti un’illusione.
    L’illusione che saremo più felici immergendoci in paccate di soldi che non vedremo mai.

    Saremo più felici semplicemente lodando il Signore per quel poco o per quel tanto che abbiamo ricevuto in dono da Lui.

  • edda, 12 Maggio 2011 @ 22:59 Reply

    Ammetto spudoratamente di essere una persona fortunatissima. Davvero, se dovessi decidere di uscire adesso, andare al parco vicino a casa mia a cercare quadrifogli ne troverei sicuramente almeno 3 o 4. Andando in città ci sono due stupidi semafori a 150 metri uno dall’altro e mai sincronizzati: io li becco quasi sempre tutti e 2 verdi, un altro si deve fermare, anche se avesse il ferrari.
    Ma non ho mai comprato un gratta e vinci…neppure mai giocato al superenalotto… Cosa me ne farei di soldi in più? Ho qualche piccolo risparmio, se voglio comprarmi qualcosa posso farlo, se non lo compro è perchè non ne ho davvero bisogno.
    Preferisco queste piccole fortune: la cassa che si apre davanti a me quando c’è la coda al super, trovare il pezzo di ricambio senza doverlo ordinare e dover tornare, il filo che basta giusto giusto quando sto facendo un lavoro…
    Mi fanno sentire speciale, coccolata anche dal Capo ( questo Dio che stravede per me, personalmente!) mi ha riempita di regali, circondata di persone specialissime: un marito che mi ama dopo 25 anni, due figli stupendi, una bella comunità(con tutti i pregi e i difetti di ogni comunità, ma gli voglio bene)salute sufficiente (massì, qualche acciacco…ma c’è chi sta peggio)
    Grazie Signore!

    Ho letto una volta che ci sono più probabilità di essere colpiti da un meteorite che di vincere al superenalotto…. Se proprio deve colpirmi un meteorite, spero che sia piccolo ( e non mi faccia troppo male!)
    🙂

    • ww, 13 Maggio 2011 @ 05:59 Reply

      grazie, Edda, per la tua testimonianza… e viva le coccole del Capo 😉

  • MaL, 13 Maggio 2011 @ 06:11 Reply

    La famiglia di mia moglie, borghese e cattolica praticante da sempre, da qualche anno si è frantumata in mille pezzi.
    I miei suoceri hanno dilapidato un patrimonio costruito negli anni dai nonni distruggendo con esso anche tutti i rapporti affettivi.
    Tuttora non sappiamo quali siano le cause di questa catastrofe, ma il sospetto che ho spesso è proprio che alle spalle ci sia il gioco. Mia suocera è una di quelle persone che ha sempre giocato al lotto, che se vede un Gratta e vinci lo compera e se va in un Casinò le si illumina il viso solitamente spento…
    “Per 3 euro (o 5 o 10..) mica faccio del male a nessuno!”- dice e non riesci a fermarla. Se qualche volta vince pochi euro li rigioca subito perchè la fortuna l’assiste e quindi bisogna tentarla!
    Per i debiti accumulati anche la pensione è stata decurtata… il buon senso direbbe che in una situazione simile anche 3 euro sono da spendere in modo oculato, ma invece non è così!!
    Purtroppo lo stato usa specchietti per le allodole, giocando sporco come sempre sulla debolezza della gente poco avveduta. Perchè chi mette la sua vita in macchinette o gratta e vinci oltre ad essere malato è davvero un poveretto…
    Recentemente in posta ed anche in un grosso supermercato è capitato addirittura che la cassiera offrisse gratta e vinci… è così comodo, sei già lì con il portafoglio aperto… perchè non tentare la fortuna e magari trovare la gioia e la serenità in un mucchietto di soldi facili?!
    Peccato che tutto questo anzichè alleggerire la vita o cambiarla (in meglio?) semina sofferenza e disperazione non solo nelle persone che giocano, ma anche in chi sta loro vicino perchè si entra in un baratro non solo economico, ma soprattutto umano e psicologico da cui è difficile uscire.

  • milena, 13 Maggio 2011 @ 13:19 Reply

    fra i progetti che l’associazione di cui faccio parte sta tentando di finanziare ce ne è uno che quasi fa sorridere per la sua semplicità: donare tre caprette ad ogni famiglia di uno sperduto villaggio dell’eritrea…saranno sufficienti a cambiare la vita di quelle persone!!!
    la sproporzione tra le nostre supposte esigenze e le loro reali necessità ci deve assolutamente far riflettere, il male che ha colpito la nostra società è proprio la mancanza di saper distinguere tra ciò che è necessario e ciò che ci fanno credere addirittura indispensabile!!!
    “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.” Mt6,19-23

  • Vera, 13 Maggio 2011 @ 13:45 Reply

    Torno a riflettere anch’io sul tema dipendenza e responsabilità.
    perché se è vero che non ho mai giocato grattato o scommesso, di rischi ne corro pure io, e grossi. perché non vivo sulla luna.

    Dipendenze:
    Ognuno di noi dipende da qualcosa. Chiedetevi voi da che cosa “dipendete”, io lo so per me.

    sono tante le cose che ci tengono “legati” ad esse e a cui noi,
    scioccamente,
    affidiamo la responsabilità di farci felici o di farci del male.

    Alcune di queste sono chiaramente negative: droga, alcool, fumo, azzardo…

    Altre sono cose “buone” che, se usate “male”, possono farci molto male: cibo, potere, sesso…
    e persino cose decisamente buone come leggere un buon libro o dire sante preghiere.

    [Per noi cristiani, ci sono anche le “dipendenze” da peccati difficili da eliminare:
    ripassiamo i 7 vizi capitali, le “malattie” del nostro corpo e spirito?
    – Superbia (desiderio irrefrenabile di essere superiori agli altri, fino al disprezzo degli ordini e delle leggi).
    – Avarizia (desiderio irrefrenabile dei beni temporali).
    – Lussuria (desiderio irrefrenabile del piacere sessuale).
    – Invidia (tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio).
    – Gola (abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola).
    – Ira (irrefrenabile desiderio di vendicare un torto subito).
    – Accidia (torpore malinconico e l’inerzia nel vivere e compiere il bene)]

    Esistono poi dipendenze più difficili da riconoscere e da curare: quelle relative alle relazioni tra le persone, (anche le nuove relazioni come le nostre qui), dipendenze affettive, dipendenze da Facebook, dipendenze da Internet e da Blog, da TV e da videogiochi,
    dipendenze da “cosa pensano gli altri” dai giudizi degli altri su
    cosa siamo e
    cosa abbiamo e
    cosa facciamo della nostra vita…
    (quanto pesiamo come vestiamo e dove andiamo in vacanza)

    pesanti dipendenze dalle attese di tutti, e di noi, su noi stessi.

    Ed ecco la mia responsabilità (quella dello Stato e degli altri la lascio da parte, per ora)
    Io mi chiedo ogni mattina:
    a chi permetterò oggi di farmi del male? (chi mi separerà dall’amore di Dio?…)
    – a me stessa?!
    – a mio marito?
    – a mio figlio?
    – agli amici? a conoscenti? ad estranei?
    – a cosa pensiamo tutti di tutto?
    – a qualcuno di voi qui sul Blog?
    – a chi mi frega il parcheggio?
    – alle persone che incontro lavorando e che amano lamentarsi di tutto
    solo perché non hanno niente di più interessante (e utile) da fare?
    – alle convenzioni intorno a me?
    – allo Stato che sembra perdere sempre più la sua ragion d’essere?
    – ai tanti interessi economici, politici, ideologici che mi vogliono usare corrompere sottomettere?

    NOI: Riempire la nostra vita di Dio e SOLTANTO del SUO GIUDIZIO
    su di noi, può aiutarci a non dipendere fortemente da altro. Niente e Nessuno.

    Tutti: E non basta, anche se certo aiuta, quello che potremmo fare noi per chi dipende gravemente da qualcosa.
    Quasi tutte le dipendenze, nelle loro manifestazioni più serie, hanno bisogno dell’aiuto di specialisti. E di cure. (e preghiere.)

    • Stefano (Perugia), 13 Maggio 2011 @ 14:43 Reply

      Basta che non si scada nella “autarchia dei sentimenti”: Dio ci ha creati per esistere insieme agli altri…
      Grazie Vera, il tuo è un commento che fa riflettere!

  • Vera, 13 Maggio 2011 @ 18:29 Reply

    Grazie Stefano. Ti rispondo:
    Autocontrollo, consapevolezza.
    Niente autarchia di sentimenti, no. Armonia interdipendenza.
    (Quante volte su queste pagine ho parlato del mio dolore, (vedi se vuoi ad esempio il Post Remordimiento) e della mia infelicità che accade appunto quando “non mi sento in armonia” con gli altri tutti e con le cose…)

    Piuttosto pura passione compassione misericordia, che fa anche soffrire se serve.
    Tentando di imitare il semplice giudizio di amore e misericordia di Dio sulla nostra-mia vita.
    Il giudizio di Dio:
    Come quando Gesù scriveva sulla terra, col suo dito, (solo un soffio per cancellare tutto!…)
    e nessuno ha avuto il coraggio di lapidare la donna che aveva, sì davvero, peccato.
    Io voglio scrivere sulla sabbia per me,
    e pure scrivere allo stesso modo per chi mi sta intorno così che nessuno poi lapidi nessuno. (un soffio per cancellare tutto…)
    esistendo tutti insieme. in armonia.

    D’accordo, hai pensato all’autarchia perché poco fa ho parlato troppo e solo di persone!, lo so…
    ho detto “CHI” e ho deliberatamente evitato di chiedermi anche “CHE COSA”
    “A CHE COSA permetterò oggi di allontanarmi dall’amore di Dio?”: cioè
    i fatti e le situazioni che vanno (certo!) anche come non mi piace…
    (nonostante Dio coccoli spesso anche me… e mi sento spesso una bambina viziata davanti a Lui…)

    Insomma Stefano e amici tutti: ci serve un po’ di sano orgoglio da figli di Dio!: perché permettere a delle cose e persone di farci soffrire inutilmente? perché affidare la responsabilità della nostra felicità a vane speranze di ricchezze e sazietà, a sogni vuoti, tesori che si consumano, sostanze varie, oroscopi e predizioni, erba che si dissecca, cose che passano, persone che muoiono? perché metterci nelle mani di chi non è responsabile neanche di se stesso?
    Ciechi che guidano altri ciechi – non confidare negli uomini che non possono salvare…

    ma affidarci solo a Dio tutti i giorni e le notti della nostra vita.

    Ed io SONO perfettamente consapevole che nessuno di noi vive per se soltanto.
    e le lacrime di tutti e il sudore di tutti bagnano pure me,
    così come mi contagia la loro allegria! certo: niente autarchia di sentimenti!

    (Ti voglio riportare una frase di un libro che ho letto qualche giorno fa (non cito titolo e autore non è importante ora) e su cui sto ancora riflettendo – anche se ne sto leggendo altri due o tre contemporaneamente!…)

    “Io invece, ascoltando la Sonata in re maggiore, riesco a cogliervi i limiti dell’attività umana. E imparo che un certo tipo di perfezione è raggiungibile solo attraverso un’infinita accumulazione di imperfezioni. Io lo trovo incoraggiante. Capisci cosa voglio dire?”

    Parafraso così:
    Imperfezione dopo imperfezione arriveremo alla fine della nostra attività umana. E sarà sempre così.
    Il paradiso comincia qui, sulla terra, certo, MA non si esplicita né si dispiega qui completamente.
    Occorre rendersene conto. E’ molto probabile che io, come voi, forse per sempre, alterni nella mia vita momenti di pura silenziosa armonia (estasi!?) a momenti di atonalità o peggio di dissonanze e rumorose cacofonie. insopportabili rumori…
    (e così poco ci capiamo noi tutti parlandoci e vivendoci accanto…)
    Occorre solo che io me ne renda conto.
    Così che non cerchi in niente e nessuno la felicità completa che solo Dio mi può dare:
    piccoli assaggi adesso, e TUTTA quando infine sarà la mia ora.

  • michaela, 14 Maggio 2011 @ 13:27 Reply

    Brava Vera! Hai ascoltato e trascritto!

    Una sola cosa vedo in maniera diversa:
    “Imperfezione dopo imperfezione arriveremo alla fine”….

    Io avrei detto imperfezione dopo inperfezione, da rivedere e correggere (passo dopo passo), arriveremo alla fine, quasi perfetti(Santi), così come Dio ci vuole.

    Auguri!

  • Sole, 16 Maggio 2011 @ 12:12 Reply

    grazie Vera sei fantastica… bisognerebbe mettere in pratica questo proposito di non cercare in niente e nessuno la felicità completa che solo Dio ci può dare:
    piccoli assaggi adesso, e TUTTA quando infine sarà la nostra ora.
    Ma secondo te, secondo voi un buon cristiano può essere depresso?? me lo chiedo e richiedo spesso… perchè così mi sento…tristezza mista malinconia, apatia alternati a momenti di speranza.. Non sempre la preghiera riesce a farmi uscire da questo stato..
    Pecco di accidia? (torpore malinconico e l’inerzia nel vivere e compiere il bene).

    • Lucia1, 16 Maggio 2011 @ 13:31 Reply

      Cara Sole,
      La depressione con il cristianesimo non c’entra nulla.
      Te lo dico perchè ne so qualcosa.
      Io ne ho sofferto e l’ho curata con psicofarmaci; certo la riscoperta della fede mi ha aiutato a stare molto meglio: sono cambiata tantissimo; ma questo non significa che anch’io non attraversi tuttora momenti di tristezza e di malinconia in cui vivo anche l’aridità della preghiera.
      Sai cosa mi dice in quei momenti il mio direttore spirituale a cui rivolgo i tuoi stessi dubbi?
      “Lo sai che questi momenti ti vengono, ma poi passano sempre: non ci pensare, fai altro, aspetta e tornerà il sereno”
      Succede proprio così, ogni volta: vengono e passano: è la nostra piccola croce da affrontare mettendosi nelle Sue mani con pazienza.
      Non pensare all’accidia: quella è una caratteristica stabile; se hai momenti in cui ti senti capace di amare e lo fai, io non mi preoccuperei; inoltre si può amare e compiere il bene anche quando si è “un po’ giù”, magari costa un po’ di più, ma si fa ugualmente.
      Spero di vivo cuore di averti aiutato.

      Un abbraccio grande e forte
      P.S. Lo sai che l’abbraccioterapia è molto utile in quei casi? A me fa bene.

      • Sole, 16 Maggio 2011 @ 16:27 Reply

        Grazie Lucia1, per le tue parole.. sono invasa dai dubbi, dai sensi di colpa per i dubbi, mi sento fragile e ho bisogno di continue rassicurazioni: come vorrei non avere paura di spalancare quella porta…
        Ricambio il tuo abbraccio..

  • cinzia, 16 Maggio 2011 @ 13:25 Reply

    Oggi mi sento profondamente sola e triste. Faccio quanto devo in casa per puro dovere ma mi pesa molto. Come ogni giorno mi collego con il sito della provincia per cercare un lavoro purtroppo senza trovare nulla anche se ho tanti anni di esperienza lavorativa. Così la frustrazione aumenta e ti senti inutile. Il tempo trascorre inesorabile e ti ritrovi a 52 anni a sperare che qualcuno si accorga che esisti, provi a trovare conforto in una passeggiata p nella lettura ma quando sono in questo stato d’animo non cambia molto.
    Spero in una vostra buona parola…….grazie di cuore

    • Lucia1, 16 Maggio 2011 @ 13:49 Reply

      Cara Cinzia,
      hai scritto mentre rispondevo a Sole, ma volevo donarti una parola tutta tua.
      Tu hai un buon motivo per sentirti sola e triste, ma non penso che nessuno si accorga che esisti; avrai amici e famigliari che ti vogliono bene e che soffrono nel vederti così (lo so per esperienza).
      Cerca di trovare almeno 3 cose per cui ringraziare Dio ogni giorno (il sorriso di un passante, una giornata di sole, un gesto di gentilezza inaspettato).
      Dio ti parla continuamente nella tua vita e ti dice che ti ama e che sei importante per Lui, “porta il tuo nome scritto sul palmo della Sua mano”, ma devi fare lo sforzo di sentire queste parole che Lui ti rivolge, devi cercarle e riconoscerle.
      Ce la puoi fare “Io sono con te” ti dice, fino alla fine del tempo.
      Coraggio, fidati di Lui e cercaLo nelle piccole cose della tua vita: Lui non aspetta altro che tu Lo cerchi e si farà trovare.

      Ti abbraccio superstrettamente, sorellina e gemella mia (sai personalmente mi aiuta sapere che non sono la sola ad avere questi momenti e condividerli è già un po’ superarli)

      • cinzia, 16 Maggio 2011 @ 14:33 Reply

        Cara Lucia1, ho sperato tanto che qualcuno mi rispondesse e sei arrivata tu con le tue belle parole. Per mio marito e i miei figli sono una presenza “scontata” e che deve dar loro sostegno quotidianamente e questo è di per sè una gran fatica. Cerco di far quello che mi suggerisci ma non sempre funziona, perchè quando il mio cuore è gonfio di pianto mi sento solo un peso per me stessa e per gli altri. Ho tre fratelli che non sanno neanche se esisto, sono superimpegnati e se li chiamo vanno sempre di corsa inoltre i miei genitori non ci sono più da tempo.
        Mi aggrappo alla mia piccola fede e ringrazio Gesù per avermi fatto conoscere questo blog e persone come te che mi sono vicine – anche se solo virtualmente – e che mi aiutano ad andare avanti.
        Un abbraccio anche a te, sorella mia.

    • Enrico, 16 Maggio 2011 @ 14:23 Reply

      Ciao Cianzia io ci sono.

      Leggi questa bellissima preghiera di Don Dolindo Ruotolo.

      «Perchè vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
      Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi e cambiare così l’agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero della tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all’altra riva.
      Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi aflligge.
      Quante cose io opero quando l’anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali si volge a me, mi guarda, e dicendomi “PENSACI TU” chiude gli occhi e riposa! Avete poche grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete… Vi rivolgete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono. Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: “SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”, cioè sii glorificato in questa mia necessità – “VENGA IL TUO REGNO”, cioè tutto concorra al Tuo regno in noi e nel mondo: “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”, ossia pensaci Tu. Io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “Sia fatta la Tua Volontà, pensaci Tu”. Ti dico che io ci penso, e che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: “PENSACI TU”. Ti dico che io ci penso. É contro l’abbandono la preoccupazione, l’agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. E’ come la confusione dei fanciulli quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità, e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro. Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia, chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare, chiudete gli occhi e non pensate al momento presente, stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in me credendo alla mia bontà, e vi giuro per il mio amore che, dicendomi con queste disposizioni: “PENSACI TU”, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero vi conduco. E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c’è medicina più potente di un mio intervento di amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E’ questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessun affidamento in voi: io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da Satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi. Opera divinamente chi si abbandona a Dio. Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell’anima chiusi: “GESÙ PENSACI TU”. E distraiti, perché la tua mente è acuta… per te è difficile vedere il male. Confidare in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa così per tutte le tue necessità. Fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore. Io ci penserò, ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l’anima “GESÙ PENSACI TU”. Non temere ci penso io. E tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordatelo bene. Non c’è novena più efficace di questa: “O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU” “ABBANDONATI AL MIO CUORE… E VEDRAI” Voglio che tu creda nella mia onnipotenza, e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri. Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio. Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a me e non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di avere fatto, mi dimostrerai che credi nella mia onnipotenza e io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, lavorerai, starai in preghiera o dormirai perché “ai miei diletti dò il necessario anche nel sonno” (salmo 126). Se starai con Me senza voler correre, nè preoccuparti di cosa alcuna per te, ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita, secondo il mio disegno eterno. Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò. Allora la tua azione verrà dal mio Amore. Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto il mio Unigenito, perché lo sai che “se farai la Mia Volontà mi sarai fratello, sorella e madre” per generarmi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli. Quello che tu farai per riuscire è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano. “Rimanete nel Mio Amore.. se rimarrete in Me e rimangono in voi le mie parole, chiedete quello che volete e vi sarà dato” (Gv 15)».

      • cinzia, 16 Maggio 2011 @ 20:35 Reply

        Grazie, Enrico per il tuo pensiero.

    • Stefano (Perugia), 16 Maggio 2011 @ 15:15 Reply

      Spesso lavorando dall’altra parte (nel pubblico, intendo) incontro persone in cerca di lavoro. Io stesso ho faticato a trovare una mia collocazione. Ti capisco e comprendo quella sensazione di essere “fuori”, di essere “esclusi”. Ovviamente non è così. La nostra società di plastica spesso non guarda il merito delle persone, ma altre cose… Il vero valore della persona è il suo cuore e di questo – fortunatamente – giudice è solo Dio. Non perdere la Speranza e l’amore per se stessi è il primo concreto modo di opporsi all’ingiustizia di non trovare lavoro. Il “ci sono anch’io!” inizia guardandosi intorno, riscoprendo di essere amati prima di tutto da Dio e poi da coloro che (silenziosamente) ci sono accanto e che ci accolgono con il loro amore. Ti posso solo testimoniare che conosco persone lavorativamente “bene inserite” nella società ma che hanno il vuoto dentro e “terra bruciata” intorno; persone che della carriera hanno fatto un idolo a costo degli affetti fondamentali. Conosco persone, invece, che attualmente non lavorano, la cui presenza nella mia vita mi è indispensabile. Sono più “dentro” la società queste ultime che le prime!
      Io stesso non posso che vergognarmi per tutte le volte che ho chiuso il cuore alle necessità del mio prossimo, pensando solo alla mia carriera ed alle mie necessità… A ben considerare il vero “escluso” sono proprio io! Un abbraccio.

      • cinzia, 16 Maggio 2011 @ 20:43 Reply

        condivido le tue riflessioni. Anch’io quando ero in “carriera” correvo sempre e non mi accorgevo di chi avevo accanto. Poi le circostanze della vita mi hanno costretto a fermarmi e forse questo è stato un bene dopo lo smarrimento, il terrore di trovarmi a fare i conti con me stessa da cui sfuggivo tuffandomi nel lavoro, mi sono resa conto che dovevo rivedere tutto e ricominciare daccapo dando le giuste priorità. Mi sono resa conto di essere un essere umano e non una macchina, con dei sentimenti e delle fragilità per me nuovi ma che mi hanno dato l’opportunità di diventare una persona migliore.

    • Enrico, 16 Maggio 2011 @ 20:14 Reply

      Ciao Cinzia, ti segnalo un link, se ancora non lo conosci, di un file audio proposto dalla radio vaticana. È la lettura di un libro che a me è piaciuto tantissimo. Il libro è intitolato donare e perdonare, autori Alois Kothgasser e Clemens Sedmak.
      Il link è questo: http://www.radiovaticana.org/orc/articolo.asp?c=451638

      Buon ascolto e buona lettura se decidi di acquistare il libro.

      PS: il sito propone diversi libri molto belli. Fruga nella sezione archivio meditazioni.

      • cinzia, 17 Maggio 2011 @ 09:30 Reply

        grazie Enrico, seguirò il tuo consiglio.

  • costanza, 16 Maggio 2011 @ 14:11 Reply

    Ieri andando a votare in una zona notoriamente segnata dal Sistema ho visto una Ferrari Testarossa che usciva dal garage di un basso…ovvero: il basso serviva come base di spaccio, la Ferrari era il frutto delle vendite (non solo della droga), ma soprattutto era il simbolo di un’ideologia che concretizza il successo nel possedere e nell’ostentare ricchezza. E coloro che non possono o non sanno procurarsi il denaro corrompendo, tangentando, rubando, uccidendo, allora possono sempre cercare di farcela con il gratta e vinci. Questo è quanto dovremmo ribaltare, frantumando i piedi d’argilla dell’idolo consumistico che domina la società alla quale volenti o nolenti apparteniamo. Proviamo a leggere il libro di Daniele in questa direzione, forse ci dirà qualcosa di interessante.

    • Enrico, 16 Maggio 2011 @ 14:37 Reply

      “idolo consumistico”

      Se vogliamo possiamo fare molto per cambiare la società, iniziando da noi stessi e dando un esempio agli altri con la nostra vita.

      Ad esempio possiamo iniziare nel non andare di domenica nei centri commerciali …

      • Vera, 16 Maggio 2011 @ 15:25 Reply

        Il consumismo comincia dal cuore,
        chiediamoci se abbiamo
        quello che ci serve
        davvero per vivere,

        e cosa davvero
        ci serve per vivere.
        le cose essenziali.

        sto parlando adesso
        di sole cose materiali.
        di oggetti.
        (e parlo per me, anzitutto)

        • Enrico, 16 Maggio 2011 @ 19:13 Reply

          Certo Vera il consumismo comincia dal cuore ma poi bisogna passare all’azione. Quello che scrivevo prima (centri commerciali) può essere uno dei tanti esempi per dare un segnale alla società (noi stessi) che si può vivere anche senza le cose materiali superflue. Ogni tanto se compiamo una piccola rinuncia, messa insieme può diventare una grande conquista per la società.

          • Vera, 16 Maggio 2011 @ 19:22

            Perfettamente d’accordo, era implicito.

  • michaela, 16 Maggio 2011 @ 14:12 Reply

    Ho imparato che non posso decidere come mi sento, ma che posso sempre fare qualcosa!

    Nei momenti bui c’è una piccola preghiera che aiuta :

    Signore, aiutaci a portare il peso della nostra giornata, accettando serenamente la Tua volontà.

    Ripetuta in continuazione e meditando “Accettando serenamente” non cambia la vita, ma tira su il morale.

    Fidatevi, il Signore è con noi!

    E come dice Lucia1: Lui non aspetta altro che tu Lo cerchi e si farà trovare.

  • angelo, 16 Maggio 2011 @ 15:18 Reply

    Costanza, mi è stato detto(sinceramente non mi intendo di politica) che bisogna andare a votare e dire SI a tutti e tre i referendum.
    Tu cosa ne dici?

    • Vera, 16 Maggio 2011 @ 18:07 Reply

      Ciao Angelo,
      sinceramente, e cristianamente, ti consiglio di informarti di più riguardo alle “cose comuni”: c’è bisogno anche di cristiani come te quando si decide per tutti!

      • angelo, 16 Maggio 2011 @ 19:56 Reply

        OK, lo farò, grazie del consiglio; in verità, ti dico che la mia passione è Dio, ma con un pò di impegno, sono certo che riuscirò ad aggiornarmi anche sulle “cose comuni”, anche se “Siamo diventati uno Stato basato sul gioco d’azzardo”, e la politica non è altro che un tornaconto personale.
        A pensarci bene, però, Gesù non sapeva neppure di chi fosse l’immagine sulla moneta (“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”).

        • Vera, 16 Maggio 2011 @ 20:33 Reply

          Grazie Angelo per aver accettato il mio consiglio,
          perché secondo me non è possibile essere appassionati di Dio
          occupandosi poco delle sue creature…
          interessarsi di Dio senza occuparsi degli uomini!
          e di come essi faticosamente si organizzano e si governano.
          Credo che Gesù sapesse quello che diceva nel dire “date a Cesare quello che è suo”! e credo si riferisse all’uso distorto del potere e del denaro.

          O magari Gesù ci voleva solo ricordare di pagare le tasse!!!?

          Senza scherzi…
          io sono davvero convinta che sapere chi sono i Cesari del mondo
          preoccuparci di cosa fanno
          agire nel mondo secondo la visione cristiana
          siano alcuni fra i nostri compiti di cristiani.
          noi luce, lievito,
          e voci. braccia. idee.
          è anche compito tuo occuparti delle cose comuni, Angelo, e forse lo stato è diventato quel che è perché molti fra noi pensano che lo Stato non sia affar loro, …

          Ed io che da sempre sono per uno Stato pienamente laico ti dico
          che però in uno Stato laico ci viviamo anche noi cristiani
          e possiamo dire quello che pensiamo liberamente. Come tutti.

          • angelo, 16 Maggio 2011 @ 20:58

            Vera, sono certo che Gesù a quel tempo voleva dire che le tasse vanno pagate! (questo da bravo e Cristiano cittadino lo faccio), ai nostri giorni avrebbe anche fatto riferimento all’uso distorto del potere e del nostro denaro.
            Per il resto, davvero, cercherò di mettere un pò i piedi per terra! Anche se mi piacerebbe che gli uomini alzassero un pò lo sguardo al Cielo!

          • angelo, 16 Maggio 2011 @ 21:11

            Comunque Vera, ho dimenticato di dirti che io non volevo far riferimento alla frase di Gesù “Date a Cesare…..” ma volevo dire che Gesù non si intendeva di politica….
            Lui doveva occuparsi solo delle Cose del Padre (“Mio cibo è fare la volontà di Colui che mia ha mandato”).

    • costanza, 19 Maggio 2011 @ 12:28 Reply

      I referendum sono quattro; essendo, per la legge italiana, abrogativi, per dire no all’acqua privatizzata bisogna votare si, etc. Il tema dell’acqua poi è un tema che coinvolge il cristiano, riguarda la salvaguardia del creato e l’uso delle risorse (di cui siamo custodi, non padroni). Ne ha scritto Benedetto XVI nella caritas in veritate e ne hanno scritto molte diocesi riguardo agli stili di vita. Se vuoi informazioni le trovi su http://www.acquabenecomune.org, oppure puoi scrivermi sulla mia mail rhemesnd@libero.it.

  • Vera, 16 Maggio 2011 @ 16:32 Reply

    Carissima Sole, ero occupata, e ora ci sono!
    la prima cosa che voglio dirti è questa:
    rileggi i Salmi! fallo per favore!

    Salmi = ARCOBALENO di sentimenti ed emozioni.
    chiaro scuro cieli e polvere…
    il vento la neve le piogge la luce il Sole!

    sei triste, depressa, arrabbiata, felice, vuoi chiedere qualcosa?!…
    non sai nemmeno tu come ti senti?!:
    leggiti un Salmo e scoprirai che altri hanno provato quello che provi tu adesso, e hanno trovato il modo di dirlo adatto anche a te OGGI! straordinario.
    (A me succede così da anni.)
    (Poi ti dico: non preoccuparti se non senti i cori degli angeli quando preghi,
    So cosa intendi: lo hai descritto molto bene. può capitare.
    Se puoi continua a pregare ugualmente abbi pazienza con te! e con tutto.
    trova la tua strada-pregando per offrire il tuo sentire triste malinconico e apatico a Dio
    e se puoi, non allontanarti mai dalla preghiera! che non è solo parole…)
    Io non so che cristiana sono! buona cattiva… lo sono grazie a Dio!,
    e sempre faccio quello che posso per continuare ad esserlo e crescere!

    Ma a volte sì che sono “depressa” anche io!,
    (cfr. Emmaus, per non andar oggi troppo lontano…) però capiamoci:
    un po’ “depressi” nella norma, credo lo siamo un po’ tutti, prima o/e poi…
    i dubbi le alternanze, i su e i giù, sono la nostra vita,
    perché siamo uomini e non supereroi! credo che siano fisiologici!
    la depressione seria invece, quella di cui parla Lucia1…
    quella va curata! (come le dipendenze serie!)
    ed è saggio e utile farsi aiutare da chi ne sa più di noi…

    • Sole, 17 Maggio 2011 @ 08:02 Reply

      Vera è bello leggerti…

      • Vera, 17 Maggio 2011 @ 09:08 Reply

        Grazie Sole,
        e grazie a Dio,

        Lui ci dona piccole cose e piccole parole,
        echi solo echi della Sua Parola,

        e sempre, in umiltà e rispetto di tutti,
        le nostre voci siano a Lui gradite.

  • Vera, 16 Maggio 2011 @ 18:01 Reply

    Ciao Cinzia, ero occupata, a svolgere uno dei miei tanti lavori…
    Quello che ho scritto a Sole sui Salmi è buono anche per noi, vero?
    ma a te che parli di lavoro, voglio dire pure qualcosa di altro.
    Io mi sono dovuta riciclare mille volte.
    A noi donne capita.
    a un certo punto della nostra esitenza, forse sul più bello (ed è sempre troppo tardi per avere i bambini!…) figli marito scelte di vita… (e siamo spesso sole a dover fare tutto…) e poi bisogna riprendere… per non deprimersi… o perché c’è bisogno di lavorare… o per non deprimersi…
    Corsi, master, stage, speranze, ricerca sistematica e scientifica del lavoro
    quaderni diligentemente ordinati (e precisi) sulla ricerca del lavoro,
    lettere di autocandidatura Curricula ineccepibili…
    tranne qui buchi lì… e c’è chi ha il coraggio di chiedercelo: cosa stavamo facendo in quegli anni lì?!…
    (ma li si può compilare con “MATERNITÀ che mi ha dato tanto e mi ha arricchita anche dal punto di vista professionale”, ed è proprio così!!!
    ormai potrei tenerlo io un corso su queste cose!…
    Bilancio delle competenze, soliti triti discorsi, ne saprai quanto me anche tu…
    eppure
    posso dirti che quello che mi ha salvata e aiutata nei miei anni è stato lo StudioContinuo di tutto con passione e curiosità. annusando i tempi e seguendo i miei molti interessi e facendo anche cose disparate MA utili a sentirmi “viva”. Sempre.

    Se non hai necessità economiche impellenti trova e coltiva i tuoi interessi scoprine di nuovi, so che vivi in un piccolo paese, ma se ci sono centri più grandi vicini a te fai qualche nuovo corso, esci!, inventati qualcosa, (stando attenta ai soliti furbi…) anche su internet, se vuoi.

    Se invece ti serve lavorare davvero pensa stavolta al lavoro a cui non hai ancora pensato e riciclati anche tu, anche i lavori più umili, se ci sono e quando ci sono in questo periodo, sono benedetti da Dio, se fatti secondo la sua volontà.

    Spesso per noi donne, alla fine, uno dei lavori più delicati è essere sempre presenti
    in casa quando i nostri hanno (sempre) bisogno di noi.
    Non ci sono vacanze non ci sono domeniche non ci sono ferie che tengano. Per noi il lavoro di questo tipo non finisce mai.
    E allora mi viene in mente quello che Paolo Curtaz dice (lo hai mai letto? è simpaticissimo e fa riflettere!) a proposito di Gesù che fino a 30 anni faceva sgabelli, “sgabelli” che io chiamo “le mie piccole cose”.
    Se Lui, il Figlio di Dio, per così lungo tempo ha fatto sgabelli… allora forse anche noi possiamo fare le nostre piccole cose affidandoci a Lui. Per lunghi anni.

    Se qualche volta hai voglia di fare quattro chiacchiere, non necessariamente su Dio e fede, qui trovi qualcuna di noi sempre pronta ad un sorriso e ad una chiacchierata (e magari a una preghiera!) Laura, Molly, me, forse anche altri…
    siamo lontani e possiamo essere vicini,
    piccolo surrogato di affetti questa WebPiazza può essere utile se impariamo a usarla e gestirla “ottimizzandola” per le esigenze di tutti…
    e per virtualissimi abbracci!
    questa è la mia email se hai voglia di usarla e per non andare in giro a cercarla.
    un abbraccio
    veraveraeveraeveramveravera@gmail.com

    • cinzia, 16 Maggio 2011 @ 20:33 Reply

      Ciao Vera, aspettavo di leggerti. Rispondo solo ora perchè ho appena terminato le faccende domestiche…

      Mi sono avvicinata da poco ai Salmi e alcuni li ho trovati davvero belli e credo che possano essere di aiuto per ognuno di noi.
      Quel che dici delle fatiche quotidiane di noi donne è assolutamente vero: dobbiamo essere sempre presenti, anche se non ci siamo! Sono anni che non faccio ferie perchè gli ultimi miei impegni di lavoro comprendevano anche i mesi estivi ma anche per motivi economici poichè mio marito ha avuto problemi di cassa integrazione per parecchi mesi e la cosa ha influito notevolmente.

      Bella la citazione di Gesù che fino a 30 anni faceva sgabelli, di che libro si tratta? Lo leggerò volentieri come gli altri libri di Paolo Curtaz.

      Anche se posso dare l’impressione di una che si piange un pò addosso, ti assicuro che tra alti e bassi sono una persona attiva, ho frequentato corsi di informatica, contabilità, ecc., amo molto approfondire la lingua inglese con aggiornamenti della BBC e del British Council e poi con i figli serve sempre. Invio candidature spontanee e rispondo ad annunci vari. Mi ripropongo alle aziende presso le quali ho già lavorato in precedenza per sentire se hanno nuove necessità di assumere e telefonate a ex colleghi di lavoro per sapere se si muove qualcosa. Mi sono riciclata ogni volta che mi viene offerta la possibilità di farlo anche se col passare degli anni e qualche problemino di salute non è sempre facilissimo, ma insisto.

      Oggi ho ascoltato le meditazioni sulla preghiera di Padre Ermes Ronchi che qualcuno di voi tempo fà mi aveva consigliato: sarà la voce calda di chi legge e la musica dolce che l’accompagna ma ho provato un pò di pace.

      Che bello sapere che posso contare su di voi, mie virtualissime amiche, vi abbraccio tutte con affetto. Grazie per il tuo indirizzo mail che non mancherò di utilizzare.

      • Vera, 17 Maggio 2011 @ 13:30 Reply

        Ciao Cinzia, ho cercato Paolo Curtaz per te da un’omelia on line, (poi lo trovi in Gesù Zero quando parla del silenzio di Dio; sulla mia edizione è alle pag. 131-133… ma forse ora troverai edizioni nuove in libreria…

        “Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria. E a Nazareth, per trent’anni, Dio si nasconde nella quotidianità più semplice: bambino, adolescente, giovane falegname, come suo padre. Durante quei trent’anni, milioni di persone gridavano la loro pena a Dio, giorno e notte, e Dio che faceva?
        Sgabelli.
        Quanto parla questo assordante silenzio! Quanto dice di Dio questa sua scelta!
        A noi che sempre cerchiamo il plauso e la visibilità, l’efficienza e la produttività, Dio propone una logica diversa. Scegliere Nazareth, un paese occupato dall’Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un’epoca sprovvista di mezzi di comunicazioni, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull’essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).”

        Vedo che fai già tante cose belle! grazie a Dio!

        • cinzia, 17 Maggio 2011 @ 21:38 Reply

          Grazie Vera, precisa e puntuale come sempre. Era da tempo che avevo in mente di acquistare Gesù Zero per leggerlo ed ora penso proprio che lo farò.
          Oggi và decisamente meglio di ieri ed anche grazie a te, a voi
          che mi avete sostenuto.
          Un abbraccio

  • Lidia, 16 Maggio 2011 @ 22:25 Reply

    Boh, secondo me, bene capisce chi ha provato.
    Chi è stato depresso capirà i depressi e cos’è la depressione
    Chi è senza lavoro capirà chi è nella stessa situazione
    Chi è ricco può intendere il pericolo di inorgoglirsi
    Chi è nella povertà sentirà il morso della ribellione a Dio
    e via dicendo.

    Provare per capire senza nascondersi dietro “a no, a me non capiterà mai” (per il negativo) e “ah, io farei … ” in positivo.

    Nella vita si sta un po’ ovunque e si passano momenti terribilmente bui e credo che l’importante sia la non- ipocrisia, la lealtà di essere come si è affrontandosi ogni giorno.

    D’altra parte c’è gente che è più che attaccata alla ricchezza anche se è economicamente nella media.
    Esistono ricchezze non monetarie che, però, corrono gli stessi pericoli.
    Sto parlando di intelligenza, cultura, religione (perchè no?) ed ogni altro dono che – purtroppo – si ostenta ferendo parecchi.

    Credo che l’unica ricchezza da chiedere sia quella della Carità e dell’umiltà e tutto prenderà la sua giusta misura.

  • Vera, 17 Maggio 2011 @ 13:46 Reply

    Ciao Angelo,
    io credo invece credo che Gesù se ne intendesse bene di politica al punto di sapere che posto essa può occupare nelle faccende umane… e al punto di scegliere e decidere cosa fare a proposito della Missione che il Padre gli aveva affidato…

    Tu dici che suo compito era fare la volontà del Padre, certo, e in questa volontà dove sono gli ultimi, i poveri, le persone che non hanno pane e presto e presto non avranno neanche acqua da bere???!!!

    Serviamo i poveri della terra anche noi
    come Lui ha fatto, giocandoci la vita…
    con la nostra vita indichiamo il cielo…
    e poi, magari,
    gli uomini alzeranno gli occhi a Dio.

  • angelo, 17 Maggio 2011 @ 19:06 Reply

    Vera, comprendo perfettamente cosa vuoi dire, e io, credimi, la vita me la sono giocata, me la gioco ogni giorno, ogni ora, ogni istante, tutto a favore degli altri, senza un tornaconto personale, con la speranza che i grandi della terra possano comprendere che se non daranno da mangiare e da bere ai poveri, una volta finita questa vita, i poveri non potranno dare loro neppure una goccia di acqua (vedi il ricco epulone);e gli occhi e il cuore sono sempre rivolti al cielo, al Signore nostro Dio; possa Egli vedere e provvedere (Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva).

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