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Nelle mie letture dell’alba trovo una splendida poesia di  J. L. Borges El remordimiento che voglio condividere con voi:

Ho commesso il peggiore dei peccati

Che possa commettere un uomo

Non sono stato

Felice

La provocazione mi ha fatto venire in mente un detto del Talmud che cito spesso:

Dio ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuta

Certo, la vita ci pone davanti molti ostacoli, e molti ne aggiungiamo noi. Ma non scordiamoci mai che Dio ci ha creato per essere felici e che la nostra vita tende alla felicità. Il peccato, come dice Borges (copiando la Bibbia!), è scordarsi di investire in questa progressiva “felicitazione”. Come scrive A.Gide:

Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi.

Animo, cercatori di Dio, abbiamo un compito da svolgere, oggi.

50 Comments

  • Vera, 3 Ottobre 2010 @ 11:27 Reply

    Belle le tue letture dell’alba, Paolo!
    ———-
    Fanne altre (tante) così, anche per noi!

    Io credo sia vero quanto dice Borges (che copia – ma tutti più o meno copiamo – e che mi piace molto) e accolgo con piacere la tua esortazione…

    oggi, subito: felicità e santità!!
    Grazie
    Vera

  • Lidia, 3 Ottobre 2010 @ 12:31 Reply

    Mi dichiaro colpevole!

  • Lidia, 3 Ottobre 2010 @ 12:50 Reply

    E …. anch’io ho letto all’alba di qualche giorno fà queste parole/citazioni di san Bernardo di Chiaravalle che ben si addicono – a me pare – a questo post … (se si riesce ad arrivare fino all’ultima frase)

    Ecco le frasi:

    * [I quattro gradi dell’amore]
    […] bisogna che il nostro amore cominci dalla carne. Se poi è diretto secondo un giusto ordine, […] sotto l’ispirazione della Grazia, sarà infine perfezionato dallo spirito. Infatti non viene prima lo spirituale, ma ciò che è animale precede ciò che è spirituale. […] Perciò prima l’uomo ama sé stesso per sé […]. Vedendo poi che da solo non può sussistere, comincia a cercare Dio per mezzo della fede, come un essere necessario e Lo ama.
    Nel secondo grado, quindi, ama Dio, ma per sé, non per Lui. Cominciando però a frequentare Dio e ad onorarlo in rapporto alle proprie necessità, viene a conoscerlo a poco a poco con la lettura, con la riflessione, con la preghiera, con l’obbedienza; cosí gli si avvicina quasi insensibilmente attraverso una certa familiarità e gusta pura quanto sia soave.
    Dopo aver assaporato questa soavità l’anima passa al terzo grado, amando Dio non per sé, ma per Lui. In questo grado ci si ferma a lungo, anzi, non so se in questa vita sia possibile raggiungere il quarto grado.
    Quello cioè in cui l’uomo ama sé stesso solo per Dio. […] Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà sé stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui. Io credo che provasse questo il profeta, quando diceva: “-Entrerò nella potenza del Signore e mi ricorderò solo della Tua giustizia-“. […] (da De diligendo Deo, cap. XV)

    * L’umiltà è la sola che beatifica ed eterna le virtù, che fa forza al regno dei cieli, che ha umiliato il Signore della Maestà fino alla morte, la morte della croce. L’umiltà fu la prima a invitare a discendere fra noi il Verbo di Dio, stabilito nell’alto dei cieli. [1]

    * Maria è stata una rosa, bianca per la sua verginità, vermiglia per la carità. (citato in Corriere della sera, 22 gennaio 2010)

    * O buon Gesù, quando orando [pregando] con li occhi chiusi, quasi mi volto a te, desiderosamente, tu mandi nel mio cuore una certa cosa e un certo contento che io medesimo non posso sapere quello che si sia. Io sento bene in me una saporosa dolcezza, la quale tutto mi contenta, e se io seguitassi insino alla sua perfezione in me, io non cercherei mai più altro. (da De contemplando Deo, IX, 20)[2]

    * Perché tu abbia un cuore che si rattrista per le miserie altrui, bisogna che prima riconosca la miseria tua in modo da trovare nella tua anima quella del tuo prossimo, e apprenda dall’intimo di te stesso come soccorrerlo, sul esempio del Salvatore, che volle soffrire per poter compatire. (da De diligendo Deo)

    * Quanto più si è buoni, tanto più si è cattivi, se si attribuisce a proprio merito ciò per cui si è buoni. (da Sermones super Cantica Canticorum, LXXXIV)

    e quest’ultima frase è proprio diretta ai “servi inutili” che trovano il loro contrario di essere e rimanere sempre servi, ma serviti dal Signore. Un servo – quell’altro – che dopo aver lavorato tutto il giorno rimane sveglio ad aspettare il Padrone, mentre il primo – giustamente stanco – se n’è andato a riposare.

    Grazie Paolo …. e di tutto, anche delle preziose “lavate di capo” … Non è che mi piacciano, ma fanno sempre bene per tenere “la testa” pulita no?

  • Clementina, 3 Ottobre 2010 @ 16:12 Reply

    Anch’io, come Lidia, mi dichiaro colpevole.
    Farsi assorbire dai problemi dimenticando la gioia è un’offesa al Signore e al Suo creato.
    Incomincio ora a riparare.
    Grazie, Paolo!

  • miriam, 3 Ottobre 2010 @ 16:24 Reply

    bene bene….condivido che il peccato maggiore e’ rendere la vita propria e quella degli altri infelice…..quanta felicita’ presa a calci quando discutiamo per niente xk legati all’orgoglio,alla presunzione,al primato…ah la felicita’…tutti la vogliono,ma tutti la cacciano…io oggi,per esempio,sono molto FELICE!!!xk?xk 39 anni fa sono stata battezzata e sono entrata a far parte della MADRE CHIESA!quindi ho colto subito la palla al balzo e con il mio parroco e la mia comunita’ ho condiviso il rinnovo delle mie promesse battesimali durante la celebrazione eucaristica…..ricordarci della nostra dignita’ cristiana e’ FELICITA’!impegnarsi ,nonostante i nostri difetti e mancanze per far conoscere GESU’ CRISTO e’ FELICITA’!pensare che il nostro DIO si e’ INCARNATO per noi e’ FELICITA’….e mo’ mi fermo se no non la finisco piu’ di essere felice 😉 un saluto a tutti in particolare a te Paolo…

  • maria rosaria, 3 Ottobre 2010 @ 16:37 Reply

    – “Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà sé stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui” – (“Il mio vivere è Cristo”).
    E’ questa l’Eterna Felicità.
    – “Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi”-.
    Il modo di ragionare, di valutare di operare le proprie scelte, per tanti Cristiani, prescinde completamente da Cristo o addirittura è in opposizione a Cristo, al suo Vangelo, alla sua Chiesa.
    E’ impossibile oscurare e dimenticare Cristo; Paolo riguardo ai nemici di Cristo scrisse ” Spiacente a Dio e nemico del genere umano, perchè impedisce di predicare il Vangelo di Gesù al mondo, affinchè possa essere salvato.”

  • maria lugia, 3 Ottobre 2010 @ 18:14 Reply

    Non c’è peccato più grandedi non essere steti felici…
    Dio ci ha creati per essere felici…
    Caro Paolo con queste due affermazioni sicuramente hai scatenato, nelle menti di chi ti ha letto,delle profonde riflessioni e così ci hai messi tutti a lavoro e a fare i conti con noi stessi!Io prima di mettermi a lavoro ho letto i vari commenti e poi ho cercato sul vocabolario il significato,nella lingua italiana,di “felicità” e la definizione recita più o meno così:la compiuta esperienza di ogni appagamento, ed ancora avvenimento o stato conforme ai desideri…E adesso scateniamoci!In vetità queste definizioni a me fanno chiedere quanto faccio e cosa faccio per essere felice?qual’è la felicità che il Signore Dio vuole da me?La mia felicità può intralciare quella degli altri?Oppure la mia felicità è elemento positivo per coloro che vengono a contatto con me?La felicità è un qualcosa che alcuni rincorrono per tutta la vita e la cercano cissà in quali cose!Io penso che la felicità terrena è fatta di tante piccole cose che Dio ci dona ogni giorno,basti pensare ad un’alba nuova che nasce(e trova Paolo a leggere cose che poi tasmeyyerà anoi),al sorriso di un bambino,a quel malato che si rivolge a me tremolante e mi dce “meno male che ci sei tu oggi cosi non mi farai sentire dolore. Potrei fare un’infinità di esmpi ma mi limito a dire che gurdiamo con gli occhi dell’amore la felicità è in ogni cosa e Dio sarà fieri noi perchè abbiamo fatto tesoro del Suo messaggio.Un saluto speciale a Paolo e a tutti isuoi parrocciani virtuali.

  • Vera, 3 Ottobre 2010 @ 20:48 Reply

    Ciao a tutti!
    Oggi ci ho provato davvero ad essere felice e santa.
    Ci son riuscita un po’ si e un po’ no. (Armonia ad intermittenza, oggi)
    Continuerò anche domani. E dopo.
    (E’ il mio lavoro di tutti i giorni)

    Mi spiego meglio: per me la felicità è anche silenziosa Armonia, ed altre parole si mischiavano a quelle citate da Paolo continuando io a pensare in versi:

    «Il mio supplizio
    è quando
    non mi credo
    in armonia»
    (G.Ungaretti, da L’Allegria, I fiumi, 1916)

    in armonia con Me stessa
    …………….con la mia famiglia
    …………….con amici conoscenti vicini persone
    …………….con le Cose Tutte intorno a me
    _______
    Io non mi sento “in armonia” se non prego,
    se qualche interazione con gli altri non va come vorrei,
    se in qualche modo nella mia giornata
    entra il dis-ordine e la s-fiducia del peccato
    sia esso omissione o azione, consapevole o meno.
    ———–
    Ed allora è il “supplizio”, il tormento, l’infelicità della mente (e degli affetti)

    Che può guarire e liberarsi se ristabilisce l’equilibrio
    –> nella Preghiera – che è vita e respiro –
    –> nelle interazioni e relazioni con gli altri fondate su cose semplici come
    “ama gli altri, Vera, come ameresti te stessa” e
    “fai per loro, Vera, quello che faresti per te stessa”
    (poi magari alcuni non vogliono essere amati come io amo me!!! e bisogna mettersi d’accordo!!! capita!)
    –> nel riconoscere i miei errori e chiedere, se possibile, perdono.
    –> nel riscoprire costantemente che sono creatura e amata da Dio.
    (Qualunque pasticcio io abbia combinato, su questa terra,
    se chiedo perdono a Dio, (a me stessa, e ai fratelli ovvio) col cuore, ecco che ritrovo la serenità.)

    E piano piano, tra una Lode e un ‘Grazie a Dio’, l’Armonia rinasce, e porta Felicità.
    (spero anche Santità che è assolutamente per tutti anche per me.)
    ————
    Spesso capita che noi siamo così OCCUPATI dai nostri problemi e dalla nostra tristezza che non abbiamo SPAZIO(anche spazio-fisico dentro di noi) per altri sentimenti e sensazioni.
    —–
    E se invece potessimo “cambiare” sentimenti in modo più semplice?
    magari come si cambia un abito? magari soltanto leggendo un Salmo di Gioia di Lode di Ringraziamento?
    (i Salmi, tutti, sono per me tra le più belle POESIE! ed io amo molto la POESIA)
    —-
    (Mi hanno raccontato di un ordine religioso in cui le suore fanno il voto di essere felici! e ogni mattina una fra loro, a turno, intona canti di lode, per improntare alla lode tutta la giornata.)
    ————
    Trucco: Io so, per esperienza, che quando sono triste posso ripensare a tutte le cose belle che Dio ha fatto per me.
    E nel ringraziarlo la tristezza va via, ed io indosso l’abito della riconoscenza e della felicità, della consapevolezza del suo amore per me in ogni circostanza, anche la più difficile e appunto… triste. O disperata.(che sembra tale dal mio punto – umano – di vista)
    La felicità poi dura magari poche ore o minuti, ma è bello comunque. Da provare. Ve lo consiglio.
    (All’inizio forse non vi verrà in mente nulla di cui dire grazie, ma poi, pensandoci bene…sono sicura che farete fatica a fermarvi!… potete usare anche un quaderno speciale per scrivere tutte le cose belle della vostra vita!)
    !!!!!!!!
    Tanti Auguri Miriam! Hai trovato il modo migliore per festeggiare una giornata così bella e importante! Auguri! (anch’io festeggerò il mio battesimo il 24 ottobre! tra poco!)
    Vera

  • loretta da livorno, 3 Ottobre 2010 @ 22:35 Reply

    caro paolo il tuo commento mattutino merita attenzione….direi molta attenzione….sono sempre felice ogni volta che leggo una tua annotazione…io non sono stata molta felice per tanti anni..ed è vero è un grande peccato,perchè avevo tutto per essere felice,e non me ne accorgevo…ho imparato a vedere la felicità da quando Gesù ha bussato alla mia porta….certo non è sempre facile dichiarare questa cosa ma il suo amore è grande e ti dona la felicità ogni volta che ne hai bisogno ….è stupefacente!!!!!

  • Lidia, 3 Ottobre 2010 @ 22:45 Reply

    Mah!
    Io direi di far felici gli altri (basta un sorriso aperto, un paio di orecchie, poca pigrizia, ecc.)… poi, dopo, la felicità (è???????) arriverà.

    Preferisco anch’io l’armonia … la preferisco di gran lunga perché significa che tutti sono (almeno) contenti.

    E per fare questo “basterebbe” recitare e meditare ogni giorno la Sequenza allo Spirito Santo e prenderla come indicazione di “collaborazione” (simpatica e leggera) con lo Spirito Santo in tutte quelle ottime azioni che la stessa Sequenza dice.

  • robis, 3 Ottobre 2010 @ 23:47 Reply

    “Animo, cercatori di Dio, abbiamo un compito da svolgere, oggi.”

    Oggi…

    Oggi abbiamo avuto la conclusione della festa patronale e siam tornati a casa tutti contenti: una brillante Messa stamattina, il pranzo insieme, la benedizione dei bambini oggi pomeriggio, a seguire giochi in cortile organizzati dagli animatori dell’oratorio per i bambini più grandi, e un’area attrezzata per bimbi 0-4 anni organizzata dal gruppo Post-Battesimo (che abbiamo da qualche anno). Tanta partecipazione, tante facce nuove, tanta serenità. Ho parlato con decine di persone: gente che non avevo mai visto, gente che non vedevo da anni, gente che vedo sempre. Son state giornate faticosissime ma abbiam fatto tutto volentieri…

    Sappiamo benissimo di non aver risolto nessun problema: avremo le stesse difficoltà dell’anno scorso e di quello prima ancora…ogni tanto ci prenderà uno strisciante senso di inutilità…fa niente: ci aiuterà qualche altro parrocchiano che starà vivendo un momento entusiasmante…

    Sono convinta che in questi giorni abbiamo mostrato il volto bello della Chiesa…presenza nel quartiere, accoglienza verso tutti, disponibilità di ognuno verso tutti…

    Certo che sono felice!

  • elio, 4 Ottobre 2010 @ 00:14 Reply

    Ho ascoltato e riascoltato il tuo commento al Vangelo rimuginandolo,un Vangelo che attraverso il tuo commento mi calza perfettamente. E’ capitato altre volte di riconoscermi nei commenti, lampade che si illuminano lungo questo faticosissimo cammino della vita. Non so chi sono le persone che ti scrivono su questo sito, mi sembrano tutti entusiasti,veri discepoli,felici ascoltatori della Parola: io sono di un’altra generazione poco avvezzo a relazionarmi attravero una tastiera,pratico il tuo sito leggo i tuoi libri perchè ho avuto occasione di incontrarti dal “vivo” ed è questo che fa di te,per me, una realtà un testimone, un “non appassito” del pulpito. La Parola è fondamentale come è scritta ma una grande rilevanza è anche nel portatore. Della mia infanzia c’è il ricordo di frotte di banbini che sciamavano per le strade dietro a un pallone… il mondo è cambiato…Ti seguo con passione;d’altronde il crollo di Roma imperiale è iniziato dai “confini dell’impero

  • elio, 4 Ottobre 2010 @ 00:22 Reply

    Mi scuso fin d’ora con chi leggerà la mia e-mail precedente, come dicevo questo sistema troppo asettico di cominicare mi crea qualche imbarazzo. Non sono d’uso a frequentare Internet perchè non mi appartiene, sono e rimango dell’avviso che il rapporto fra persone sia insostituibile perchè un fratello lo si deve abbracciare e guardare negli occhi per trasmettere e ricevere la tenerezza di Cristo che è in ognuno di noi.

  • Lidia, 4 Ottobre 2010 @ 07:23 Reply

    @Elio …. (posso?) caro,
    certo che è insostituibile l’abbraccio di persona e lo sguardo “occhi negli occhi”, ma l’abbraccio e lo sguardo si limiterebbe a qualche persona.
    E’ bello, invece, rinunciare un po’ alla nostra parte sensibile che chiede riscontro del nostro abbraccio e cercare di abbracciare quelli che non vediamo e che – comunque – hanno bisogno di essere abbracciati.
    Per lo sguardo, invece, c’è un’altra strada perchè lo sguardo che esiste via internet è uno sguardo del cuore, forse dello spirito che entra/si dona – forse – di più di quello fisico affidato solo ai nostri occhi.
    E’ una possibilità in più che – certamente – richiede uno sforzo, ma che – forse – potrebbe rendere felice qualcuno che per qualche ragione si sente o solo, o incompreso, o escluso o semplicemente intuisce che “gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo” … e più gratuito di questo che non trova riscontro in niente non so cosa ci sia (a parte l’opposizione dura e cattiva).

    Far felici ci fa felici anche se abbiamo una montagna di motivi per non esserlo. la vita è un tritacarne, uno schiacciasassi … forse questo sistema disincarnato è l’unico sistema di salvare qualche “sogno” da questa macchina sotto cui finiscono tutti i sogni stroncando loro la possibilità di realizzarli e realizzarsi.

    In qualche modo è una carità che vola, prendilo così internet, una speranza che soffia ed una Fede che arriva a dare un po’ di luce dove – appunto – la vita ha spento tutto.

    Ci sono anche questi casi “brutti” nella vita, mica solamente i casi felici e luminosi di chi ha scoperto la strada giusta.

    Si potrebbe, allora, considerare internet come una “terra di missione” strana … Altrimenti, non si spiegherebbe come tanti sacerdoti, tanti vescovi (e magari anche il Papa lo vorrebbe) adottano questo sistema che – comunque – non va ad escludere il primario ed essenziale incontro dal vivo.

    E la tua mail …. bé … è sincerità … quindi è un ragalo grosso che ci fai.

  • laura, 4 Ottobre 2010 @ 10:29 Reply

    Non so voi, ma se penso alla più grande gioia che ho provato nella mia vita è comunque una gioia che pian piano svanisce, o rimane nel ricordo.
    Quello che invece è più possibile è una serenità di fondo, quando le cose vanno bene, e che rimane anche quando non vanno. Ma so che in me c’è un desiderio di una felicità più grande, che non ho mai provato, ma ne percepisco lo spazio, il bisogno dentro. Non credo sarò mai felice, per me felicità” è una parola grossa quanto “amore”, e magari unite possono riempire il vuoto che sento e che nulla al mondo potrà mai colmare.
    Magari mi sbaglio, e questa è la mia realtà semplicemente perchè non ho ancora imparato ad amare, e quando avrò imparato sarò anche felice.
    Una giornata gioiosa a tutti!

  • costanza, 4 Ottobre 2010 @ 11:40 Reply

    Ascoltando la tua omelia di ieri (dopo una ‘devastante’ messa ordinaria che mi ha stavolta messo a dura prova per la sua assoluta medietà quando c’è bisogno di parole vere e non stereotipate) e leggendo il post di oggi credo che speranza e gioia vadano a braccetto; per essere gioiosi dobbiamo capire che anche se non saremo noi a raccogliere qualcun altro comunque raccoglierà, e che la nostra forza è nel cammino insieme, non tanto nella meta. Stamani ho ritrovato nella gioia di una giornata di sole, piena delle ‘impronte digitali’ di Dio, la forza di ripartire senza far vincere la dis-peranza.

  • laura, 4 Ottobre 2010 @ 12:16 Reply

    @ Paolo
    accetti una provocazione?
    Ma Gesù ha raggiunto la felicità nella sua vita terrena?

  • Lidia, 4 Ottobre 2010 @ 12:50 Reply

    😀 😀 😀

  • Paolo, 4 Ottobre 2010 @ 13:11 Reply

    @ Laura

    Molte volte Gesù ha gioito! Pensa solo a quando esulta nello Spirito benedicendo il Padre per avere tenuto nascoste le cose del Regno ai sapienti e averle rivelate ai piccoli! Gesù vive le Beatitudini che proclama.

  • laura, 4 Ottobre 2010 @ 13:31 Reply

    Si, anche nella mia testa dura risuonavano quelle parole di Gesù, e sono convinta che abbia vissuto pienamente sia il dolore che la gioia.
    Ma anche le beatitudini guardano più in là…
    Forse possiamo parlare di gioia nella speranza, di gioia nella fede, di gratitudine a Dio per tutte le cose belle della vita, che sarebbe un peccato non vedere e apprezzare. Ma rimane ancora qualcosa, di cui non possiamo godere pienamente.

  • Jenny, 4 Ottobre 2010 @ 16:45 Reply

    Io vedo in tante persone, il loro volto solare, vorrei averlo anch’io, ma invece sembro arbbiata, il chè non è vero. Sono felice quando prego intensamente davanti al Tabernacolo,mi sembra che Gesù mi senta meglio, mi viene nel cuore una certa cosa che non so spiegare.Ciao a tutti in particolare a te Paolo e a don Sandro

  • Janus, 4 Ottobre 2010 @ 18:47 Reply

    @Paolo
    … che salti da Borges a Gide passando per il talmud 🙂

    Solo a “difesa” di Borges che della terna è quello che preferisco … vale il famoso detto:
    “dopo la Bibbia ed Omero … è effettivemnte difficile trovare un autore che abbia saputo scrivere qualcosa di originale”

    Arrivando al tema del post …
    … a rischio di sembrare “colpevolmente” recidivo … affermo che è nell’etimlogia profonda di scuola greca e latina che ho torvato, per la mia esperienza, la miglior sintesi del concetto.
    Sintesi che mi ha aiuato a superare un po’ tutte le avversità, senza perdere il sorriso e la volgia di sorridere.

    L’etimo latino di Felice/Felicità è un “riflesso” della radice sanscrita propria di “essere/vita” (BHU).
    La Radice Feo/Phyo … porta con se il senso di FECONDITA’ (uguale derivazione Feto, fecondo etc etc)

    Ecco il primo insegnamento che ne ho tratto è stato quello di cercare uno stato in cui il mio essere ed agire nel mondo fosse fecondo … producesse azioni, eventi, insomma agisse … e non si limitasse alla sola contemplazione … ed in senso “passivo” … mi ha insegnato che la “fecondità” del mondo … se colta come benedizione di Dio per l’Uomo non è da disprezzare, ma anzi da accogliere con gioia e gratitudine.

    In Greco sostanzialmente per “Felice” si usano due termini:
    Eudaimon e Makarios (anche Olbyos … da cui Olbia, Città Felice, ma questo terzo serve meno al nostro post 🙂 )

    Eudaimon nasce da Eu (Buono) e Daimon (Spirito/dio/demone/Sorte/fortuna etc etc) … anche se tradotto non sempre bene … il termine indica una perfetta armonia tra la propria esistenza ed il proprio destino.

    Makarios invece deriva dalla radice sanscrita MAG-H (Grande … da cui la nostra Mega, Magno etc etc) … ed indica la capacità dell’anima di espandersi all’infinito… in ogni direzione fino ad uno stato di perfetta comunione col divino … insomma uno stato di beatitudine.

    Ecco, dal Greco ho fatto mie queste due ulteriori accezioni … che mi hanno portato (sopratutto dopo la mia converione) a cercare continuamente nelle pieghe della mia vita il sentiero, il destino che Dio mi ha voluto assegnare (e quindi il compito) … e mi hanno spinto a tendere a quella beatitudine che ancora però mi sfugge.

    Salùt
    Janus

  • Molly, 5 Ottobre 2010 @ 12:25 Reply

    Mi tocca moltissimo questo post perche’ penso che il Signore mi abbia fatto un gran dono, per lo meno l’ho sempre considerato tale, uno di quei talenti da investire… sono una persona solare, felice della vita, sorridente e gioiosa! (nonostante il dolore, i lutti e la sofferenza che ho fino ad ora vissuto)non riesco con parole mie a spegarvi bene quello e come ho scelto di vivere uso le parole di qualcun altro (sicuramente le conoscete). Mi ricordo bene di aver letto per la prima volta questo scritto alle medie e da li iniziai ad uscire dal gregge omologatore e iniziai a scegliere la vera Vita, la Via. sentivo che con Lui potevo Ballare sempre perche’ ero amata cosi’ come ero.. e non per quello che facevo, dicevo, possedevo o non possedevo …

    Ballate come se nessuno vi guardasse
    Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita!
    Ma c’erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa di irrisolto, un affare che richiedeva ancora del tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati… in seguito la vita sarebbe cominciata.
    Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la mia vita.
    Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c’è un mezzo per essere felici, ma che la felicità è il mezzo.
    Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita e gustatelo ancora di più quando lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara con cui passare insieme dei momenti preziosi, magici, indimenticabili; e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.
    E allora smettete di pensare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa.
    Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare.
    Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
    Smettete di aspettare la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno.
    Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente e decidete che non c’è momento migliore per essere felici che il momento presente.
    La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio.
    Lavorate come se non aveste bisogno di soldi.
    Amate come se non doveste mai soffrire.
    Ballate come se nessuno vi guardasse…
    Daisaku Ikeda

    felicementemolly

  • Clementina, 5 Ottobre 2010 @ 13:37 Reply

    Grazie, Molly! <3

  • Lidia, 5 Ottobre 2010 @ 14:36 Reply

    Credo che la felicità sia qualcosa che traspare e non che si dichiara.
    Credo che la felicità come dono sia una cosa/dono che si dona – magari – inconsapevolmente e pure con il cuore gonfio.

    Almeno a me hanno insegnato così: “non ha importanza ciò che tu credi di possedere/essere, è importante quello che gli altri vedono in te e che tu possiedi e pure per Grazia”.

    Mah …

  • Lidia, 5 Ottobre 2010 @ 16:42 Reply

    ops … è vero, grazie davvero Molly! 🙂
    Un testo molto saggio oltre che santo.
    Grazie davvero

  • don sandro, 6 Ottobre 2010 @ 16:52 Reply

    grazie Molly. e anche a te jenny x i tuoi saluti .
    una preghiera reciproca.

  • maria rosaria, 6 Ottobre 2010 @ 21:31 Reply

    Amici, dove siete?

    E’ importante che ciascuno, quanto prima, scopra esistenzialmente il proprio essenziale. Frutto della scoperta del proprio essenziale sono l’unificazione di sè attorno ad alcuni valori centrali, l’autoaccettazione gioiosa, il gusto scriteriato dell’avventura e del rischio, il senso della provvisorietà di tante cose secondo la dinamica del provvisorio, la fiducia nella vita come chi conosce e possiede un tesoro, la gioia di vivere pur entro le immancabili prove….gratuità totale da parte di Dio,impegno totale nel rischio della fede da parte dell’uomo.
    L’essenziale non è particolarmente sapere dove si va; è andare sotto la guida di Dio.(G.Sovernigo)

    Ciò che importa non è che tu faccia ogni cosa in modo perfetto, ma che tu osi mettere in gioco la tua vita. Non nascondere i tuoi errori, ma impara invece da essi. Se combatti riporterai sempre delle ferite. Non sfuggire le tue ferite. Esse fanno parte della tua vita.

    Ti rendono capace di amare…(A.Grun)

  • Lidia, 6 Ottobre 2010 @ 21:50 Reply

    O, non per contestare nessuno, ma sono una “peste” e quindi …
    Non so, ma leggendo la poesia di J. L. Borges, mi è sorto il dubbio (eh .. che ci volete fare) che mancasse qualcosa a quei versi.
    Voglio dire al termine delle parole:
    Ho commesso il peggiore dei peccati
    Che possa commettere un uomo
    Non sono stato
    Felice

    forse avrebbe dovuto essere un PER…

    Insomma con questo PER prenderebbe più senso il detto del Talmud.

    La felicità proprio deve essere prudente, a mio avviso, per non offendere e “buttare a terra” chi non lo è per nulla.

    Ho visto gente scoppiare in lacrime a sentire la sentenza di qualcuno che asseriva che
    se non era felice, non ci poteva essere Dio in lei/lui
    o cose di questo genere.

    Ho visto altrettanta gente dichiararsi felice e poi al minimo inciampo … apriti Cielo …. rifiuto/ribellione e un “chiedere conto a Dio”.

    Andiamoci adagio con questa felicità perchè – per esperienza – spesso è usata come un’arma, spesso allontana, spesso isola e spessissimo rende sordi e ciechi.

    Se invece si riesce ad essere sinceramente felici per … allora tutto cambia e si piange con chi piange, si sostiene chi dubita, ci si offre come “pozzi neri” in cui buttare ogni marcio, si accompagna – quindi – si accompagna trasudando serenità e pace.

    Questa è la mia esperienza di una che è stata per tanto tempo – diciamo – sul piazzale della chiesa, altrettanto tempo con chi è stato rifiutato persino dai propri genitori e cose di questo genere.

    Paolo, un pochino ti contesto con questo commento, ma ci sei abituato e sono certa – comunque – che sotto sotto del mio stesso parere.

  • alberto, 7 Ottobre 2010 @ 00:12 Reply

    Grazie Paolo e grazie a voi tutti! Condivido le vostre riflessioni, la felicità è data e fatta da tante piccole cose, gesti e fatti quotidiani che spesso sfuggono e non gustiamo interamente.
    Spesso penso a questo versetto di un salmo di cui non ricordo il n. “..mi indicherai il sentiero della vita gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.” Solo consapevoli della sua presenza accanto e in noi in ogni momento della nostra vita quotidiana gustiamo una gioia piena, una dolcezza senza fine.
    Il 4 ottobre era San Francesco, e pensando alla gioia mi viene in mente questo santo. Un anno fa con la mia famiglia sono andato ad Assisi, ricordo una giornata buia, grigia e piovosa ma bella e gioisa nel raccontare ai bimbi la storia di Francesco e visitare i luoghi in cui ha vissuto e pregato. Lo immagino sempre sorridente e gioioso, lo considero il Santo della gioia.. o sarà perché ormai ascolto e canto spessissimo con i bimbi le canzoni di Forza venite gente? mah!

    Un saluto a tutti

  • Vera, 7 Ottobre 2010 @ 05:44 Reply

    Per il solo gusto della Poesia:
    ——–
    EL REMORDIMIENTO
    He cometido el peor de los pecados
    que un hombre puede cometer. No he sido
    feliz. Que los glaciares del olvido
    me arrastren y me pierdan, despiadados.
    Mis padres me engendraron para el juego
    arriesgado y hermoso de la vida,
    para la tierra, el agua, el aire, el fuego.
    Los defraudé. No fui feliz. Cumplida
    no fue su joven voluntad. Mi mente
    se aplicó a las simétricas porfías
    del arte, que entreteje naderías.
    Me legaron valor. No fui valiente.
    No me abandona. Siempre está a mi lado
    La sombra de haber sido un desdichado.
    Jorge Luis Borges, 1976

    IL RIMORSO
    Ho commesso il peggiore dei peccati
    che possa commettere un uomo, non sono stato
    felice. Che i ghiacciai della dimenticanza
    possano travolgermi e disperdermi senza pietà.
    I miei mi generarono per il giuoco
    azzardoso e stupendo della vita,
    per la terra, per l’acqua, l’aria, il fuoco.
    Li frodai. Non fui felice. Realizzata
    non fu la giovane loro volontà. La mia mente
    si applicò alle simmetriche ostinatezze
    dell’arte che intesse nullerie.
    Ereditai valore. Non fui valoroso.
    Non mi abbandona, mi sta sempre allato
    l’ombra d’essere stato un disgraziato.
    (Jorge Luis Borges)
    —————–

    Forse la traduzione si potrebbe migliorare…

    Come anche la nostra “ricerca” della Felicità, che io sento ancora soprattutto come Armonia quando, e se,
    suono (bene o come meglio posso) INSIEME a tutti nell’Orchestra di Dio.
    Vera

  • Lidia, 7 Ottobre 2010 @ 07:57 Reply

    Con una canzona scema che me n’ero scordata, ribatto con simpatia a J.L.Borges:

    Felicità, è tenersi per mano e andare lontano
    la felicità il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente
    la felicità e restare vicini come bambini la felicità, felicità….

    Felicità, è un cuscino di piume, l’acqua del fiume che passa e che va
    è la pioggia che scende dietro alle tende
    la felicità, abbassare la luce per fare pace, la felicità, felicità…

    Felicità, è un bicchiere di vino con un panino
    la felicità, è lasciarsi un biglietto dentro al cassetto
    la felicità, è cantare a due voci quanto mi piaci la felicità, felicità…

    RIT.: Senti nell’aria c’è già la nostra canzone d’amore che va
    come un pensiero che sa di felicità…
    Senti nell’aria c’è già un raggio di sole più caldo che va
    come un sorriso che sa di felicità…

    Felicità è una sera a sorpresa la luce accesa e la radio che va
    è un biglietto d’auguri pieno di cuori
    la felicità, è una telefonata non aspettata la felicità, felicità…

    Felicità è la pioggia di notte, l’acqua che batte
    la felicità, è una mano suo cuore piena d’amore
    la felicità è aspettare l’aurora

    ho omesso le ultime 3 parole per non dar luogo a fraintendimenti ah ah ah 😀

    Se ci aspettiamo, questa fantomatica “felicità” attraverso grandi gesta o grandi cose o grandi dichiarazioni d’intenti, credo proprio che abbiamo sbagliato obbiettivo e non abbiamo gli occhi giusti (e la relativa vista) per vederla e riconoscerla, ma – si sà – l’uomo è un professore nel riuscire a complicarsi la vita …. basta vedere il leggendario Adamo …. eh eh eh 😀

  • robis, 7 Ottobre 2010 @ 09:46 Reply

    Per Alberto:

    Forza Venite Gente…il primo musical che abbiamo realizzato in parrocchia…che ricordi…che entusiasmo…!

    “SEMPLICITA’, SORELLA MIA!”

  • Janus, 7 Ottobre 2010 @ 14:27 Reply

    @ Vera
    Grazie, grazie davvero!

    @ Robis
    … “Venite Cavalieri” … avevo forse 10 anni (1982 od 83 non ricordo) … eravamo a Roma per Natale credo o Pasqua non ricordo … dai parenti “d’è a càpitàle” … ci dissero “portiamo i ragazzi al Teatro Tenda” … mannaggia! 🙂

    @ Lidia
    … Ma che gente hai in parrocchia 🙂

    Salùt
    Janus

  • Clementina, 7 Ottobre 2010 @ 15:27 Reply

    Legendo Borges che dice:

    “Ho commesso il peggiore dei peccati

    Che possa commettere un uomo

    Non sono stato

    Felice” io sottintendo:”Quando le circostanze me lo consentivano”.

    Quante persone infatti vivono insoddisfatte senza averne motivo? Non sanno gioire protette dal freddo da uno scialle di lana e scaldate da un fascio di raggi di sole perché cercano una felicità inesistente in una giacca di marca o nel sole delle Hawaii…!

    Il passo del Talmud che dice:

    “Dio ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuta” va letto in quest’ottica

    Che poi, quando la vita ce lo pone davanti, bisogna vivere il momento del dolore e accantonare la gioia, non esclude la verità di Borges.
    E’ il Qoelet che ce lo ricorda:
    C’è “Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
    un tempo per gemere e un tempo per ballare”

  • maria rosaria, 7 Ottobre 2010 @ 18:39 Reply

    Clementina, sono con te!

  • Lidia, 7 Ottobre 2010 @ 22:03 Reply

    @janus, perchè mi chiedi questo?
    In parrocchia c’è gente normale, solo gente normale come in tutte le altre parrocchie d’altra parte.

    Il mio “rifiutati persino dai propri genitori” non si riferisce, ovviamente, alla mia parrocchia, ma a ben altro.

    Di certo tra di noi c’è gente che ha sofferto parecchio, ma proprio tanto … ed onestamente andare a parlare loro di “felicità” mi sembrava di prenderle a sberle … (grazie a Dio non ero solo io a pensarla così).

    Per chi ha toccato ogni tipo di sofferenza umana, di sgomento, e di altro ci pensa 1000 volte a sbandierare la propria felicità che – comunque sia – non ci può essere se si pensa a queste persone.

    Certo si parla della felicità dello spirito, ma ha a che fare con la vita – non propria – ma quella vissuta con altri e fuori dalla porta di casa.

    Anche se è vero che ci sono persone, mamme che hanno perso i figli ad esempio, che – pur non parlando di felicità trasudano una pace che ha del miracoloso nonostante la sofferenza.

    Boh … io la vedo così e non mi piace il l’etichetta “non sei felice non credi in Dio, non sei cristiano vero, non ti fidi ecc” …

  • carmelo, 7 Ottobre 2010 @ 23:54 Reply

    carissimo Paolo,
    avrei proprio bisogno di parlarti. sono un prete, cercatore di una felicità mai trovata.
    grazie per questa piccola ed effice meditazione sulla felicità!
    puoi scrivermi all’indirizzo mail

  • Janus, 7 Ottobre 2010 @ 23:58 Reply

    @ Lidia

    … scusa Lidia … pensavo riportassi tranche de vie di parrocchiani.

    Ho sorriso per il tuo intervento … avendo amato visceralmente la letteratura cyberpunk … ed uno dei suoi visionari precursori P.K.DICK … quando mi imbatto in un onesto e sentito : “Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi…
    Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione…
    E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser….
    E tutti quei… momenti andranno perduti nel tempo… Come… lacrime… nella pioggia… E’ tempo … di morire” (da Wiki correggendo un pelo la traduzione dall’inglese :-))

    Bhe un po’ fremo sempre di gioia che Blade Runner rimane, nella mia personalissima lista, nei primi 10 film di sempre. 🙂

    Sto scherzando ovviamente 🙂 (non per il film e per PK Dick!) … per il resto!

    Insomma Lidia … io credo che ciò che temi … “inadeguatezza della felicità in certe situazioni” … possa essere risolto con un po’ di sano “Buon Senso” …

    Che dici ?

    Janus

  • Lidia, 8 Ottobre 2010 @ 00:38 Reply

    Janus, appunto, dico che la felicità (propria) deve andare di pari passo con il “buon senso” … nel vero senso del “buon”.
    Tutto qui.

    Non ho detto “io ho visto ciò che voi neppure immaginate”, ho detto solo che “vedo” e – soprattutto – sento.

    Da qui il mio non posso proclamare la mia felicità (anche se lo fossi veramente e profondamente) senza porre lo sguardo al di fuori di me, non posso, non ci riesco e – addirittura – la mia “presunta” felicità si infrange dove incontro l’infelicità pura e tremenda.
    Io non ci riesco, non ci riesco proprio felice.

    Non ci riesco soprattutto con quell’esordio terribile del binomio no felicità=no Dio/no credente … ma dove?
    Ma quando?
    Diciamolo a certi santi che hanno provato la profonda infelicità nel vedersi quali erano, diciamolo questo binomio e poi valutiamo la risposta.

    La felicità posseduta (questo è il problema e chi l’ha provata può ben dirlo) è qualcosa che chiude in sé stessi, può rendere ciechi e sordi, gelosi della propria (sempre presunta) felicità.

    Guarda, l’altro nome della felicità è “stupore” e stupore delle piccole cose, stupore della bellezza che esiste attorno a noi, stupore della bellezza umana quando assistiamo a qualche cosa di bello … lo stupore che sorprende sempre e – soprattutto – mette in moto, mette in ricerca: chi è felice non si muove più, è ancorato a quella sensazione così ipnotica di stare dove si è e mantenere tutto così com’è.

    Forse non ci intendiamo sui termini e forse per felicità si intende – come intendo io e qualcun’altro – gioia intima, pace intensa anche in mezzo alle tempeste della vita propria ed altrui e questa pace e gioia escono da noi in modo inconsapevole, viene respirata dal prossimo anche se noi non sappiamo di emanarle.

    Certo ci sono i lampi di felicità, ma sono solo lampi e sono solo le sorprese immediate di piccole cose … ma lì rimangono come piccole spinte, incoraggiamenti …

    Non ne sono certa, ma Gesù stesso non mi pare abbia mai parlato di felicità, ma ha sempre parlato di pace e di gioia, questo sì.

    La mia personale vita è perfettamente banale … niente di che … ma sarei profondamente triste se fossi troppo cosciente di essere felice, preferisco lo stupore che è il Paradiso.

    Cuntent?????

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