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Da Cascine Gobba a Cadorna, mezz’ora di viaggio, non di più. L’ora è favorevole per soffermarmi ed osservare lungamente il volto di chi sale. Brandelli di umanità che prendono la metro, sintesi più efficace di una ricerca di sociologia. Alla prima fermata, al solito, sale sulla carrozza uno slavo, immagino, che simula una gamba malata e si trascina con una tale goffaggine da rendermelo simpatico. Quando arriva davanti a me gli lascio cinquanta centesimi e un sorriso, e gli dico “Questi sono per migliorare la tecnica”. Non credo che capisca e mi ringrazia. Sono ancora divertito dalla scena che il mio vicino, un pingue signore stempiato sulla sessantina, attacca bottone. Raro, sulla metro: di solito ci si infila sui mezzi con aria sospetta e attenti a non farsi fregare il portafoglio, magari immersi nella lettura di un freepress o annegati nella musica dell’ipod. “Questi delinquenti! Non fanno niente tutto il giorno e ancora rompono le balle!”. Cerco di giustificare il mio gesto mettendola su ridere, per sdrammatizzare. Ma lui insiste, non si ferma più. È un pugliese, è arrivato a Milano alla fine degli anni ’50, con l’inevitabile valigia di cartone legata con lo spago. Mi parla del suo lavoro duro: autista di camion a trasportare la sabbia per la prima cintura, quella verso Cascine Gobba, per capirci: centinaia di palazzi venuti su per un ventennio. Mi parla della fatica, della nostalgia di casa, del razzismo verso i terroni, di una volta che venne portato in questura e dovette sudare sette camicie per spiegare che lui un lavoro e una casa ce l’aveva e non dovevano rimetterlo su un treno. Parla con fervore, si vede che ha faticato. E poi la casa popolare, avuta per la spinta di un conoscente, la moglie, i figli, la pensione. Ho ascoltato senza interrompere, ora cerco, con leggerezza, di fornire una chiave interpretativa: “una vita dura la sua, come credo quella di quel tale di prima”. Mi guarda, fra lo stupito e l’offeso. Si accalora. No, è diverso, molto! Loro erano qui per fame e avevano voglia di lavorare, questi, invece, sono qui per non far niente e rubano! Forse è vero, penso, ma non ho voglia di obiettare: è una guerra fra poveri, i poveri di ieri e i poveri di oggi. Vorrei parlare di Rosarno e dello squallore a cui abbiamo assistito, di gente povera sfruttata da gente povera, di come l’uomo non cambierà mai. No, non faccio politica, mi accodo all’invito pressante rivolto da papa Benedetto ad andare oltre, a ritrovare l’uomo, ogni uomo, dietro ogni volto. È arrivata la sua fermata, mi saluta con un cenno e scende.

25 Comments

  • lidia, 19 Gennaio 2010 @ 17:44 Reply

    La cosa più terribile è proprio la “guerra tra poveri”! E’ di una ferocità impressionante e svilisce l’uomo … E’ l’arma perfetta dei potenti, il successone di coloro che “tengono in mano il mondo” perchè – loro dicono – “fino a quando si fanno guerra tra loro, noi possiano stare tranquilli … perchè perdono forza e fiducia”.
    I poveri “fanno paura” ai “ricchi” quando entrano in pace … soprattutto quando entrano in pace per fare la pace … anche con i “ricchi” … Ma in questo caso si passa al “facciamoli fuori”.

    Ma non sono una buonista … e ammetto che spesso ho paura ad incontrare certe persone … Boh! sarà frutto delle mie brutte esperienze. Ho paura, ma evito di insultare queste persone: è evidente la loro sofferenza come è abbastanza evidente che coloro che arrivano da noi … è il peggio della loro gente (come esite il peggio in ogni Paese)

  • Molly, 19 Gennaio 2010 @ 18:05 Reply

    Trovare un uomo dietro ogni volto? ma scherziamo? dietro ogni volto qui c’è solo uno che ti frega … ti prende il posto del parcheggio o scatta al semaforo prima di te… o sale sull’autobus e si siede e tu no… e al supermercato ti passa davanti alla cassa… insomma che volto e volto qui è una guerra … ma di fratelli.
    se potessi scenderei da questo mondo che mi hanno dato in eredità e che dovrei rendere migliore per i miei figli certe volte lo farei.
    è difficile avere speranza e fiducia nelle persone e per le persone…
    non so quale sia la ricetta, non ne ho una, gentilezza, sorrisi cambieranno le cose?
    non è solo una questione di stranieri.. è proprio una questione di fratelli che non si sentono più tali … qualcuno rema contro! qualcuno ha instaurato un clima di sospetto! e adesso sembra non si torni indietro … se ci penso mi sento triste.

  • laura, 19 Gennaio 2010 @ 18:42 Reply

    Caspita!!!
    Che tristezza davvero…
    Ma i cristiani non dovrebbero annunciare la “buona notizia”? E se ci buttiamo giù così che buona notizia vogliamo annunciare?!
    No, non ci sto. Quello che vedo è solo tanto dolore, tanta ingiustizia, ma incontro anche tante persone BELLE…
    Qualche settimana fa mi è capitato di fare la fila in un supermercato, avevo poche cose nel cestino, e una signora che stava davanti a me (che aveva solo poche cose in più nel carrello) mi guarda e mi chiede (MI CHIEDE LEI!!!) se voglio passare avanti, visto che ho poche cose… poi “attacca bottone” e inizia a parlare, ci facciamo una mezza chiacchierata mentre siamo in fila. Forse ha usato quella scusa per parlare, e se è così come credo mi rendo conto che c’è tanta tanta solitudine. Non ci sono solo furbi in giro…
    E la gentilezza e il sorriso sono forse poca cosa, ma possono più di tante parole a volte. E non costano nulla, solo un po di buona volontà.

  • laura, 19 Gennaio 2010 @ 19:48 Reply

    non vorrei passare per “la maestrina che bacchetta”, anche perchè non sono maestra di nulla!!!
    Volevo solo sottolineare il fatto che essere sospettosi da parte nostra non aiuta, anzi, fa il gioco del nemico.
    E il sospetto è “contagioso”.
    Proprio oggi mentre tornavo a casa in macchina ero ferma ad un semaforo, e c’era una ragazza straniera che chiedeva spiccioli. Io di solito non lascio monete, piuttosto guardo se ho qualcosa da mangiare appresso…oggi avevo appena comprato un pezzetto di pizza, mi giro per prenderlo nella busta del pane, e quando mi volto la ragazza non c’era più…forse avrà pensato che stavo cercando di evitarla per non darle nulla!

  • Tiziana, 19 Gennaio 2010 @ 21:31 Reply

    In ogni volto umano c’è il volto di Gesù: la sua vita sulla terra è stata vissuta con aspetti e caratteristtiche umane. Quindi ci rappresenta tutti.
    Oggi dire questa frase fa scalpore perchè tanti fatti che succedono sono a sfavore degli stranieri. La stampa fa la sua bella parte raccontandoci solo i fatti negativi: i fatti positivi e belli sono sempre nascosti.
    Fa comodo ai grandi avere queste situazioni invece di risolvere i casi e i problemi nei modi adeguati…possibile che non tali modi non esistano?
    Mi dispiace quando sento parole di astio e di rancore verso queste persone,però sono anche dell’idea che non tutti sono per bene.
    Solo se trovassimo un sistema per vivere tutti insieme in armonia… penso che una società multietnica sarebbe ricca di scambi in tutti gli ambiti.
    Quel Gesù che rappresentiamo ha detto di amarci gli uni e gli altri in previsione della Gerusalemme celeste.

  • ww, 20 Gennaio 2010 @ 00:15 Reply

    Qualche giorno fa, al TG3 Lombardia, hanno parlato della svalutazione dei prezzi degli appartamenti in Milano e hanno individuato la zona in cui vivo come quella in cui il valore delle abitazioni si è deprezzato maggiormente (-13%).
    La spiegazione – sconcertante – è che negli anni scorsi sono venuti a viverci tanti stranieri, che hanno vivacizzato il mercato immobiliare. Oggi, per via della crisi, molti di loro non possono pi
    permettersi di acquistare e gli italiani, dal canto loro, non hanno molta voglia di andare a vivere in palazzi in cui loro siano presenti.
    Nel mio palazzo solo un appartamento era occupato da stranieri; anche se erano un po’ tanti, e qualche problemino igienico-sanitario in condominio lo hanno dato, erano brave persone.
    Chissà com’è… una volta andati via loro, tutti più contenti!
    Però abbiamo il crocifisso appeso in portineria, visibile dall’atrio.
    No comment.

  • Paolo, 20 Gennaio 2010 @ 07:52 Reply

    Penso che non dobbiamo avere un atteggiamento ingenuo o pietistico riguardo a questo tema. La Chiesa italiana, che ha lavorato e lavora molto con l’immigrazione, ha elaborato una riflessione complessa sulla questione: accoglienza sì, certo, ma sensata e pensata, è inutile far venire frotte di persone a vivere di miseria. Ma, di base, c’è la questione del riconoscersi figli di uno stesso Padre, portatori di luce e di novità. Se credo che l’altro non sia un nemico, ma un fratello comune, e perciò, nonostante la fatica del confronto, mi confronto…

  • Jenny, 20 Gennaio 2010 @ 11:57 Reply

    Non sò se questo post è giusto. Ma ho letto che tutti i fratelli hanno il volto di Gesù!!!! A me è capitato, l’estate 2008 una sigonora ha chiesto dei soldi xchè aveva una figlia malata di tumore la mia prima risposta è stata dura, poi mi rimordeva la coscienza, le ho dato 5 Euro. Due giorni dopo ho saputo che vive da sola non ha figli.Cosa pensate a questo punto?

  • laura, 20 Gennaio 2010 @ 12:29 Reply

    Cara Jenny, ti dico che esistono i furbi, che esiste il male, che ognuno di noi è capace di fare il male. Ma sceglie.
    Ma esiste il bene, e preferisco guardare e sperare quello, preferisco lasciare la possibilità agli altri di mostrare il bene che possono.
    Essere sospettosi non lascia molte possibilità, e la paura fa il gioco del sospetto, e non porta a niente di positivo.

    Scusa Paolo ma ti cito:
    “La guerra con i filistei non accenna a diminuire, ora è un guerriero possente, Golia, a lanciare la sfida. Per evitare un massacro, due campioni si sfidavano: chi avrebbe perso, avrebbe fatto perdere il popolo a cui apparteneva. Nessuno ha il coraggio di affrontare Golia, solo Davide, nella sua ingenuità e incoscienza, rifiutando la pesante armatura in bronzo del re, lo affronta e lo sconfigge, perchè ha insultato il nome del Signore. Che bella immagine quella di Davidino che raccoglie dei ciottoli di fiume e sconfigge il possente e arrogante filisteo! Quanti Golia, ancora oggi, abitano le nostre vite: le nostre paure, i nostri avversari (ci sono, ci sono…), i nostri difetti. E quanti Golia, ancora offendono la dignità umana! Davide, facendosi forza del proprio Dio, li affronta e li sconfigge, con semplicità. Anche noi, oggi, vogliamo lasciar crescere dentro di noi Davide, dargli importanza, accudirlo e nutrirlo, perchè sappia affrontare i tanti giganti che le nostre paure proiettano nella nostra vita.”

    da “Parola e preghiera” 20 gennaio
    parte del commento a 1 Sam 17,32-33.37.40-51

  • Molly, 20 Gennaio 2010 @ 14:38 Reply

    il problema non è semplice: i furbi ci sono ma ci sono anche i fratelli … e c’è anche chi rema contro ma c’è anche chi annuncia la buona novella… essere furbi come i serpenti ed umili come i colombi non è facile… avere sapienza per saper discernere il bene dal male è un gran bella fatica. la paura la fa da padrona. spesso se vedo un gruppetto di “stranieri” e sono sola con i bambini me li tengo vicini vicini … inutile dirvi che non lo faccio, lo faccio eccome! se posso cambio marciapiede perchè penso che da sola con bimbi possa succedere qualcosa di brutto…(perchè purtroppo mi è successo!) niente volto, niente fratelli solo il nemico… si che fa tristezza ma mi sembra solo di fare solo la sentinella! non mi piace ma.. quando vedo certe brutte facce mi dico: dov’è il mio Gesù? possibile che si anche in Lui? chissa forse quel volto penso lo stesso del mio!

    scoraggiatamentemolly

  • laura, 20 Gennaio 2010 @ 15:30 Reply

    @ Molly
    Cara Molly, io ho Davide e Golia che dentro di me “fanno a cazzotti” tutti i giorni…
    Capisco la tua difficoltà, che è anche la mia: e a me tocca combattere per vedere il volto di Gesù proprio nel volto di mio figlio, e a volte proprio non ci riesco, vince Golia, e perdo io…
    No, non è semplice. E credo che la realtà in cui vivi tu e altri magari in una grande città sia molto diversa e più difficile della mia.
    Però non possiamo scoraggiarci, non possiamo permettere che la paura ci paralizzi, bisogna combattere: se non lo facciamo abbiamo già perso.
    E poi l’istinto di mamma a proteggere i tuoi figli credo sia normale. Ma vedere il male nel “diverso” non ha nulla a che fare, credo, con il buon senso che ti fa scegliere una strada più sicura in certe situazioni.

  • Molly, 20 Gennaio 2010 @ 15:50 Reply

    Cara laura grazie delle tue parole… si in città devo dire che di gente ne incontri di tutti i tipi ma proprio tutti tutti i tipo e anche i miei davide i miei golia fanno sempre i conti tra di loro … un sorriso e una parola gentile non li nego mai a nessuno … anzi in metropolitana sono quella che tira fuori uno spicciolo e lo allunga sempre allo zingaro di turno che suona la fisarmonica (e non lo dico per fare la tipa caritatevole e fare bella figura) per me è uno sforzo vedere un volto dietro quei “ladruncoli” (vi prego congedetemi questa parola anche se classista, sto solo parlando con il cuore e non è facile) e mi chiedo perchè non riesca a vedere un fratello … non mi sento sconfitta perchè ho gran voglia di lottare perchè chi rema contro abbia da faticare parecchio .. però è molto dura! questo si! e penso che dietro ogni disperazione, (da chi rubacchia portafogli in autobus a chi fa il mendicante facendo finta di essere zoppo accorciando le stampelle per claudicare) dietro ogni viso ci sia una storia … mi piacerebbe avere la pienezza di Chiara Amirante – non so se sai chi è -una ragazza come tante che decide di fare dell’ospitalità uno stile di vita, anzi lo scopo della sua vita. Chiara andava in giro per i posti meno raccomandabili della città e avvicinava i “rifiuti” della società: barboni, prostitute, drogati, si sedeva accanto a loro e li ascoltava perché era ben contenta dell’opportunità che gli davano di entrare nel loro mondo per condividere momenti preziosi della loro vita. Nessuna ricetta, nessun giudizio, nessuna pretesa di cambiare le cose… solo la voglia di CONDIVIDERE. Così Chiara, senza ostilità né pregiudizi, continuò ad aiutare la gente che incontrava sul suo cammino. Aveva tanti amici e fra questi molti immigrati. Aveva capito che la DIVERSITA’ è un dono e non bisogna averne paura. Aveva capito che ACCOGLIERE L’ALTRO non vuol dire stare solo con il più simpatico, con quello che ci fa divertire di più, ma significa amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
    perchè non essere dei piccoli Chiaretti tutto noi?
    bella sfida!

  • laura, 20 Gennaio 2010 @ 20:18 Reply

    Grazie Molly! 🙂
    Non avevo mai sentito di questa ragazza, bello quello che hai raccontato.
    Un bell’esempio, magari difficile da imitare per quanto estremo…ma giusto per farci pensare e per scuoterci un po.

  • titti, 21 Gennaio 2010 @ 00:34 Reply

    …sicuramente l’avrete già letta.. ma magari a qualcuno è sfuggita..
    A me è piaciuta molto :

    Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un giovane di colore che stava leggendo il giornale.Quando cominciò a prendere il primo biscotto,anche il giovane ne prese uno; lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.Tra lei e lei pensò: “Ma tu guarda che schifo,che arroganza,che maleducazione…se solo avessi un po’ più di coraggio,gliene direi quattro,tornatene al tuo Paese,prima di viaggiare impara ad essere civile…”. Così ogni volta che lei prendeva un biscotto,il giovane di colore accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: “Ah, adesso voglio proprio vedere cosa farà.…!” Il giovane di colore prima che lei prendesse l’ultimo biscotto lo divise a metà!
    “Ah, questo è troppo”, pensò e cominciò a sbuffare ed indignata si alzò di scatto,borbottò a bassa voce “i cafoni dovrebbero restare a casa”, prese le sue cose, il libro e la borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa.
    Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia era passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione e per evitare altri incontri spiacevoli. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando….nell’aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era del giovane di colore che si era seduto accanto a lei e che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato,schifato, nervoso.Al contrario di lei che aveva sbuffato,ma che ora si sentiva sprofondare nella vergogna… (Ignoto)

    Un abbraccio

  • lidia, 21 Gennaio 2010 @ 01:00 Reply

    @Titti … che dire? A me è venuto un po’ da ridere ad immaginarmi la faccia di questa ragazza … Ma siamo sempre così (ehm …)spocchiosi quando pensiamo di avere ragione o pensiamo (un po’ troppo impetuosamente) che qualcuno ci sta “fregando” … così tanto che siamo tutti protesi a “guardare” cosa fanno a noi più che a “guardare” cosa fanno PER noi.

    Come dice Paolo, dobbiamo sforzarci (e non è facile) di NON considerare “nemico” l’altro … e non parlo solo di extra comunitari (già questa parola è un po’ bruttina).

    Per assurdo che possa sembrare per due volte ho avuto dei problemi (inutile dire cosa è successo) con italiani e pure giovani, ma la 3° volta sono stata difesa da uno sconosciuto … di colore.

    @Jenny
    è già! Capita anche questo. D’altra parte se dovessi dare anche solo 1 Euro a tutte le persone che me lo chiedono in una giornata direi che il mio stipendio andrebbe interamente o quasi per elemosine. Così, spesso, non dò nulla (anche perchè mi parrebbe cattiveria dare soldi ad uno e non a quell’altro), ma sorrido e saluto.
    Bè, da non credere … a volte basta anche questo.

    In tutto ci vuole equilibrio e non pietismo, ma una cosa possiamo fare e dobbiamo sforzarci di considerare l’altro – sotto qualsiasi forma e colore ci si presenti – una persona ed accettare il rischio di possibili fregature: meglio essere “fregati” che “fregare” o – peggio ancora – disprezzare.

    Onestamente credo che ci sia più razzismo in giro di quanto si pensi e siamo tutti un po’ xenofobi.
    E’ una cosa normale, umana ed è sempre successo così … ciò non toglie che possiamo fare di più e migliorarci. Gesù stesso ha dovuto confrontarsi con questo “problemino” umano … così – giusto per “mettere le cose in chiaro” – si è inventato San Paolo (non Curtaz … quello di Tarso).

    Detto questo … di cui sono convinta, rimane il fatto istintivo che mi irrigidisco se di sera mi accorgo che ho alle spalle queste persone … o mi spavento.

  • Lucia1, 21 Gennaio 2010 @ 08:41 Reply

    Condivido anch’io tutto ciò che avete detto, paure e sospetti compresi. Mi avete tolto un po’ di sensi di colpa condividendole con noi. Pensavo che per noi donne è ancora più faticoso, perchè i media ci bombardano il certvello sottolineando continuamente la nazionalità di ogni crimine commesso (perchè gli italiani sono tutti santi?).
    Penso che loro ricorrano così spesso alla truffa e alla microcriminalità perchè hanno meno diritti e meno opportunità di noi di vivere onestamente.
    Anch’io abito in un quartiere “deprezzato” dalla loro eccessiva presenza e alla sera ho un po’ di paura nel rincasare da sola, ma non è mai successo niente a nessuno qui intorno (spacciatori e borseggiatori sono in maggioranza italiani).
    Non so quale sia la strada da seguire, non tutti abbiamo il carisma di Chiara Amirante, penso però che possiamo almeno non catalogarli e giudicarli a priori, dare loro la possibilità di dimostrare che non ci fanno miente….
    In fondo anche “i poveri” nostrani sono fastidiosi, insistenti e spesso ladri.
    Gesù ci ha detto che li avremo sempre con noi, quindi….niente paura e niente scoraggiamento.
    Un abbraccio.

  • Jenny, 21 Gennaio 2010 @ 11:41 Reply

    Da me,nel mio paesino non ci sono questi problemi di estracomunitari,quelli che ci sono lavorano tutti negli alberghi, fanno la stagione e poi vanno a casa.Ci sono pure le badanti, romene o moldave, sono brave persone. La signora che avevo citato ieri è trentina. Non sono gli euro che mi ha dato fastidio, ma, il modo e citare i tumori che poi non ci sono.Bello il racconto di Titti, ciao a tutti

  • costanza, 21 Gennaio 2010 @ 12:44 Reply

    Dobbiamo superare la mentalità assistenzialista e volere la giustizia, se vogliamo garantire la pace. E’ qui che inciampano molti. Chi si limita a chiedere ai potenti che aiutino i poveri, chi comincia personalmente ad aiutare i poveri con un abbozzo di promozione umana ma senza spingere l’ “imprudenza” e l’ “audacia” fino a parlare di diritti e a esigere la giustizia, è un uomo meraviglioso e un santo. Ma chi opta per la giustizia e il cambiamento delle strutture che riducono in schiavitù milioni di figli di Dio si prepari a veder deformato il suo pensiero, a diventare oggetto di diffamazione e calunnie, a perdere ogni influenza su governanti e potenti, forse a essere gettato in carcere, torturato, perfino ucciso… Ma come dimenticare che una simile sorte significa vivere l’ottava beatitudine? “Beati siete, quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e diranno, mentendo, ogni male contro di voi per causa mia. Gioite ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli; così infatti perseguitarono i profeti che vi han preceduti…” (Helder Camara)

  • Jenny, 21 Gennaio 2010 @ 14:28 Reply

    X Paolo, vorrei sapere se è uscito il suo libro”L’ULTIMO SI” l’ho visto nel retro copertina di “parola e preghiera” un saluto a tutti.

  • Andrea, 21 Gennaio 2010 @ 21:10 Reply

    Grazie a Titti per il racconto.
    Da ora in avanti starò molto attento a dove prelevo i biscotti.
    Andrea

  • Paolo, 21 Gennaio 2010 @ 21:33 Reply

    @ jenny
    L’uscita è prevista per il 10 febbraio, adesso, invece, è uscito il mio primo libro per bambini da 9 a 90 anni: Mattia va alla prima comunione. Grazie della segnalazione, si vede che la san Paolo si è presa per tempo! 😉

  • Pa, 21 Gennaio 2010 @ 23:58 Reply

    Vorrei suggerirvi un film: Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini di un paio di anni fa.
    Mi è capitato di vederlo domenica scorsa alla prima del cineforum parrocchiale.
    Fa pensare, col sorriso, ma fa pensare sul serio, con un sacco di messaggi sulla nostra società contemporanea. (oltre che sulle virtù del cioccolato)
    I commenti alla fine erano simili ai vostri, ma quello che mi ha colpito di più ha sottolineato nel film il passaggio da un rapporto inesistente ad una “relazione”: due dei principali protagonisti (uno italiano e uno immigrato) sono “costretti” per una particolare circostanza ad entrare in relazione, a conoscersi, a mescolare due mondi originariamente lontani.
    Scena finale: i due si incamminano su una strada verso l’orizzonte scambiandosi simpatici epiteti come ragazzini. (e così dicendo anche la verità di sè)
    E’ una commedia e quindi tratta questo argomento con leggerezza però la fotografia finale mi è rimasta dentro e si è linkata ad un altro anello. Ieri ho partecipato ad un momento di meditazione sul tema: lo Spirito Santo negli avvenimenti storici.
    L’esercizio proposto è stato, almeno per me, inusuale: fermarsi, trovare il silenzio interiore e….. guardare, non dentro di sè ma per una volta, la Storia dell’umanità richiamando gli avvenimenti e i personaggi storici nei quali intravedere l’azione dello Spirito Santo.
    Un passaggio dal microtempo della quotidianità (e del mio ombelico) al macrotempo della Storia, in cui infine prendere consapevolezza della propria presenza in essa.
    Che volo! 😀
    Per chiudere: se dovessi spiegare la Storia con una immagine….. userei una strada. Possibilmente con due che si prendono in giro andando verso l’orizzonte (progettando cioccolatini):D

  • Simone, 24 Gennaio 2010 @ 17:34 Reply

    sul tema degli stranieri io trovo molto grave la distinzione che certa gente fa degli stranieri…

    Se uno straniero (anche immigrato) è bianco, mettiamo spagnolo, tedesco, inglese va bene…
    Se uno straniero è nero invece no…

    Quindi anche politicamente quando si parla di accoglienza di stranieri, è una discriminazione razziale.

  • lucia1, 24 Gennaio 2010 @ 21:13 Reply

    Hai ragione, Simone, abbiamo questo tipo di pregiudizi o stereotipo come vuoi chiamarlo; in fondo anche George Clooney è un extracomunitario che vive in Italia (qualche volta) e nessuno ci pensa mai.
    Certo che, quando vado a portar fuori la spazzatura e mi vedo circondata da bengalesi che mi fissano, non sono capace di fermare un fremito del cuore. Abbi pazienza. Penso che il fenomeno dell’immigrazione sia stato troppo improvviso e noi non eravamo preparati in nessun modo ad affrontarlo.
    E’ difficile avere delle certezze sull’argomento.

  • Simone, 25 Gennaio 2010 @ 12:16 Reply

    @ lucia

    io in primis…nel termine “gente” ci sono dentro anche io…

    E qual è il problema? Pregiudizi punto.

    Ultimamente ho rivisto il film “Gran Torino” di Clint Eastwood….
    Dove il protagonista, soldato americano reduce dalla guerra in Corea dove ha ammazzato gente orientale si ritrova oggigiorno in un quartiere americano occupato da “musi gialli”.
    Con gente della stessa razza che ammazzò da soldato!
    Ora è lo “straniero” in terra propria,
    che scherzi che ci fa la vita!
    Ma scopre di avere molti punti in comune più con loro che con gli stessi americani…perchè si apre al dialogo, all’amicizia…cosa che non aveva mai fatto prima neanche con i propri figli!!!

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