Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re. Disse loro: “Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine; li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Si farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri. Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà”. Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò di ascoltare la sua voce, ma gridò: “No, ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie”. Samuele ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all’orecchio del Signore. Rispose il Signore a Samuele: “Ascoltali; regni pure un re su di loro”. Samuele disse agli Israeliti: “Ciascuno torni alla sua città! ”. 1Sam 8,10-22
Lasciati alle spalle Abramo e Mosè, che ci hanno introdotto ad una conoscenza più approfondita del volto di Dio che emerge dalla Parola di Dio, affrontiamo ora l’entusiasmante e problematica vicenda dei re d’Israele. Dopo l’Esodo, ad opera del successore di Mosè, Giosuè, il popolo riesce a fatica a stanziarsi nella terra di Canaan combattendo le popolazioni che già la abitavano. Dopo un periodo di assestamento, della durata di quasi duecento anni, in cui la gestione amministrativa e giuridica del popolo è demandato ad un folto gruppo di anziani, i Giudici, mentre nasce il movimento dei profeti, uomini che aiutano il popolo a restare fedeli all’Alleanza, le tribù di Israele sentono l’esigenza di dotarsi di un re, per non essere dissimili dai popoli che li circondano. E’ straordinaria la nascita popolare della monarchia in Israele, non frutto di lotte intestine di famiglie nobili, ma ingenua richiesta di una rappresentanza significativa del popolo che chiede un re che li metta sullo stesso piano delle popolazioni vicine. Il brano che vi ho riportato fotografa bene la corrente anarchica all’interno del popolo, rappresentata in un affresco vivido e pungente dal profeta Samuele che cerca di dissuadere il popolo: il re pretenderà servigi e lussi, imporrà tasse e chiederà servi. Samuele esprime forte contrarietà all’idea del popolo di dotarsi di un re: Israele è un popolo diverso, Dio è il suo unico re. Come sappiamo finirà col prevalere l’insistenza del popolo e Samuele consacrerà il primo (sfortunato) re: Saul, il leone di Giuda. Ma il re di Israele, almeno fino a Salomone, avrà caratteristiche particolari: saranno i profeti a consacrarlo ed egli sarà sempre soggetto a Dio; non solo governerà e amministrerà il nascente popolo di Israele, ma sarà, anzitutto, un sacerdote che medierà, come Mosè, il rapporto fra Dio e Israele. Figura carismatica e senza la carica mitica dei popoli viciniori, il re in Israele sarà sempre soggetto alla regalità di Dio che gli conferisce autorità limitata. Vedremo prossimamente le vicissitudini dei tre grandi re di Israele, ma già questa introduzione ci permette di rileggere il ruolo dell’autorità e del potere all’interno del percorso biblico e ci fornisce una chiave di interpretazione e di lettura della responsabilità politica moderna che molti condividono.
Ogni potere deriva da te, Dio di Israele, ogni autorità: donaci di ricordarcelo, sempre!
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