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3528671201_4706f43983Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re. Disse loro: “Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine; li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Si farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri. Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà”. Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò di ascoltare la sua voce, ma gridò: “No, ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie”. Samuele ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all’orecchio del Signore. Rispose il Signore a Samuele: “Ascoltali; regni pure un re su di loro”. Samuele disse agli Israeliti: “Ciascuno torni alla sua città! ”. 1Sam 8,10-22

Lasciati alle spalle Abramo e Mosè, che ci hanno introdotto ad una conoscenza più approfondita del volto di Dio che emerge dalla Parola di Dio, affrontiamo ora l’entusiasmante e problematica vicenda dei re d’Israele. Dopo l’Esodo, ad opera del successore di Mosè, Giosuè, il popolo riesce a fatica a stanziarsi nella terra di Canaan combattendo le popolazioni che già la abitavano. Dopo un periodo di assestamento, della durata di quasi duecento anni, in cui la gestione amministrativa e giuridica del popolo è demandato ad un folto gruppo di anziani, i Giudici, mentre nasce il movimento dei profeti, uomini che aiutano il popolo a restare fedeli all’Alleanza, le tribù di Israele sentono l’esigenza di dotarsi di un re, per non essere dissimili dai popoli che li circondano. E’ straordinaria la nascita popolare della monarchia in Israele, non frutto di lotte intestine di famiglie nobili, ma ingenua richiesta di una rappresentanza significativa del popolo che chiede un re che li metta sullo stesso piano delle popolazioni vicine. Il brano che vi ho riportato fotografa bene la corrente anarchica all’interno del popolo, rappresentata in un affresco vivido e pungente dal profeta Samuele che cerca di dissuadere il popolo: il re pretenderà servigi e lussi, imporrà tasse e chiederà servi. Samuele esprime forte contrarietà all’idea del popolo di dotarsi di un re: Israele è un popolo diverso, Dio è il suo unico re. Come sappiamo finirà col prevalere l’insistenza del popolo e Samuele consacrerà il primo (sfortunato) re: Saul, il leone di Giuda. Ma il re di Israele, almeno fino a Salomone, avrà caratteristiche particolari: saranno i profeti a consacrarlo ed egli sarà sempre soggetto a Dio; non solo governerà e amministrerà il nascente popolo di Israele, ma sarà, anzitutto, un sacerdote che medierà, come Mosè, il rapporto fra Dio e Israele. Figura carismatica e senza la carica mitica dei popoli viciniori, il re in Israele sarà sempre soggetto alla regalità di Dio che gli conferisce autorità limitata. Vedremo prossimamente le vicissitudini dei tre grandi re di Israele, ma già questa introduzione ci permette di rileggere il ruolo dell’autorità e del potere all’interno del percorso biblico e ci fornisce una chiave di interpretazione e di lettura della responsabilità politica moderna che molti condividono.

Ogni potere deriva da te, Dio di Israele, ogni autorità: donaci di ricordarcelo, sempre!

24 Comments

  • lucia viani, 16 Novembre 2009 @ 09:54 Reply

    buondì! son la prima!! wow…forse perchè ho la suina….occhio!! posso infettare via web?:-)

    Che bello questo passo!!!
    Straordinario il Signore!! Parla per bocca di Samuele dicendo al popolo di non desiderare un re, ma poi nella sua infinita misericordia,ascolta il popolo e lo lascia libero di decidere.
    Così il Signore fa con noi! Ci lascia scontrare anche con le difficoltà derivanti dalle nostre scelte, affinchè siamo veramente liberi! Perchè l’espressione più grande dell’amore è lasciare liberi! E questo è il fulcro su cui ruota tutta la storia della salvezza!
    Buona giornata di misericordia a tutti!!

  • ww, 16 Novembre 2009 @ 14:06 Reply

    Vorrei pregare con voi per tutti coloro che, ad ogni livello, prendono decisioni per il bene comune, perché diano priorità alle esigenze dei piccoli, degli ultimi e dei sofferenti.
    Se ogni autorità viene dal Signore, ogni autorità è anche chiamata a servire Lui nel fratello, no?

  • Maddalena, 16 Novembre 2009 @ 15:27 Reply

    Proprio questa mattina, ascoltando in Chiesa la prima lettura (Primo libro dei Maccabei 1,10-15.41-43.54-57.62-64.), mi chiedevo il perchè dei figli d’Israele dell’uguagliarsi con gli altri popoli ed avere un re a tutti i costi, poi leggo il post di oggi, e ho pensato che non era un caso e ho approfondito il pensiero:
    abbiamo bisogno, come i figli d’Israele, di avere un re?

    non siamo capaci di gestire la nostra libertà?

    Dio ci rende liberi e noi cerchiamo la schiavitù?

    Preghiamo il Signore di esserGli fedele sempre,di gestire al meglio la nostra libertà e di credere che è Lui il nostro unico re.

    Riporto la prima lettura di oggi:
    Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell’anno centotrentasette del dominio dei Greci. In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: “Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali”. Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male. Poi il re prescrisse con decreto a tutto il suo regno, che tutti formassero un sol popolo e ciascuno abbandonasse le proprie leggi. Tutti i popoli consentirono a fare secondo gli ordini del re. Anche molti Israeliti accettarono di servirlo e sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Casleu il re innalzò sull’altare un idolo. Anche nelle città vicine di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se qualcuno veniva trovato in possesso di una copia del libro dell’alleanza o ardiva obbedire alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte. Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi immondi e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza; così appunto morirono. Sopra Israele fu così scatenata un’ira veramente grande.

  • lucia viani, 16 Novembre 2009 @ 16:04 Reply

    @maddalena

    bello il riferimento! e certo, la parola non è mai a caso….ovvero le coincidenze sono quei miracoli in cui Dio vuole rimanere anonimo….

    Sul discorso della gestione della nostra libertà, riflettevo con una persona proprio in questi giorni…
    ho persin pensato che Gesù anche un po’ ironicamente ci abbia definito pecore, incapaci di andare nella giusta direzione se non condotte da un pastore…perchè in realtà noi uomini/donne siam così! Ci crediamo liberi di gestire il nostro destino, ma ben presto ci scontriamo con il fatto che non riusciamo a scegliere per noi il vero bene se non ci lasciamo condurre da chi del nostro bene ne sa un po’ di più….così credo che sia stato per Israele, incapace di far scelte in modo democratico preferiscono un capitano che prenda per loro decisioni. Nella confusione siamo umanamente spinti a rivolgerci a qualcuno che prenda le decisioni per noi…perchè è più facile. In realtà, anche il Signore domanda a noi di lasciarlo libero di amarci…beh se tutti lo facessimo il bel gregge pascolerebbe su terre dove scorre latte e miele.
    Per chiudere, credo che no, non siamo in grado di gestire la nostra libertà se non affidandola a chi, il Signore, conosce cosa è bene per noi….ogni altra scelta, derivante da un senso di libertà suscitata dall’egoismo, è uno scegliere male.
    Scusate la confusione, ma non son nè brava a scrivere, nè brava a parlare, e forse nemmeno brava a pensare…..a pregare vado un po’ meglio…spero…:-)

  • Molly, 16 Novembre 2009 @ 17:13 Reply

    Come al solito il Signore scrive dritto sulle nostre righe storte… questo ho sempre pensato della storia del popolo d’israele …

  • nicodemodinotte, 17 Novembre 2009 @ 00:20 Reply

    Grazie per queste “pillole” sull’antico testamento, sono preziose.

  • Marco, 17 Novembre 2009 @ 00:30 Reply

    A proposito di re
    È veramente stupefacente quello che la Bibbia dice di un capo di governo: cosa dovrà fare o non fare?
    Non dovrà avere troppi cavalli, che sono armi da guerra, non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non si smarrisca, né grandi ricchezze.
    Dovrà scrivere di sua mano, non copia-incolla, una copia della Costituzione e portarla sempre con sé e leggerla tutti i giorni per imparare a osservare tutte le parole di essa, affinché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo mandato, lui e i suoi figli, in mezzo al suo popolo.
    Così almeno racconta il libro del Deuteronomio (Dt 17,14-20).

    Marco

  • Paolo, 17 Novembre 2009 @ 07:29 Reply

    @ marco
    ;-))))

  • costanza, 17 Novembre 2009 @ 11:53 Reply

    Stamani rivedevo un pezzo del “Divo” di Sorrentino, quello in cui Andreotti/Servillo racconta la propria visione del potere; agghiacciante. E uguale a quello che dice Samuele: potere come ricchezza, sì, ma soprattutto come violenza e sopraffazione, troppo spesso in nome di un ipotetico ‘bene superiore’. Non per niente Paolo VI ricordava come la politica (quella vera…fatta nell’interesse dei governati) fosse il più alto atto di carità. E non per niente noi nella Messa ribadiamo che l’unica sovranità è quella del Dio dell’amore: ‘A te la gloria e la lode nei secoli..”, a te, non al potente di turno (non per niente questa era la formula usata per i Cesari). Rileggere il Primo Testamento è un meraviglioso modo per scoprire come nel libretto di istruzioni per l’uso Dio ci dia le indicazioni per vivere insieme e per non autodistruggerci…se lo leggessimo.

  • lucia viani, 17 Novembre 2009 @ 12:30 Reply

    scusate…forse non c’entra una mazza…ma tutto questo parlare di re, mi ha fatto venir in mente il re del Piccolo Principe….ah se tutti i detontori di potere fossero così!!!
    ve ne ricordo uno stralcio…

    “Vorrei tanto vedere un tramonto… Fatemi questo piacere… Ordinate al sole di tramontare…”
    “Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?” “L’avreste voi”, disse con fermezza il piccolo principe.
    “Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare”, continuò il re. “L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli”.
    “E allora il mio tramonto?” ricordò il piccolo principe che non si dimenticava mai di una domanda una volta che l’aveva fatta.
    “L’avrai, il tuo tramonto, lo esigerò, ma, nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli”.

  • Lucia S, 17 Novembre 2009 @ 18:33 Reply

    Mi colpisce il fatto che il popolo chieda un re “per essere come gli altri popoli”. Questo bisogno di omologarsi, come lo vedo in me, nel mondo che mi circonda! Eppure essere “il popolo di Dio” era un onore enorme. No, preferirono essere uguali agli altri…. Eppure essere figli di Dio, essere crestiani… è un dono enorme… eppure preferiamo essere come gli altri.
    Ci vuole un coraggio enorme per essere se stessi, a quanto pare… credo che tutti noi abbiamo sperimentato più o meno spesso il desiderio di seguire la corrente, di non essere “diversi”, ma come si fa a essere fedeli al Signore, seguire le sue orme, occuparci del Regno, e non essere diversi?
    ê vero: essere diversi comporta una certa solitudine e una gran mancanza di comprensione, nonché rifiuto, o scherni o prese in giro…. non per niente il Signore ci ha voluti “comunità” , fra l´altro per non sentirci dei marziani… Boh….
    Vedo che persino adesso che sono vecchia e dovrebbe importarmi meno, il come mi vesto, per esempio, è tutta una storia: che fatica mettermi la camicetta dell´anno scorso quando quest´anno va di moda un altro colore! e questa è una stupidaggine, ma ci sono fatiche ben più grosse!
    Che gli adolescenti vogliano “omologarsi” per avere un senso di appartenenza, beh, si può anche capire, ma che noi adulti, grandi e grossi, padri, madri, lavoratori, abbiamo bisogno di questa cosa…. dipendiamo forse troppo dalle opinioni altrui?
    besos e tanta Pace! soprattutto quando ci sentiamo rifiutati, o presi in giro, per la nostra “diversità”!
    Lu

  • michele, 17 Novembre 2009 @ 21:29 Reply

    bello questo passo biblico è stupendo

  • lucia viani, 19 Novembre 2009 @ 10:15 Reply

    @Lucia S

    “ê vero: essere diversi comporta una certa solitudine e una gran mancanza di comprensione, nonché rifiuto, o scherni o prese in giro…. non per niente il Signore ci ha voluti “comunità” , fra l´altro per non sentirci dei marziani… Boh….”

    grazie per questo pensiero…mi commuove perchè è ciò che talvolta sento profondamente anche io…una solitudine infinita in una comunità che fatica a dare un’identità a se stessa…quanto coraggio ci vuole per essere se stessi? Boh!
    A volte mi chiedo se sappiamo ciò che siamo o se vogliamo realmente essere ciò che siamo chiamati ad essere!…mi piacerebbe sentire Janus su questo….qualcuno sa dov’è finito???
    Buona giornata a tutti!!

  • Lucia1, 19 Novembre 2009 @ 16:53 Reply

    Faccio la “maestra” in una classe di 5° elementare e in questo periodo sono alle prese con il problema di una bambina che si sente diversa: perchè lei rispetta le regole, perchè lei si impegna nello studio (e ottiene ottimi voti), perchè a lei non interessa il “gossip”, perchè a lei piace leggere e non piacciono i cantanti e la televisione, non interessa il computer e la moda.
    E’ di una sensibilità esasperata e di una profondità interiore strabiliante, ma sta soffrendo da cani: si sente sola e diversa. Pensa di essere matta.
    Io non riesco proprio a trovare le parole adatte per aiutarla, la capisco: ci sono passata anch’io. Adesso a 55 anni sento che questa è stata una benedizione, ma come posso farlo capire a una bimbetta di 10 che si sta affacciando alla vita e si sente tanto confusa e disorientata?
    Alla sera prego per lei e per gli altri 24, ma il mio cuore di maestra-chioccia è tanto preoccupato per i miei pulcini e per tutti i pulcini che non conosco e di cui avverto la spaventosa fragilità.
    Qualcuno ha un consiglio da darmi?
    Shalom a tutti.

  • ww, 19 Novembre 2009 @ 19:29 Reply

    @Lucia1

    Se la ragazzina in questione ha una bassa autostima, al posto tuo punterei a spiegarle che la diversità è un valore, in qualsiasi ambiente. Gli esempi da presentarle, anche in chiave evangelica, non ti mancheranno.
    Se, invece, ha un buon livello di autostima, ti consiglierei di provare a farle passare questo messaggio: “Non prenderti troppo sul serio. Nessun altro lo fa”. Ero un po’ più grandicella di lei, ma con me ha funzionato.

    Ciao a tutti!!!

  • Janus, 19 Novembre 2009 @ 20:26 Reply

    …. vedrò d’essere “mite” 🙂

    Ho già detto che l’Antico … mi entusiasma poco … da Mosè in su … poi … preferisco di gran lunga leggere il Signore degli Anelli … che la Bibbia!

    Probabilmente sto bestemmiando … perchè so bene che anche questa è “Parola del Signore”… ma a volte ho proprio difficoltà a trovarci Cristo.

    Mi ostino nello studio … perchè è stato proprio Cristo a dirci che … “scrutando” … lo avremmo potuto trovare anche qui … ma fischia se è ben nascosto a volte 🙂

    Curtaz … abbiamo già avuto modo di dire che l’Antico … lo usi come spunto per “riflessioni” sull’oggi.
    Va bene … procediamo … ci sto, mi piace ed è bello leggere alcuni spunti tuoi e degli amici del blog.

    Abbandoniamo però certe “dolcezze”:

    – Non c’è nessuna “eccezionalità” nel modo in cui nasce la nobiltà regale in israele … in tutte le società tradizionali antiche la “nobiltà regale” nasce per “elezione” (che non vuole dire “votazione”) popolare.

    – Questo popolo non doveva esser poi così “teneramente ingenuo” 🙂 … se il povero Samuele ha dovuto scegliere un Re tra la tribù più piccola e meno potente di tutte … (quella di Beniamino) per evitare lotte fratricide di potere 😉

    – Non c’è nessuno “splendore ebraico” nel fatto che il Re fosse anche Sacerdote … in tutte le società tradizionali è così! Pontefice … è uno dei primi attributi dei Re!
    L’investitura del re per mano Sacerdotale è poi cosa più che comune in tutta la storia … a casa nostra la cosa si è mantenuta per tutto il Sacro Romano Impero … e fino all’Incoronazione dei Re d’Europa e degli ultimi Imperatori d’Austria … la tradizione venne rotta da Napoleone (si mise la corona da solo) e non fu mai troppo rispettata dagli Zar delle Russie … che comunque cercavano il suggello della Chiesa Ortodossa con la benedizione solenne e l’unzione del Pòpe di Mosca.

    Insomma Curtaz … ricorda cosa dicevano i latini :
    “Excusatio non petita, accusatio manifesta” … (“Chi si scusa senza motivo, si accusa”) 🙂

    A presto
    salùt

  • Paolo, 19 Novembre 2009 @ 21:39 Reply

    Rieccoti janus, bentrovato!
    Chissà se, alla fine, abbandonerai Marcione e ti convertirai al cattolicesimo!
    ;-))))
    Il primo testamento va letto, per noi cristiani, alla luce della pienezza di Cristo, come percorso di avvicinamento alla verità tutta intera!
    Per quanto riguarda le tue osservazioni, mi sembra che non consideri il semplice fatto che Dio abbia scelto un popolo, quel popolo, per manifestare agli uomini il suo volto. Quindi è ovvio che alcune peculiarità sono comuni a tutte le culture, ma è interessante vedere come Dio abbia “forzato” la connaturalità delle scelte per svelare le sue intenzioni. Ti auguro davvero di approfondire la meditazione dell’AT, magari aiutato dai Padri, per vedere l’originalità del percorso di Israele rispetto ai popoli suoi contemporanei, non per merito, come la Bibbia stessa riconosce, ma perché “il più piccolo dei popoli” chiamato a manifestare ad ogni uomo il vero volto di Dio (compito non sempre soddisfatto…). La regalità, come svela bene un post di Marco, ha, in Israele, delle caratteristiche che realmente la vincolano all’obbedienza a Dio, distinguendosi così dalle monarchie, anche moderne, anche cristiane, che, alla fine dei conti, hanno messo in bocca a Dio le proprie idee. La severa critica di Samuele alla monarchia, una vera e propria dichiarazione di anarchia, anticipa il principio di Cristo di dare a Cesare e a Dio, introducendo l’idea di un’autonomia della realtà terrena, anche politica, che, però, trova la sua origine in Dio e che a Dio, alla fine della fiera, renderà conto.
    Sempre contento di riaverti punzecchiatore (con moderazione).

  • costanza, 20 Novembre 2009 @ 06:12 Reply

    Caro Paolo,

    se il ‘sogno di Dio’ intcarnato da Mosè porta ad una comunità egualitaria, attenta alla ridistribuzione, com’era quella del primo Israele con le sue leggi relative all’ anno sabbatico, alla non vendibilità delle terre, etc (Levitico 25), come si trasforma quando incontra la struttura regale che, per quanto diversa da quella dei popoli vicini e necessaria nella crisi con i Filistei, è comunque una struttura accentrata e gerarchizzata?

  • Paolo, 20 Novembre 2009 @ 08:58 Reply

    @ costanza
    Domandona!
    Non ho proprio la competenza per un tema così complesso.
    A naso direi che, in realtà ciò che cerca Israele non è un re na un leader, come Abramo, come Mosè, come Giosué. Come dicevo a Janus, non credo che Israele fosse un popolo diverso dagli altri, lo testimoniano i continui errori che ha fatto, ma che sia stato scelto da Dio per fare un’esperienza da ridistribuire. Molti sostengono, ad esempio, che il famoso anno giubilare, ricordati che il Pentateuco è stato scritto dopo l’esilio (537 aC) e che quindi non sappiamo tanto discernere cosa è di Mosé e cosa è stato vissuto dopo, NON sia mai stato vissuto realmente. Insomma: come le esortazioni sane e sante che il Papa fa alle nazioni e che nessuno segue!

  • Janus, 20 Novembre 2009 @ 11:02 Reply

    @ Paolo
    …già!
    Hai la vista fine … da buon montanaro 🙂

    A presto e grazie a tutti per ciò che siete.

    PS
    Qualcuno ha notizie di Don Sandro ??

    Salùt

  • costanza, 20 Novembre 2009 @ 23:51 Reply

    Grazie Paolo, mi è sempre sembrato importante capire cosa accade al popolo di Dio quando cerca di ‘uniformarsi’, ci sono tante risposte anche per noi.

  • lucia, 21 Novembre 2009 @ 18:22 Reply

    Leggendo questo brano alla luce del vangelo di domani, penso a come Gesù abbia capovolto la storia dell’antico testamento.L’uomo è sempre alla ricerca di un re, un re forte, combattente, vittorioso e Dio anche questa volta ci accontenta, si fa nostro re. Ma un re a modo suo finalmente, un Re Pezzente che nasce in una stalla e muore su una croce!!! Che bellissimo re!!! Grazie Signore, sono contenta di averti Re in questo modo, sono felice perchè in te ognuno di noi si sente rassicurato, sei un Re che possiamo incontrarti lungo il nostro cammino affannoso e molto spesso doloroso, sapendo che tu per primo l’hai percorso e acora oggi continui a percorrerlo con noi.

    Un saluto a tutti, mi scuso se non mi faccio più sentire ma ho pochissimo tempo a disposizione, però vi leggo e vi porto tutti con me nella preghiera. Buona Domenica.

    Paolo scusami ma un week-end di spiritualità nella zona di Bari proprio non ti è possibile organizzarlo?

  • lidia, 22 Novembre 2009 @ 23:14 Reply

    @Lucia
    La 2° orazione di ingresso (colletta) di oggi dice proprio questo. Tra le tante parole alla fine ci sono queste:
    “servire è regnare”

    Basta questo concetto a dire tutto, a dire qual è il vero nome della regalità cristiana, la vera missione del sacerdozio comune.

    Se poi consideriamo che alla Consacrazione vengono dette queste parole:
    “nella notte in cui fu tradito prese il pane, lo spezzo e …”
    risulta tutto di un’evidenza sconcertante.

    Pensavo di non aver capito un cavolo di Fede, ma oggi mi hanno (ehm 😉 ) queste parole. Mi sono accorta che qui entra in gioco la coscienza e la differenza tra FARE Carità ed ESSERE Carità che è puro servire qualsiasi cosa succeda, compreso tradimento, insulto, rifiuto, giudizio o gratitudine, riconoscenza, affetto ecc. … In qualsiasi caso e – forse – è questo il Re per un esercito di “soldati” (passatemi il termine 🙂 ) dell’amore incondizionato.
    E questo possiamo farlo tutti, proprio tutti.

  • francesca, 22 Novembre 2009 @ 23:55 Reply

    Caro Paolo,
    è la prima volta che scrivo…mentre leggo sempre tutto quello che appare sia sul blog che sul sito TRLP.
    Grazie per questo grande nutrimento, aggiungo che il regno di Cristo ci appare in ogni ascolto paziente, in ogni sorriso incoraggiante affettuoso e amorevole,in ogni peso condiviso, in ogni gesto di pace e riconciliazione…
    Gesù nostro unico Re chiede di amare come Lui ciha amato.

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