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141377072_1e6f7819f7_mTriste il paese, il nostro, in cui la memoria dolorosa dei defunti si sovrappone e si sostituisce ad una delle feste più gioiose dell’anno così che, paradossalmente, il giorno dei Santi è diventato il giorno della visita ai cimiteri! Pazienza, cerchiamo, almeno nella liturgia, di tenere ben distinti i due livelli: abbiamo bisogno di meditare, e tanto, sulla gloria dei santi per affrontare il ricordo dei nostri amati defunti.

Il nostro tempo è chiamato a compiere un’opera ciclopica: riappropriarsi dei santi, tirandoli giù dalle nicchie e facendoli entrare nella nostra vita. Rischiamo di vedere il santo come qualcuno di completamente estraneo alla nostra vita; con il proposito corretto di esaltarne le qualità, si corre il rischio di allontanare questi nostri fratelli dalla concretezza relegandoli nella sfera del miracolistico e, perciò, dell’impossibile. Cosa c’entrano i santi con me? Con il mio lavoro, le mie preoccupazioni, i miei limiti?

È importante, credo, ridire che il santo è un cristiano riuscito bene, un cristiano che ha lasciato germogliare il germe della fede piantato nel suo cuore il giorno del battesimo fino a farlo diventare l’albero frondoso alla cui ombra gli uomini riposano.

Ciascuno di noi è chiamato a diventare santo, cioé a realizzare in pieno il motivo per cui esiste, a centrare il bersaglio, lasciandosi costruire da Dio. Il santo, uomo completo, non è colui che fa delle cose straordinarie, ma che fa le cose di tutti i giorni straordinariamente bene (frase di Teresiana memoria …).

La Chiesa, madre di santi, ci propone oggi come modelli Santi più vicini alla nostra sensibilità e che possono davvero essere presi ad esempio per la nostra quotidianità: studenti universitari simpatici e concreti, come Piergiorgio Frassati; madri di famiglia che accettano il sacrificio nella quotidianità, come Gianna Beretta Molla; professionisti che vivono con passione il proprio lavoro, come Giuseppe Moscati.
Se riusciamo a rimettere i santi accanto a noi, ci accorgeremo che la loro santità non consiste nel fare cose fuori dal comune, o in atteggiamenti devozionistici o pietistici, rassegnati o zuccherosi.

Conoscere i santi significa veramente percepire in essi una profonda umanità innalzata dall’amore di Dio. Uomini e donne di tutti i tempi che hanno cercato di lasciarsi fare dalla grazia del Signore, senza intralciarlo, ma mettendo la propria sensibilità e intelligenza a servizio del Vangelo. Il più grosso miracolo che i santi compiono è quello di lasciare che Dio lavori nella loro vita.

E noi? Se la santità è il modello della piena umanità, perché non porci questo obbiettivo? Santo è chi lascia che il Signore riempia la sua vita fino a farla diventare dono per gli altri. Come brillantemente annota uno scrittore francese del secolo scorso: “Non c’è che una tristezza, quella di non essere Santi”.

Festeggiare i santi significa celebrare una Storia alternativa.

La storia che studiamo sui testi scolastici, la storia che dolorosamente giunge nelle nostre case, fatta di violenza e prepotenza, non è la vera Storia. Intessuta e mischiata alla storia dei potenti, esiste una Storia diversa che Dio ha inaugurato: il suo regno.

Le Beatitudini ci ricordano con forza qual è la logica di Dio.

Logica in cui si percepisce chiaramente la diversa mentalità tra Dio e gli uomini: i beati, quelli che vivono fin d’ora la felicità, sono i miti, i pacifici, i puri, quelli che vivono con intensità e dono la propria vita, come i santi. Questo regno che il Signore ha inaugurato e che ci ha lasciato in eredità, sta a noi, nella quotidianità, renderlo presente e operante nel nostro tempo.

Buon onomastico a tutti, allora.

Un abbraccio particolare a quanti, lo scorso we hanno condiviso con me la Parola a Vicoforte. Stiamo uniti nella preghiera, lasciamo che il Signore riempia i nostri cuori!

28 Comments

  • lidia, 31 Ottobre 2009 @ 00:22 Reply

    WW!!!!
    Toh! Qualcuno che la pensa come me!!!! Non ci speravo più, proprio non ci speravo più!

  • Lucia S, 31 Ottobre 2009 @ 02:41 Reply

    Perché, cara Lidia?
    io sono sicura di aver conosciuto santi, ma proprio da calendario, persino nella mia famiglia…. Ero molto giovane quando è morta una persona cui volevo molto bene… anche se aveva i suoi difetti, era talmente generosa, disponibile, talmente “fatta dono”… anche se aveva solo 42 anni. Per cui, da quel giorno, pensavo spesso alla santità. E alla normalità di quell´uomo. Non aveva fatto miracoli, non aveva fatto penitenze incredibili… amava Cristo e si dava alla gente. Non so se “amava la gente”, ma si donava tutto, tempo, preparazione, ascolto, pazienza. La gente gli “piaceva”. A volte, se avevo un problema, gli dicevo: se tu fossi qui, sulla terra, mi daresti una mano… ora hai risorse speciali, che ti pare? me lo fai sto favore? Non gli chiedevo miracoli, solo quei favori che un amico ti fa, cose possibili agli uomini. La comunione dei santi: detta così sembra una cosa strana, ma in fondo è la semplice realtà di gente che vive, anche se in modi diversi, la fraternità, la comunità. E così la santità è diventata per me normale, e la vedevo, e la vedo, nelle persone. Ho anche conosciuto almeno due santi da canonizzare, e non so quanti dalla vita normale, ma da un rapporto con gli altri “diverso”. alcuni erano appassionati, altri miti e dal profilo basso… La cosa speciale è che vicino a loro, anche se si parlava del tempo, c´era un clima di attenzione, di tenerezza, di pace, tutto particolare. A un certo punto ho cominciato a pensare alla santità anche per me: non mi pareva più una cosa strana, solo per pochi eroi, per i perfetti: infatti i “miei” santi di difetti ne avevano, di sbagli ne avevano fatti e ne facevano, allora non si trattava più di “perfezione” (che poi non so cosa cavolo sia), ma di umanità. Certamente la perfezione, l´eroismo non fa per me, l´umanità invece….. se poi Gesù me li regala, ebbè, spero di accettarli…. Sento una tenerezza, una gratitudine speciale verso Gesù quando penso che mi ha regalato queste persone, e credo che me regalerà tante altre nel tempo che mi rimane su questa terra. È un regalo grosso quello di poter contemplare, in prima fila, “Dio in azione”! Con la speranza di ritrovarci, un giorno, nella nuova terra. Anche via internet ho conosciuto delle persone che…
    Allora, buon onomastico a tutti!
    E, caro Paolo, non mi dispiace unire queste due celebrazioni: in fondo spero che i morti siano col Signore, e perciò siano santi, al cimitero non ci vado, ormai vi restano solo lapidi… per cui posso dedicare il tempo a pensare a quanto di umanità più o meno sviluppata e cresciuta abbia avuto il regalo di contemplare.
    In questo clima di serena, gioiosa festa, vi abbraccio augurandovi la Pace.
    Lu

  • sandro, 31 Ottobre 2009 @ 17:16 Reply

    x paolo… x lidia ….x janus…. x lucia s…x miriam… laura… molly… e chiunque voglia rispondere….

    °°°° chiedevo un vostro pensiero ( espresso attraverso questo blog possibilmente in modo non troppo lungo) sul tema: ” mass media e comunicazione di valori” \\ e sul rapporto che c’è tra il ” si educa comunicando e.. ci si educa a comunicare” \\… e nel comunicare attrverso i mass media o anche attraverso questo blog,( come facciamo noi), si puo’ parlare di vera “comunita’ relazionale o solo di comunita’ virtuale? ”

    °°° …e la Comunione dei Santi( x restare in tema) non ha nulla a che fare con quanto stiamo facendo noi..( cioe’ il comunicare realta’ che riguardano il nostro spirito, pregare l’un x l’altro…ecc.. senza conoscerci?

    \\\\ preciso che questa mia richiesta è un po’ interessata..

    se la salute me lo permettera’ dovrei nelle prossime settimane tenere alle insegnati di religione( come aggiornamento culturale!!!!) due relazioni di un’ora ciascuna..su questo argomento.
    E’ vero che attraverso Google… posso trovare molto materiale…(oltre il testo della CEI: la sfida educativa…) … ma preferirei conoscere il vostro pensiero…

    grazie.
    un abbraccio e una preghiera reciproca..
    sandro

  • sandro, 31 Ottobre 2009 @ 17:18 Reply

    se qualcuno vuole puo’ comunicare anche attraverso il mio indirizzo… che lascio volentieri

    sandro.decanis@alice.it

  • elena, 31 Ottobre 2009 @ 19:42 Reply

    Per Sandro……..Intervengo con un pensiero per rispondere a Sandro. Per come la vedo io i mezzi di comunicazione non trasmettono grandi valori, anzi, capita spesso di leggere o sentire commenti un pò acidi nei confronti di chi ai valori, così come li intendiamo noi, ci crede e cerca di trasmetterli.N
    egli ultimi tempi poi, tutto ciò che può provocare la curiosità “pruriginosa” dei lettori o degli utenti televisivi, viene continuamente ripetuto sia in tv che sui giornali, dividendo gli opinionisti pro o contro determinate situazioni, cercando il più possibile di scatenare la rissa. Dubito fortemente che si possa trarre qualcosa di educativo da questo modo di comunicare, oltretutto è un sistema che comprende anche le istituzioni o chi le rappresenta. Se poi si comincia a parlare di fede, la presa in giro, il cinismo, e l’arroganza di chi non crede sono sempre più urlati. Una comunicazione che diseduca più che educare, ciononostante, sono sempre più convinta che si educa comunicando eccome, e penso che sia possibile oltre che necessario usare tutti i mezzi possibili per farlo, e il web è uno di questi. Persino il tanto vituperato Facebook può essere uno strumento per educare comunicando, in primo luogo ai giovani che ne hanno fatto la loro seconda casa.
    Per quanto riguarda il blog, è certamente una comunità virtuale, ma offre comunque la possibilità di relazionarsi con molte persone con cui non potremmo certamente comunicare se non esistesse. Da ognuna di esse possiamo imparare e condividere qualcosa, chiedere consigli, preghiere, pregare per altri tutti insieme. Uno strumento che se ben usato considero un ulteriore dono di Dio.
    Scusa, forse il mio pensiero è sempliciotto, ma io sono così!!
    Grazie Paolo per gli auguri che fai a tutti noi, prossimi..ahahah..alla santità! Via, almeno ci proviamo! Auguri anche a te e a tutto il gruppo del blog.

  • Molly, 31 Ottobre 2009 @ 23:20 Reply

    ciao sandro mi sono permessa di inviarti una mail…
    a presto

  • lidia, 1 Novembre 2009 @ 01:12 Reply

    @Sandro
    per me tutto è possibile, tutto genera comunione, anche questo blog, anche se non ci conosciamo di persona, ma ci conosciamo come “persone” nella parte più preziosa: il nostro pensiero.

    Siamo Chiesa, e siamo uniti anche se non ci siamo mai visti. Tu hai per caso visto San Francesco? Non credo. Eppure San Francesco, attraverso la preghiera comunica con noi.
    Tu hai mai visto Gesù? Eppure …

    Comunicare la Fede è entrare in comunione di Fede e entrare in comunione di Fede è essere “riassunti” nel Signore Gesù Cristo.

    Spesso e per assurdo si hanno più aiuti spirituali via mail/sms/blog da perfetti sconosciuti, ma che sono conosciutissimi da quella straordinaria sensibilità che ha ogni cristiano: quella di riconoscere la “voce” del pastore. E, da notare, Gesù dice “voce” e non “immagine di persona” e “voce” può essere anche una parola scritta.

  • Lucia S, 1 Novembre 2009 @ 02:48 Reply

    – Comunione dei Santi: perché non renderla “tangibile” attraverso questo, e altri, blogs? dopotutto è un rapporto che ci unisce fortemente a tutti gli uomini di buona volontà del pianeta, vivi, qui, vivi, là, e persino a quelli non nati ancora.
    – Blog- comunità? perché no? è lo Spirito, la presenza del Risorto che fanno comunità… e chi sa come, dove, soffia lo Spirito?
    – Mass media e valori: nella stragrande maggioranza la radio e la TV sono scuole di anti-valori. Persino canali come discovery o animal planet, che potrebbero almeno istruire, generano spesso un´idea così: difendiamo le specie in via di estinzione, ignoriamo i popoli in via di estinzione. Ammiriamo le belle cose che fa l´uomo, ignoriamo le cose orrende che fa l´uomo. Non posso parlarne molto, perché la TV l´ho sbattuta via. Credo però che scegliendo programmi, e guardandoli insieme ai figli, o agli alunni, si possa creare la cosa per me più necessaria e più scarsa: la capacità critica, la visione riflessiva. Anche la stampa può servire a rendere più consapevoli i ragazzi del lavaggio di cervello cui sono sottoposti.
    Ad abituarli a mettere in discussione l´informazione, le idee, i punti di vista propri ed altrui, non come una via di uscita alla ribellione, ma come un modo di porsi di fronte alla vita.
    – il pc: questo sì che è un tema complicato, perché qui c´è di tutto, più che in altri ambiti: offre tante cose positive e utili, e tanta spazzatura! e tanto veleno!
    Qui ci sarebbe tanto da dire, ma mi pare di non averlo elaborato ancora, so però che qualsiasi opera umana di per sè è neutra, può servire per il bene e per il male….
    Io ho imparato recentemente una cosa: se uso il linguaggio che usano i giovani e che riguarda la bellezza, le diete, l´ecologia ed altri interessi simili e lo applico alle cose di dentro, all´alimentazione dello spirito, per fare un esempio, loro capiscono subito. Le scelte che faranno poi… beh, credo che se hai informazioni più complete, in un linguaggio che ti risulta comprensibile, puoi fare scelte migliori. La mancanza di informazione, di riflessione critica, di comprensione ci rende meno liberi.
    E stop, che il discorso si allunga…
    Cmq, credo che dobbiamo ringraziare il Signore per questi mezzi e scoprire il modo di usarli per crescere in umanità.
    besos, e Pace a tutti. Un forte abbraccio a te, don Sandro, e che il Signore ti benedica e ti sostenga
    Lu

  • ww, 1 Novembre 2009 @ 20:47 Reply

    @sandro
    Condivido in pieno il punto di vista di Lucia S
    Per quanto riguarda la questione “comunità relazionale” o “comunità virtuale”, credo che chi si sa relazionare in modo sano con gli altri in loro presenza, possa relazionarsi in modo sano in comunità anche virtuali.
    L’una e l’altra condizione devono coesistere.
    Il nostro comune amico Paolo e l’opera di chi lo supporta ne sono un esempio lampante.

    ° ° °

    Un abbraccio a tutti, ci sono sempre anche se non riesco a intervenire spesso!

  • mariuccia, 2 Novembre 2009 @ 10:47 Reply

    la prima volta che ho sentito parlare di santità in maniera diversa, ponendomela dinanzi non come una cosa lontana, ma come una cosa accessibile, sono rimasta sconvolta dentro. Dio mi chiedeva di diventare santa…una profondità indescrivibile si apriva nel fondo del mio cuore, era un orizzonte senza confini, una montagna altissima da scalare, un impresa. Per un periodo ho masticato dentro di me quest’idea, che mi piaceva, che mi solletivcava il cuore e la mente. Per un periodo questa idea è rimasta chiusa nel mio cuore, era il tempo della semina. Quando è riesplosa ero già diversa. Sapevo che era Dio che poteva fare tutto e a Dio è possibile ogni cosa. Così ho deciso di mettermi a sua disposizione, oltre ogni mia volontà. Così ho deciso di affidarmi a Lui con tutte le mie mancanze, i miei difetti, le mie incapacità. Paolo diceva ” Santo è chi lascia che il Signore riempia la sua vita fino a farla diventare dono per gli altri”. Ecco, per questo prego ogni giorno, che Lui rimepia tutti gli spazi della mia vita, tutto il resto sarà conseguenza della sua Presenza e della sua volontà.

  • nicodemodinotte, 2 Novembre 2009 @ 14:50 Reply

    I santi sono persone comuni, come noi, che hanno vissuto un continuo progresso nella fede.
    Ci indicano una via possibile per tutti.
    Magari non sono state persone perfette, ma sicuramente hanno capito che la salvezza consiste nel perfezionare la propria fede.
    Le strade sono molte, ma tutti possono percorrerle

  • sandra, 2 Novembre 2009 @ 16:02 Reply

    x don Sandro

    penso che con l’aiuto della preghiera e dell’amore riusciamo a trasformare tutte le cose negative che i nostri figli vedono attraverso i mass media in cose positive.
    Evviva i sacerdoti e le catechiste che cercano di farsi capire con il linguaggio dei nostri giovani e vogliono bene ai nostri figli!
    Evviva le mamme che pregano per i propri figli e per i loro educatori!
    Lo so, non é facile, ma se mettiamo il nostro Maestro Gesú al centro, l’ Amore é l’unica lingua universale! Ciao e Grazie!

  • Paolo, 2 Novembre 2009 @ 17:00 Reply

    La comunità virtuale non riesce a sostituire la comunità reale, è e resta un surrogato, ovvio. Riesce però, nel grande mare di Internet, a fornire qualche punto d’appoggio per coloro che, come Zaccheo, guardano dall’alto senza farsi vedere. Ha comunque qualcosa da insegnare alla comunità reale, ad esempio la capacità di potere condividere liberamente, di farsi aiutare, di sostenersi nella preghiera.

  • laura, 2 Novembre 2009 @ 19:47 Reply

    X Paolo
    surrogato? Non mi piace molto questa parola…la sostituirei con alternativa, che ne pensi? Surrogato mi sa di poco…e pensando al tuo blog mi pare un’offesa! Certo che una comunità virtuale non sostituisce quella reale, ma sul concetto di “reale” discuterei volentieri!
    Cosa è reale, quello che si tocca, si vede, si può provare?! 😉 La fede non è reale allora! L’amore nemmeno, i sentimenti neanche…
    Una comunità virtuale cos’ha di meno di una reale? Se c’è la preghiera, la condivisione, come dici tu, non è la stessa cosa?
    Anzi, proprio una comunità virtuale può offrire quella libertà di comunicazione (come dicevi anche tu)che nella “realtà” a volte purtroppo è difficile, per vari motivi…pregiudizi in testa…
    Allora secondo me una comunità virtuale è valida come una reale, anche perchè (correggimi se sbaglio) anche la preghiera è “virtuale” 🙂

  • Lucia S, 3 Novembre 2009 @ 01:09 Reply

    la comunità “virtuale” certamente non può sostituire la comunità “reale”, così come una messa per Tv non sostituisce la messa celebrata con la comunità. Ma è meno reale la messa per TV? è diversa la partecipazione. Credo che in un blog i due modi di comunità si complementino…. Ma siamo pur sempre Comunione dei Santi, SÌ!
    besos e Pace! ve l´auguro realmente!
    Lu

  • miriam, 3 Novembre 2009 @ 12:48 Reply

    una comunita’ virtuale e’ e rimane tale….c’e’ un abisso con quella reale che e’ fatta della vera condivisione della vera convivenza.si e’ vero ,qui condividiamo le nostre esperienze di vita e quelle spirituale,ma ognuno rimane statico…l’unico che si muove e’ lo SPIRITO SANTO.forse e’ giusto dire che qui si possono trovare conferme e stimoli per poter agire meglio nella realta’ ….si lo so che mentre scriviamo siamo reali,partecipa il cuore la mente,ma tutto il resto?io personalmente ho bisogno del contatto visivo,di pelle ..ecc.il blog non potrebbe mai stotituire una comunita’ ma la puo’ arricchire….pensiamo un po’ a SAN PAOLO : scriveva le sue lettere dopo aver incontrato di persona le varie relta’….un bacio a tutti con stima e affetto

  • Lucia1, 3 Novembre 2009 @ 12:57 Reply

    Personalmente sono d’accordo con Paolo: il virtuale è e rimane un surrogato della realtà. Apre altri orizzonti, è vero, ma quanto preferirei avervi qui in carne ed ossa, parlarvi guardandovi negli occhi, sorridervi dall’altra parte della strada, prendervi in disparte e chiedervi “come ti senti, oggi?”, discutere ed ascoltare ciò che ognuno di voi ha da dire, sollecitare con amore chi sta in silenzio, abbracciarvi….
    Quanto è più bella una comunità fatta di carne e corpi, se Dio si è incarnato è perchè il corpo ha un valore enorme e se la risurrezione fosse come una “comunità virtuale” non mi entusiasmerebbe granchè.
    Sì, mi sta stretto questo modo di essere comunità, ma è sicuramente un modo per stare vicini, per sostenerci, soprattutto per non perdere la speranza che in questo periodo mi sembra ridotta a un lumicino.
    Sono convinta che tutto sia “dono”, perciò ben venga la comunità virtuale, affidiamola allo Spirito: ci penserà Lui a farne ciò che è meglio per il Regno.
    Un abbraccio “corporeo” a tutti.

  • laura, 3 Novembre 2009 @ 13:39 Reply

    Sono d’accordo con voi che la comunità non può essere, anzi non deve essere sostituita da una comunità “virtuale”, sarebbe così triste se fosse così, se non ci fosse poi un contatto con le persone, tutti i giorni, l’andare a messa, pregare con la comunità, con un gruppo parrocchiale…guardarsi negli occhi, abbracciarsi, anche senza parole, quelle che invece sono il filo che ci tiene uniti attorno alla Parola in un blog…
    Ma anche questo ha una sua dignità, un motivo importante di essere, per far arrivare la Parola dove magari non arriverebbe facilmente, dove non sarebbe letta e meditata.
    Nelle comunità parrocchiali, a parte la domenica, non si legge la Parola, non c’è qualcuno che la spighi a chi come me che capisce poco o nulla alla fine di una lettura…ascoltando i commenti di Paolo vengono fuori cose che non avrei immaginato, se avessi affrontato il Vangelo da sola.
    Non so se nelle vostre parrocchie il parroco una volta a settimana ospita in parrocchia chi vuole per la lectio divina, qui da me si fa, ma sono presenti spesso solo le catechiste, e la gente “normale” dov’è? A me piace molto, ma posso partecipare moooolto saltuariamente, e mi dispiace! Quando Paolo ha aperto questo blog non mi pareva vero…ho ringraziato il Signore, mi pareva proprio che avesse ascoltato il mio desiderio!!!
    E ripeto, quello che accade in questa comunità virtuale non vale meno che se fosse in una parrocchia…la preghiera non è più o meno vera a seconda se la faccio in chiesa o a casa mia.
    Essere in comunione non viene solo dal conoscersi di persona…ma scusate, essere in comunione, essere Chiesa allora è circoscritto alla “mia” parrocchia? La Chiesa non è qualcosa di più esteso?
    detto questo non tolgo NULLA alla comunità, che è importante, necessaria! Ma il “di più”, l’aggiunta di una comunità virtuale è qualcosa di cui essere contenti e grati. E scusate ma la parola surrogato non la digerisco…
    Un abbraccio “virtuale” ma di cuore a tutti 🙂

  • laura, 3 Novembre 2009 @ 15:24 Reply

    …scusate se insisto, ma questa cosa mi sta particolarmente a cuore…
    Mt 18,19-20
    “Ancora: in verità vi dico che, se due di voi sulla terra saranno d’accordo su qualche cosa da chiedere, qualunque essa sia, sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Infatti, dove sono riuniti due o tre nel mio nome, ivi sono io, in mezzo a loro”.
    Se due sono d’accordo…se due o tre sono riuniti in preghiera, in comunione, NON seduti vicino…è una comunione che va al di là dello spazio, del posto!

  • miriam, 3 Novembre 2009 @ 18:04 Reply

    questa volta caro paolo non sono tanto in sintonia con te su quelle righe “Triste il paese, il nostro, in cui la memoria dolorosa dei defunti si sovrappone e si sostituisce ad una delle feste più gioiose dell’anno così che, paradossalmente, il giorno dei Santi è diventato il giorno della visita ai cimiteri!”io non la vedo cosi’…i nostri santi,i nostri defunti…ecco la chiesa che abbraccia cielo e terra!la chiesa in questi gg ci ha indicato il cammino giusto da intraprendere : il camminare con le beatitudini tenendo ben presente il giudizio finale….ricordandoci che saremo valutati in base all’amore che sapremo dare…caro paolo non e’ tanto triste andare al cimitero…la tristezza piu’ vera e’ non sapere la dignita’ della morte …e’ triste se i ns defunti ricevono solo fiori e ceri dimenticandoli nelle nostre celebrazioni eucaristiche e nelle nostre preghiere..

  • simone, 3 Novembre 2009 @ 18:15 Reply

    Vorrei riportare una riflessione fatta da un prete che seguo molto nell’omelia di domenica scorsa….

    La festa di oggi ti dice: “Ringrazia i tuoi santi; ringrazia i tuoi angeli. Ringrazia tutte quelle persone che si sono avvicinate nel tuo cammino, che si sono affiancate con amore e ti hanno aiutato, ti hanno sostenuto, ti hanno dato una mano, ti hanno salvato la vita, ti hanno aperto visioni e finestre di vita diverse.
    Quando oggi siete tornati a casa, vi prendete un attimo di tempo, foglio e carta, scrivete i numeri da 1 a 31, i giorni di un mese, e per ogni giorno scrivete il nome di una persona importante per voi, una di quelle il cui aiuto, presenza, vicinanza, ci hanno fatto bene o sono state fondamentali, porti di salvezza. Poi ve lo mettete come un calendario vicino al comodino del letto e ogni mattina leggete il vostro santo. Vi sentirete in compagnia e sostenuti.”

  • Paolo, 3 Novembre 2009 @ 18:46 Reply

    Miriam, credo di non essermi spiegato: il nostro paese ha abolito il 2 novembre come festività, perciò siamo costretti ad appiccicare le due ricorrenze, festa dei santi + memoria dei defunti, facendolo diventare la… festa dei morti! La tristezza consiste nel fatto che non abbiamo una festa specifica per l’una o l’altra cosa, e perciò viviamo in confusione entrambe. In altri paesi, in America Latina, ad esempio, le due ricorrenze sono celebrate con solennità, senza lavorare.
    🙂

  • miriam, 3 Novembre 2009 @ 19:01 Reply

    ah ora ho capito!:-) 🙂 🙂 grazie e….allora concordo pienamente

  • Lucia S, 4 Novembre 2009 @ 00:40 Reply

    In Argentina no, si lavora tanto il 1º quanto il 2 novembre…. e questo è ancora più triste. Di feste religiose in cui non si lavora ne sono rimaste poche: il 1º gennaio, il venerdì santo, l´8 dicembre e Natale. E basta…………..
    Persino le feste nazionali si spostano al lunedì, per cui i ragazzi soprattutto non sanno neanche chi o cosa si ricorda. E si moltiplicano, nelle grandi città, i negozi che aprono anche la domenica, e quelli che sono aperti 24 ore su 24. A me sembra che, anche come cristiani, qualcosa dobbiamo fare. Almeno io cerco di non comperare niente di domenica, e neanche in orari notturni. Questo è un paese in cui i vincoli famliari e personali si mantengono ancora, ed è molto bello… speriamo che duri!
    Un abbraccione con un grosso augurio di Pace
    Lu

  • Molly, 4 Novembre 2009 @ 09:25 Reply

    Che bello simone quello che hai scritto!!! grazie

  • Jenny, 22 Novembre 2009 @ 20:37 Reply

    Scusatemi, ma non trovo più l’enciclica che mi avete mandato. Sono imbranata e non esperta in computer, se mi dite come fare a trovarla, e come fare a ricopiarla, per avere una spece di volumetto. Grazie infinite.

  • sandro, 23 Novembre 2009 @ 03:15 Reply

    io non sono molto piu’ esperto di te jenny. non capisco pero’ aquale enciclica ti riferisci. se riesci a farmi capire meglio provo ad aiutarti. ciao.

  • Ciascuno di noi è chiamato a diventare santo – Paolo Curtaz « Roba da matti, 15 Marzo 2010 @ 10:59 Reply

    […] Fonte | paolocurtaz.it – “Santi Subito“ […]

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