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aÈ stordito Gesù, turbato.Quello che doveva essere il più importante dei miracoli, il miracolo della condivisione, che avrebbe dato il tono del sogno di Gesù, un popolo che mette in gioco quel poco che è per sfamare tutti, si è trasformato in un flop clamoroso.La merenda del ragazzo, donata con generosità, non ha spinto la gente ad imitarlo. Anzi. Con il ventre gonfio, un leggero senso di nausea, la folla prende coscienza di ciò che è appena accaduto. E non riflette sul significato del gesto eclatante di Gesù. Il mormorio cresce, sono tutti storditi, scossi, qualcuno si alza, altri indicano Gesù, gli si fanno incontro per incoronarlo re. Chi non voterebbe un governo che, invece di imporre delle tasse, regalasse dei soldi?

Gesù fugge davanti alla nostra piccineria, non si fa trovare, scompare quando lo manipoliamo, lo usiamo, quando lo tiriamo per la giacchetta. La folla lo raggiunge, stupita dall’atteggiamento del Signore. Forse fa i complimenti? Vuole essere pregato per accettare il titolo di re? Gesù si rivolge alla folla, esprime un giudizio tanto tagliente quanto vero: voi non mi cercate per me o per le mie parole, ma perché avete la pancia piena.Vero, verissimo.

Spesso cerchiamo Dio sperando che ci risolva i problemi, e senza mettere in gioco nulla di noi stessi. Gesù è tagliente: non sempre Dio accarezza, a volte il modo di esprimere il suo amore è un sevizio alla verità, tagliente e inatteso. Ma non sta chiuso nella sua delusione, Gesù. Aggiunge: cercate il pane vero, quello che sazia. Esiste quindi un pane che sazia, e uno che lascia la fame.

Fami

È vero: la fame del successo, di denaro, di approvazione, di gratificazione, spesso ci lascia con un buco nello stomaco. Meglio seguire, allora, la fame interiore, quella di senso, quella della verità profonda, del giudizio sul mondo e la storia che Dio solo può dare.

Gesù aggiunge: il pane che sazia, solo io ve lo posso dare.

La folla replica: cosa dobbiamo fare?

Fare, sempre fare. Fare o non fare, a questo abbiamo ridotto la fede, a morale.

Gesù sa che prima del fare c’è l’essere e il credere.

Ecco cosa “fare”: “credere” in colui che il Padre ha inviato.

Semplice, lineare, ovvio: la fame interiore si sazia con un atteggiamento interiore, quello della fede.

La folla tentenna, il grandioso Rabbì che sfama cinquemila famiglie non è più tanto simpatico.

Chiedono: quale segno fai perché possiamo crederti?

Quale segno?

Non ha appena compiuto il più grande segno che si potesse compiere?

Di quanti segni necessitiamo per credere?

Perché continuiamo a ricattare Dio? A metterlo alla prova?

Il pane dal cielo

Si aspettano la manna, ovvio.

Mosè sì che era un grande, li ha sfamati nel deserto.

Gesù puntualizza, non è Mosè che vi ha dato la manna, ma il Dio di Mosè. Lo stesso che ha mandato il pane che sazia il cuore, non la pancia, il pane della vita eterna che dona vita ad un mondo altrimenti esangue ed inanimato.

La folla è stranita, e chiede: dacci questo pane.

Non è una preghiera autentica, non converte il loro cuore, non sono ancora disposti a mettersi in gioco, neanche un po’.

Gesù replica: è lui il pane di vita, l’unico che sazia.

L’unico che sazia, amici, l’unico.

Non la fama, non il successo, non la gratificazione saziano.

Solo il Signore Gesù sazia.

Folle e presuntuoso Nazareno!

Può davvero un uomo colmare l’infinito bisogno di infinto del cuore dell’uomo?

No, certo. Ma Dio può. Ed egli è il Figlio inviato dal Padre per saziare.

Non cerchiamo Dio perché ci esaudisca, perché ci risolva i guai in cui ci mettiamo.

Non cerchiamo di dissetarci all’acqua di cisterne screpolate.

Non entriamo nella folle corsa dell’apparenza e della vanità pensando che sazi la nostra fame di tutto.

Gesù dice di essere l’unico che sazia la fame interiore.

Che abbia ragione?

59 Comments

  • Molly, 4 Agosto 2009 @ 10:32 Reply

    @lidia
    *Stamattina la tastiera non mi funziona bene scusate se non ci sono accenti ma segni strani*
    carissima condivido molto la tua “disperazione” perchè vissuta … se ti dovessi dire quanti *scandali* ha subito la mia parrocchia ti metteresti le mani nei capelli… quello che ti vorrei dire pero e’ questo io sono anche per non dare le perle hai porci e boicottare le proprie parrocchie cioe cambia comunita cerca un attimo altro anche solo per far rifiatare il cuore e nutrirlo con buone pietanze *una delle cose che ancora oggi critico alla mia comunita e” il fatto di essere assolutamente insipida, e poco nutriente se mi permettete il paragone, e” immersa nelle ovvieta” e nelle prediche di tutte le ore di tutte le messe anche quella delle 7 dove ci sono le solite 4 vecchiette senti dire con il pugno alzato/ perch[” voi peccatori dovete pentirvi … a me fa ridere la cosa ma ti assicuro che anni di prediche cosi completamente fuori il contesto del vangelo letto” fa venir voglia di cambiare religione (era solo una piccola parentesi( comunque ritornado a noi … io per un po di tempo ho scelto di non frequetare la mia parrocchia dove la parola accoglienza era inesistente… e purtroppo lo e” ancora ed ho cercato un posto che mi coccolasse il cuore … naturalmente i problemi non si sono risolti ma mi sono risolta io ad accettare quello che posso prendere dai mie preti infondo ho questi e me li devo tenere
    va bhe il discorso forse fatto cosi potrebbe risultare un po” strano o quanto meno delirante pero’ vi assicuro che ogni tanto staccare la spina serve…
    buon cammino a tutti!

  • Molly, 4 Agosto 2009 @ 10:33 Reply

    @miriam
    grazie per la tua testimonianza mi sono venuti i brividi!!!

  • miriam, 4 Agosto 2009 @ 10:55 Reply

    @Molly
    l’ ho raccontata velocemente ma credimi quel momento ho sentito tuuto l’ amore del Signore…e il mio medico dopo la gastroscopia mi chiamava affettuosamente stupida perche’ ero convinta della mia decisione…..la Santa Messa e’ il momento piu’ bello per noi ….e non l’ avrei piu’ vissuta bene se avessi bevuto al calice….se avessi messo le ostie di riso in una teca…il sacerdote non si doveva lavare le mani per non contaminare la mia ostia di riso….e no,proprio non potevo vivere cosi’ il mio incontro con Lui

  • lidia, 4 Agosto 2009 @ 10:56 Reply

    Sì. Miriam, è proprio così … lo dico perché l’ho sperimentato.
    Ma di gioia proprio non se ne parla!!! Posso parlare di tenerezza intensa, posso parlare di presenza intensa, posso parlare di follie inspiegabili … posso e potrei dire tutto, ma di gioia no … la gioia non fa parte di quello che sento nel cuore, ma che fa parte di quello che do.
    La doppia sofferenza è per gli uomini di Chiesa (e in alcuni casi di Dio) e per il “popolo” di Dio che a causa dei primi (ma anche dei secondi) si impoverisce sempre di più, si stacca sempre di più.
    Non voglio e non serve che io salvi la Chiesa, ma mi è richiesto di consolare e difendere in prima persona.
    I discorsi che vengono sempre fatti sono sempre con un “io con Dio … e qui va tutto bene, ma quando gli occhi si spostano agli altri e proprio per quel cerchio della carità e del dono, allora iniziano i problemi.
    Personalmente non ce la faccio a provare gioia con Dio, quando girandomi vedo occhi pieni di lacrime per offese tremende; non posso pregare e gioire se vedo gente che esce dalla Chiesa delusa e scandalizzata e non posso accettare di stare zitta su cose ovviamente ed oggettivamente sbagliate che spezzano l’unità … non posso farlo perché il mio Signore quando prego in un “fai qualcosa” mi arriva in risposta “e tu cosa hai fatto? Come ti sei fatta scudo per quanti soffrono … ma quelli vicini e non quelli in Africa o chissà dove? Inizia tu e poi – se serve – arrivo Io” … e su questo nessuno mi potrà convincere del contrario, e su questo la gioia piena è quando vedo il successo di Dio anche se poi quella che va in croce sono io.
    Ripeto amo la Chiesa Cattolica e apostolica, la amo dopo averla tanto odiata, la amo perché è vera ed autentica e mi spendo per quel “cattolica ed apostolica” ALL’INTERNO DELLA CHIESA STESSA … perché all’esterno, ai “pagani” le cose vanno benissimo.

    Missione all’interno della Chiesa perché ora i problemi sono qui, i non credenti sui fatti sono qui, gli oppressi sono qui e nessuno se ne accorge.
    Oggi o domani sicuramente assaggerò i chiodi più dolorosi, ma non ho potuto tacere.

    Ma resisto a stare nella Chiesa perché nonostante scandali, errori e quanto di più brutto ci sia continua ad esistere e continua a generare santi, continua a cambiare la vita del mondo. La Chiesa quando nega la sua natura in questi modi e tradisce sé stessa … in quello stesso momento, in quel preciso istante certifica che è Chiesa di Dio, voluta e difesa da Dio … perché se fosse da uomini sarebbe già morta e sepolta.

    E per esperienza dico che dopo la gioia intensa dell’incontro personale tanto desiderato con il Signore, arriva immancabilmente il dolore intenso.
    Tormentati dall’amore dovrei dire, tormentati che si affidano certamente ma dopo aver dato tutto per questo cerchio d’amore che non conosce limiti umani.

    Ciao

  • miriam, 4 Agosto 2009 @ 11:11 Reply

    @lidia

    ti capisco bene bene…credimi…non sto qui a raccontarti le mie esperienze negative con alcuni sacerdoti, ho pianto tanto nel segreto….ero sconfortata…. poi con l’aiuto divino ho capito che chi non fa esperienza personale con Gesu’ non cambia pur predicandolo, non migliora se non l’incontra con il cuore …allora ho sentito tanta tenerezza per quei sacerdoti …il loro vero errore era quello , e’ quello, di non sentire L’ Amore VERo….

  • miriam, 4 Agosto 2009 @ 11:13 Reply

    l’ ho raccontata velocemente ma credimi quel momento ho sentito tuuto l’ amore del Signore…e il mio medico dopo la gastroscopia mi chiamava affettuosamente stupida perche’ ero convinta della mia decisione…..la Santa Messa e’ il momento piu’ bello per noi ….e non l’ avrei piu’ vissuta bene se avessi bevuto al calice….se avessi messo le ostie di riso in una teca…il sacerdote si doveva lavare le mani per non contaminare la mia ostia di riso….e no,proprio non potevo vivere cosi’ il mio incontro con Lui

  • miriam, 4 Agosto 2009 @ 11:16 Reply

    scusate sono imbranata!volevo correggere un errore nel commento precedente e invece l’ho rimesso…scusatemi ancora

  • miriam, 4 Agosto 2009 @ 11:40 Reply

    @lidia
    oggi 4agosto ricorre la morte del curato d’ ars, un umile parroco di campagna e’ stato proclamato patrono di tutti i sacerdoti… ci troviamo nell’ anno sacerdotale…il Santo Padre ha dedicato a loro quest’anno…significhera’ qualcosa non credi mia cara lidia?chiediamo la sua intercessione per i nostri sacerdoti e riflettiamo sulla loro chiamata alla santita’….se un sacerdote e’ santo santifica il popolo di Dio….se il popolo e’ santo aiuta a santificare il ministro di Dio..

  • Paola B., 4 Agosto 2009 @ 11:42 Reply

    Che bello Miriam ! CHE BELLO !!!!

    Se mi permettete vorrei tornare sull’argomento “preghiera”.
    Tempo fa acquistai un libro “DESIDERIO DI DIO. ESERCIZI DI CONTEMPALZIONE” di Jalics Franz. Avevo iniziato a leggero , ma poi non sono riuscita ad ultimarlo … mi sono sempre ripromessa che l’avrei ripreso, in un momento più consono , ma il momento sembra non arrivare mai. Molly è già stata esaustiva nel commentare il mio precedente post. Non esistono preghiere di serie A o di serie B, esiste la nostra preghiera che , almeno per quel che mi riguarda, nasce dalla certezza che Dio mi accompagna e mi sostiene , ma nasce anche dall’incertezza di un futuro che mi spaventa . E’ lì che casco. Quando sono di fronte al Crocefisso vorrei affidarmi totalmente a Lui , ma ho paura di farlo. Spesso ho sentito che il Signore non ci metterebbe mai davanti ad una prova che non potremmo sostenere , ma questo non mi solleva più di tanto. Ultimamente prego per la mia salute, perché vorrei poter stare ancora tanti anni vicina a mia figlia , poterla aiutare fintanto che ne avrà bisogno. Io ho perso entrambi i genitori sufficientemente presto da sentire la mancanza di un sostegno quando non avevo idea di cosa fare. E’ lì che lo tiro per la giacca , lo “obbligo” a guardarmi . E sapere che potrebbe “decidere” diversamente mi da un senso di disperazione tale da farmi sentire orfana per la seconda volta . Non so se sono riuscita ad esprimere i miei timori . Sicuramente il mio vissuto non mi aiuta a vivere la Fede serenamente , ma sebbene tantissime volte è stata la sua Parola a darmi conforto e dare un senso a tante brutture , poi mi accorgo che non riesco a farmela bastare.

  • Ely, 4 Agosto 2009 @ 14:15 Reply

    Mi permetto di intervenire citando un pensiero che il vescovo della mia diocesi ha detto nell’omelia durante le ordinazioni sacerdotali lo scorso giugno. Una bella riflessione per tutti… preti e non… che ricorda anche l’importanza del “Pane della vita” da cui è nata questa discussione.
    Diceva il vescovo ai novelli sacerdoti: “è Lui che vi chiama ed è Lui che condurrà i vostri passi; è Lui che può agire dentro ai vostri cuori e dilatare lo spazio della vostra carità. Io posso solo operare dall’esterno e offrirvi qualche stimolo legato al mistero dell’Eucaristia che siete chiamati a servire. L’Eucaristia non è tutto della vita ecclesiale, ma certamente ne è il vertice e la sintesi; non sarà tutto nella vostra attività pastorale, ma dovrà essere l’impegno primario. Venite ordinati oggi per diventare sacramento vivo di Gesù pastore; attraverso di voi dovrà essere Lui, il Signore, a parlare, operare, guidare la comunità cristiana. E dove il primato dell’azione del Signore appare così chiaramente come nell’Eucaristia? Quando la Celebriamo, l’unica nostra sicurezza è che lo stiamo facendo in obbedienza al Signore; altrimenti tutto si ridurrebbe a un rito vuoto. Quando predichiamo o organizziamo, possiamo illuderci di essere noi a condurre il gioco pastorale. Quando celebriamo l’Eucaristia, possiamo solo invocare con umiltà il dono dello Spirito perché agisca dove noi siamo impotenti”.
    Non aggiungo altro… semplicemente un augurio: la fame interiore di ciascuno di noi possa essere saziata sempre e solo da Lui!!!
    Ciao e grazie…

  • lidia, 4 Agosto 2009 @ 14:29 Reply

    @miriam
    l’ho già detto ed è ovvio che prego per i preti (sacerdoti lo siamo anche noi …) ma forse non mi sono spiegata bene.
    Se il torto, il danno o quant’altro viene fatto a me, anch’io – come ho poi fatto – piango e mi affido al Signore e … sissignori … non mi difendo certa che prima o poi l’altro capirà. L’ho fatto e continuo a farlo questo.
    Ma quando si è testimoni di cattiverie terribili da parte di preti o anche persone che si fregiano di cristianità, quando si è in mezzo ad abusi di potere spaventosi e quando si sente gente che dice “basta” con le lacrime agli occhi, quando si vedono i delusi e gli oppressi, quando si sentono i giovani che sgomenti ti chiedono perchè … che si fa? Si lascia tutto com’è, ci si ritira in casa (meglio in chiesa) e si piange, si prega, si affida tutto al Signore? Quando si hanno davanti agli occhi queste situazioni che fate voi? Andate a consolare quello che ha ferito perchè ha bisogno della nostra comprensione? Che fate? Non prendete posizione e davanti a colui che ha ferito non prendete posizione e dite solo al “martire” di turno (magari di nascosto) “porta pazienza anche il Signore è andato in Croce!” … ma di sporcarsi le mani a denunciare un torto non se ne parla proprio?

    Ecco è questo che io sto vivendo e se non prendo posizione, credetemi, non riesco ad accostarmi all’Eucarestia perchè quella particola mi interroga, mi giudica e mi dice “vai prima a difendere e poi ne riparliamo”.
    Ho sempre parlato di DIFENDERE e mai di DIFENDERMI … non l’ho mai fatto e – a dire il vero – nessuno lo ha mai fatto con me.

    Quindi, se essere santi o cristiani significa non giocarsi e solo pregare … allora è bene lo sappiate tutti che io non lo sono per nulla, e neppure lo sarò mai.
    Io, Lidia, non sono cristiana se questi sono i termini.

    Il mio dolore è per gli altri non è per me … a me non hanno fatto nulla … ora … ma voglio impedire che qualcuno si senta solo come un cane in mezzo a iene … altro che lupi!!!

  • alma, 4 Agosto 2009 @ 14:36 Reply

    Miriam mi ritrovo in quello ke dici…
    Prima di qualsiasi giudizio preghiamo x i nostri e x tutti i sacerdoti, ne hanno bisogno più di quanto possiamo immaginare! Non posso raccontarvi la mia esperienza, che non è ancora conclusa… vi dico solo preghiamo x loro specie in questo anno sacerdotale!
    alma

  • Saulo, 5 Agosto 2009 @ 09:26 Reply

    @lidia

    Lidia,
    sarebbe bello che dopo aver rivolto al Signore tutte le tue domande, le tue recriminazione, le tue richieste, concludessi con “…sia fatta non la mia, ma la TUA volontà”.

  • lidia, 5 Agosto 2009 @ 19:36 Reply

    @Saulo
    Eccerto … che lo faccio!!! E’ proprio lì il bello della storia!
    Quando qualcuno ci mette fegato, cuore e testa in qualche cosa, per quanto buona sia questa cosa, c’è sempre il rischio di “imporre la propria volontà a Dio”.

    Non è facile vivere come me e poi, alla fine di preghiere, suppliche e lacrime dire: “Sia fatta non la mia, ma la Tua volontà!” … manca il respiro, si ha paura, manca la certezza … manca tutto insomma. Si fa una fatica incredibile e sembra che si spacchi il cuore. Se poi, effettivamente, non va come si aveva pregato ecc. allora arriva pure il dubbio “di essere stati abbandonati” … è questo è il momento più terribile in cui ripetere questa preghiera … e finalmente arriva l’affidamento faticosissimo.

    Quello di cui soffriamo tutti, di cui ha sofferto Israele in fuga dall’Egitto e di cui tutta l’umanità ha sempre sofferto è la MANCANZA DI CERTEZZE CONCRETE E DI COSE E FATTI quando si parla di Dio. La “certezza” è la radice della nostra vita in termini di affettività. Senza di quella tutto si sgretola e tutto si confonde. La “certezza dell’amore” già di per sé è complessa, la certezza dell’amore di Dio è semplicemente pazzesca … Ed è Grazia, solo Grazia nulla di meno. Una Grazia che supera ogni limite umano … la Grazia di Abramo per intenderci, o di Maria o di Giuseppe ecc. ecc.
    Situazioni al limite, situazioni irrisolvibili che pure hanno trovato in quel “sia fatta la tua volontà e NON la mia” la soluzione oltre lo sperabile.

    Queste parole che Gesù ci ha insegnato, le ha dette prima Maria, le hanno dette in tanti … anche Giobbe, ma per dirle sinceramente ed assaporarne tutto il peso ed il salto nel vuoto che comportano (che il vero essere figli) è necessario – credo – arrivare alla rinuncia, alla sofferenza … anche dei propri affetti … che poi – dicono – ci verranno ritornati.

    Saulo … io non auguro a nessuno questa strada, ma sono una testa di cavolo e quindi per me “trattamento” per teste di cavolo … ma quelle “paroline piene di amore fiducioso” tremando … le dico sempre, le prego sempre … anche se dopo mi sento come una foglia al vento e – onestamente – ho paura.

  • laura, 8 Agosto 2009 @ 22:13 Reply

    laura :
    Tornando al “tema” del vangelo, ieri ho guardato un po nella mia vita quand’è che Lo cerco per i suoi doni e non per Lui…e mi sono risposta che è proprio quel Pane che è Lui stesso che desidero tanto, e magari è lì che sta il mio “sbagliare bersaglio”: desiderare Lui in dono, quando dovrei amarLo e basta, perchè si è già donato a me, e anche se l’Eucaristia è Il Dono, non devo fermarmi ad affliggermi perchè non posso goderne, ma accettare anche questa mancanza per amore Suo, e amare Lui più di quello che può darmi…

    Paolo, cosa ne pensi? Mi sbaglio?

  • laura, 11 Agosto 2009 @ 17:11 Reply

    X Paolo:

    laura :

    laura :
    Tornando al “tema” del vangelo, ieri ho guardato un po nella mia vita quand’è che Lo cerco per i suoi doni e non per Lui…e mi sono risposta che è proprio quel Pane che è Lui stesso che desidero tanto, e magari è lì che sta il mio “sbagliare bersaglio”: desiderare Lui in dono, quando dovrei amarLo e basta, perchè si è già donato a me, e anche se l’Eucaristia è Il Dono, non devo fermarmi ad affliggermi perchè non posso goderne, ma accettare anche questa mancanza per amore Suo, e amare Lui più di quello che può darmi…

    Paolo, cosa ne pensi? Mi sbaglio?

  • Paolo, 11 Agosto 2009 @ 21:01 Reply

    laura :

    laura :
    Tornando al “tema” del vangelo, ieri ho guardato un po nella mia vita quand’è che Lo cerco per i suoi doni e non per Lui…e mi sono risposta che è proprio quel Pane che è Lui stesso che desidero tanto, e magari è lì che sta il mio “sbagliare bersaglio”: desiderare Lui in dono, quando dovrei amarLo e basta, perchè si è già donato a me, e anche se l’Eucaristia è Il Dono, non devo fermarmi ad affliggermi perchè non posso goderne, ma accettare anche questa mancanza per amore Suo, e amare Lui più di quello che può darmi…

    Paolo, cosa ne pensi? Mi sbaglio?

    L’eucarestia è un evento in cui Gesù si rende presente in molti modi, non solo nel pane consacrato: nell’assemblea che si raduna, nel sacerdote che esercita il suo ministero, nella Parola letta… Non partecipare in obbedienza alla chiesa alla comunione è uno dei gesti. soffrire perché non si partecipa è una grande testimonianza di fede nell’eucarestia.

  • laura, 11 Agosto 2009 @ 21:06 Reply

    @Paolo
    Grazie, Paolo! 😉 continuerò a soffrire e ad offrire…

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