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bacio.GrattManuela e Claudio si sono sposati una decina di anni fa. Un bel matrimonio, una bella coppia. Decisa e gentile lei, creativo e brighella lui. Ora hanno tre figli che riescono a gestire grazie all’aiuto poderoso dei nonni, come spesso accade. Le prime avvisaglie di crisi le ho avute sei mesi fa: mi ha cercato la testimone di nozze di Manu. In una lunga telefonata mi parlava di una sbandata per un’altra persona, una passione forte, devastante, folle: Manuela è piombata nel caos totale, è cambiata, alla fine ha lasciato casa e i tre figli. Si è frequentata per un certo periodo con quel tizio, ora vive sola. Do dei consigli all’amica, poi scrivo una lettera a Manuela. Esprimo affetto e preghiera, e disponibilità ad un incontro. Non accade nulla, forse è troppo presto. Vedo Claudio, dopo qualche settimana, leggo nei suoi occhi dolore e rassegnazione, fa finta di avere ingoiato il rospo. Sorrido amaramente, so bene quanto stia soffrendo. Passano i mesi, non so nulla, riprovo con una lettera a Manu. Questa volta mi arriva un messaggio da parte sua: «Hai voglia di ascoltarmi?». Nei due giorni che precedono l’appuntamento sgrano il rosario e metto in contatto il mio angelo custode col suo. Non so come andrà, ma penso che Manuela si stia facendo un sacco di male. Infine ci troviamo al tavolino di un dehors in città, in una caldissima giornata di agosto. Inizio parlando di me, lungamente. Mi metto in gioco, parlo dei miei sentimenti, dei miei progetti, dei miei dolori. Lei ascolta, vedo che si sta rilassando: non le sto facendo un interrogatorio, non faccio il difensore della morale, vedo nei suoi occhi un abisso di dolore. Finisco di gustarmi il gelato. Provo: «Tu come stai?». Gli occhi le si inumidiscono. Parla di Claudio che ora è al mare con i figli, parla della solitudine, mi dice di avere scoperto una Manuela diversa. «Sai, ho sempre pensato di essere una brava ragazza, sono stata educata ad esserlo: la moglie perfetta, la mamma serena, l’educatrice dell’oratorio… poi un giorno mi sono svegliata e ho scoperto che c’era un’altra Manuela, aggressiva, malvagia, trasgressiva. Ho spaccato tutto, ho buttato via tutto. Qualche mese fa mi sono accorta che Claudio mi mancava, mi sono riavvicinata, ma lui mi ha detto che c’è una nuova persona. È come se volessi tutte e due le storie d’amore: quando uno dei due era distante o poco premuroso, c’era l’altra persona che mi aspettava». Accuso il colpo. Avrei preferito che mi dicesse di essere serena, di avere scoperto un altro amore nella sua vita. Invece non è così, non è quasi mai così. Quando ci si innamora di un’altra persona si tradisce anzitutto il proprio sogno, poi il compagno. E l’innamoramento inganna, promette, euforizza, ma quando passa il momento dopato, si resta con i cocci in mano. Vero: tutti noi vorremmo essere sempre amati, ogni istante, tutti, istintivamente, infantilmente, vorremmo avere qualcuno a disposizione, una sorta di harem affettivo. Ma la realtà è molto diversa: il desiderio infinito di amore che portiamo nel cuore è incolmabile, e serve per cercare Dio. Sperimentiamo emozioni e gioie fortissime nella vita, ma sempre temporanee, sempre relative. «Vedi Manu, da questo delirio hai scoperto due cose belle: che ti sai ancora innamorare e che ci sono altre Manuele dentro di te. Pensa al tuo inconscio come ad un parlamento. La Manuela pazzerella è rimasta quarant’anni in minoranza e ora si vendica. Non le hai dato ascolto, neanche un briciolo di spazio, e ora lei se lo prende tutto». Manuela ascolta. Fatica a parlare: «Non pensavo di poter essere così cattiva, non conoscevo questa parte così oscura di me». «Meno male che l’hai scoperta, ora si tratta di accettarla, di non nasconderla. Tu sei anche così, ma Dio ti ama anche nel tuo lato oscuro. Hai scoperto, allora, ancora una cosa bella: hai coraggio di essere vera e questo, che ora ti sembra faticoso e doloroso, ti può aiutare ad accogliere i limiti degli altri». Tacciamo, ora. Intorno a noi i turisti parlano del più e del meno. Oso: «Ami ancora Claudio?». Annuisce con la testa, piangendo. «Perché non vi fate aiutare? Andiamo da una mia coppia di amici psicologi e vediamo se riusciamo a mettere insieme qualche pezzo, proviamoci, almeno». Scuote la testa: «Io ho fatto il pasticcio, io ne devo uscire». «No, Manuela, faresti ancora maggiori danni: abbi il coraggio di farti aiutare. Ti stai punendo, hai deciso di darti una penitenza, devi scontare una colpa. Ma ogni penitenza ha un termine, una purificazione, stai attenta a questa nuova parte oscura che ti vuole distruggere…». Mi guarda, stupita. Ho colto nel segno. «Non so se riusciremo a fare qualcosa, ma l’importante, ora, è smettere di soffrire. Pensaci una settimana e poi ci risentiamo, cercherò Claudio, nel frattempo».

34 Comments

  • alba, 8 Luglio 2009 @ 07:46 Reply

    Bravo Paolo….penso che il “mi metto in gioco” è il cuore di tutto questo incontro.Perchè nei momenti di fatica di delusione e di disperazione non ci lasciamo aiutare??? io credo perchè ci sentiamo giudicati.La condivisione di se’, di ciò che si prova, della parte “scura” di noi ,dei nostri sogni e dei nostri dolori ci porta alla pari con l’altro che si sente non solo non giudicato ma capito ed accolto così com’è…
    In fondo Gesù ci dice di condannare il peccato e non il peccatore..e soprattutto ci ricorda che……”chi è senza peccato scagli la prima pietra!!!!!!!”

  • lidia, 8 Luglio 2009 @ 08:22 Reply

    ahia!!! ma il lavoro imperversa e non posso scrivere più di tanto!!
    Diciamo per agganciarmi al discorso di ieri, che questi sono i casi in cui partono i rimbrotti a Dio … E per tutta risposta viene chiesto di giocarci, di scendere in queu famosi abissi umani e capire la natura dei tradimenti, delle sbandate, ecc.
    Il matrimonio è il Sacramento più difficile da “gestire” perchè non si è da soli ed il più difficile da credere … eppure è anche un “Sacramento” ordinario, nel senso che la maggior parte degli esseri umani si sposa.
    Bellooooo ‘sto post!!!

  • molly, 8 Luglio 2009 @ 09:15 Reply

    m’hai messo n’ha tristezza addosso co’ sta storia (scusate la calata romna! ma rende bene i miei sentimenti) non so perchè ma da diverso tempo empatizzo con la sofferenza altrui e mi pesa moltissimo portarla … quasi non la tollero a pelle eppure è lì e la vedo e la sento dentro e mi commuovo.
    spero che riescano propio a riconciliarsi: sono veramente pochi quelli che si fanno aiutare (come fosse una cosa da nascondere, la crisi) eppure chi lo fa poi ricomincia e parte una nuova avventura… quando è così grido, strillo forte forte a Maria che lei di matrimoni con problemi ne sa qualcosa: praticamente ragazza madre che sposa un uomo che non è il padre di suo figlio e vive in castità con questo compagno (più incasinata di così la famiglia di nazaret non poteva essere)
    ma anche per questo possiamo fidarci di loro perchè hanno già sperimentato la difficoltà, l’hanno vissuta e ci possono stare vicini…
    Santa Famiglia di Nazareth date luce a manu e claudio
    amen

  • Paolo, 8 Luglio 2009 @ 09:20 Reply

    @molly
    Questo articolo l’ho scritto ormai un anno fa. Per rasserenare gli animi sappiate che l’altra sera sono andato a cena dai due. La bufera è passata e li ho visti molto bene, anche se acciaccati. Come hanno fatto? Se ne avrò il tempo e l’energia ve lo racconterò…

  • d.Mauro, 8 Luglio 2009 @ 09:26 Reply

    Ciao a tutti! Vi chiedo il dono di una preghiera per una bambina della mia comunità di 5 anni a cui hanno scoperto una forma di leucemia molto grave!

  • laura, 8 Luglio 2009 @ 09:30 Reply

    Eh! Siamo capaci di tutto, proprio tutto…lo avevo capito a quattordici anni: potevo essere quella che sceglievo di essere, non ero la brava ragazza che fa sempre quello che dicono mamma e papà, potevo scegliere anche di trasgredire, in me c’era tutta una varietà di Laura, dovevo solo scegliere quale essere…
    E quando fai la scelta di essere fedele ad un uomo, non è che le altre te scompaiono, sono dentro, e se non fai attenzione possono venire fuori nel momento sbagliato, e fare danni!
    Quando dopo anni di matrimonio in cui hai fatto la brava mogliettina, la brava mamma, e ti sei dedicata con tutte le tue forze e il tuo tempo alla famiglia dimenticandoti di te stessa, puoi trovarti un giorno a guardarti dal “di fuori”, e quello che vedi magari non ti piacerà: ti renderai conto che hai fatto un grande sbaglio, quello di dimenticarti che sei una persona, e che dovevi lasciarti un piccolo spazio per te. Non si deve vivere in funzione di qualcun’altro, perchè può venirti a mancare, può non avere più attenzioni per te e tu ti sentirai senza valore, insignificante!
    E lì c’è il rischio che le attenzioni di qualcuno ti sembrino quello di cui hai bisogno, ma non è così: quello di cui hai bisogno sono le tue attenzioni verso te stessa, il rispetto che devi a te stessa. Non è buttandosi nelle braccia di qualcun’altro che si risolve qualcosa, perchè il problema non è risolto, sta sempre lì. Abbiamo il dovere di amarci e di rispettarci, il dovere di trovare un’equilibrio tra l’amore che dobbiamo a noi stessi e all’amore per gli altri. Non si può vivere senza questo equilibrio, è necessario sapere che indipendentemente dall’amore che qualcuno può avere per me, io valgo prima per quello che sono.
    E poi non dimentichiamoci che ognuno di noi è AMATO, da Qualcuno lì su, e che ci sta vicino, non ci lascia mai soli…

  • molly, 8 Luglio 2009 @ 09:35 Reply

    @Paolo
    grazie paolo lo speravo proprio… ;0)

  • lidia, 8 Luglio 2009 @ 09:38 Reply

    Grazie per la “bella notizia” che tutto si è rasserenato!
    Ho fatto apposta un po’ la “leggera” … ma queste situazioni sono di una tristezza infinita e ci vuole un coraggio più che infinito per uscirne.

  • elena, 8 Luglio 2009 @ 09:40 Reply

    Quante volte diamo per scontato cio’ che abbiamo …… e ci accorgiamo di quanto vale solo nel momento in cui l’abbiamo persa? E’ ritornare sui propri passi che è dura, non sappremo mai in anteprima come saremo accolti.
    Dopo vent’anni di matrimonio, quante volte ho dovuto cercare dentro me stessa, anche solo un piccolo accenno di ciò che mi ha fatto innamorare di mio marito!
    E, nei momenti bui, ciò che mi ha fatto rivedere la luce, sono stati proprio i piccoli gesti, le parole, i nostri week end in moto a ricordarmi che non avrei fatto il cambio con nessun’altro. E allora si, ricominciare da capo, ha sempre avuto senso!

  • Crys, 8 Luglio 2009 @ 09:43 Reply

    “..Inizio parlando di me..”

    quante volte condividendo le proprie sofferenze con gli altri sembra di rispondere ad un interrogatorio. forse è per questo che alla fine ci teniamo tutto dentro.

    che bello se fosse sempre così, che bello quel …”Tu come stai?”.. è di una dolcezza infinita.

  • candido balucca, 8 Luglio 2009 @ 10:17 Reply

    ciao paolo
    ti voglio bene.
    il solito abbraccio allargato.

    candido.
    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^
    avviso ai naviganti:
    il blog e’ uno strumento molto bello ma molto delicato.
    e’ come camminare su una corda tesa su un burrone.

    inserire commenti in un post come questo e’ assolutamente inappropriato.

    silenzio e preghiera.

    chiedo scusa, non e’ supponenza ma esperienza.

    saluti fraterni.

  • laura, 8 Luglio 2009 @ 10:37 Reply

    X candido: scusa ma sei libero di raccoglierti nel silenzio e nella preghiera come e quanto vuoi, ma lascia che chi ha desiderio di condividere con qualcuno un’idea, un’esperienza, possa farlo! Non è a questo che serve un blog? Certo questo è un blog UNICO, speciale, che rispecchia chi lo ha fatto e continua a lavorarci (persino in vacanza!!!). Ma non penso che sia inappropriato commentare… ciao 😉

  • laura, 8 Luglio 2009 @ 11:02 Reply

    …oppure sbaglio, Paolo?! Se è così prometto di non farlo più!

  • elena, 8 Luglio 2009 @ 11:34 Reply

    buongiorno Paolo, ho lette con molto interesse questa storia perchè proprio adesso nella mia famiglia qualcono sta vivendo una situazione molto simile, forse anche più complessa e dolorosa, spero che anche loro leggano quello che hai scritto, potrebbe servire ad aiutarli e magari scoprire che possono ricominciare con molto amore e molta pazienza a rimettere insieme i cocci, lo spero tanto per loro due e per i tre bambini che hanno! complimenti a te, sei davvero quella persona di cui avevamo bisogno.Grazie…

  • Brunason, 8 Luglio 2009 @ 12:29 Reply

    @Paolo
    “il desiderio infinito di amore che portiamo nel cuore è incolmabile, e serve per cercare Dio”. Quanto è vero, Paolo. Come di ce S. Agostino:”Signore! Ci hai fatti per te… e inquieto è il nostro cuore, finché non riposa in Te!”.

    @candido balucca
    “inserire commenti in un post come questo e’ assolutamente inappropriato”. Non capsico il perchè, Candido. Puoi spiegarmenlo pr favore? Le riflessioni di Paolo (da una vita) mi aiutano a riflettere e mettere ordine nella mia vita, alla luce della Parola. Poter condiviidere le riflessioni con altri “cercatori di Dio” la trovo una cosa splendida e arricchente: è mettersi in ascolto dell’Altro e dell’altro, mettersi in dialogo…

  • Antonello, 8 Luglio 2009 @ 12:42 Reply

    @laura
    Ciao, Laura 🙂
    complimenti per le parole! 🙂
    Se interpreto bene, credo tu abbia detto che ci vuole rispetto ed amore per se stessi, autodedicandosi momenti d’affetto, altrimenti si rischia di “perdersi” in quanto si è pensato esclusivamente al prossimo, sia esso marito, o figli, o altro.
    E’ verissimo! Noi possiamo decidere di non lasciarci andare alle lusinghe “del diavolo” che in verità vuole farci solo confondere, facendoci credere che l’amore sia qualcosa di più frivolo e passionale, che c’è sempre qualcosa di meglio di quello che abbiamo.
    Il problema è questa maledetta TENTAZIONE…il desiderio di sentirsi desiderati.
    Il diavolo si nasconde lì!
    Grazie per la tua testimonianza.
    Abbracci

  • Rosaria, 8 Luglio 2009 @ 14:34 Reply

    @laura
    Da qualche parte sta scritto “Ama il prossimo tuo COME te stesso”, è quel come che fa la differenza. Trovo giusta la tua osservazione, mendichiamo amore continuamente dagli altri e tanto poco amiamo e rispettiamo noi stessi.
    Leggevo qualche tempo fa un libro che ti segnalo e che trovo interessante: “Come te stesso: la misura dell’amore” di Giulio Cirignano e Ferdinando Montuschi.Così commentano gli autori:
    In tutti i testi sacri l’espressione appare contraddittoria, c’è sempre una “misura” in eccesso il cui vero pericolo è l’amarsi troppo, oppure in difetto che porta alla svalutazione di sè e pone le premesse per non amarsi affatto.
    È lecito interpretare l’amore del prossimo come diminuzione dell’amore verso se stessi, oppure è vero il contrario? Far posto all’altro significa davvero, secondo il “comandamento dell’amore” togliere posto a stessi?
    In tutta sincerità credo che l’amore vissuto nella reciprocità dia un senso a quella “misura”! Che ne pensi?

  • marian, 8 Luglio 2009 @ 14:40 Reply

    Ho letto. Avevo proprio bisogno di alcune di queste parole. Grazie

  • Paolo, 8 Luglio 2009 @ 14:41 Reply

    @elena Prima di contattare questi amici ho pregato sei mesi con/per loro: Penso che ci voglia molta delicatezza e molta pazienza. E assenza di giudizio, sempre. Comincia col portarli davanti al Signore.

  • Paolo, 8 Luglio 2009 @ 14:45 Reply

    @Antonello
    Penso che il desiderio di essere amati sia fondamentale: elemosiniamo approvazione. Una vita adulta e sana capisce che questa pienezza si raggiunge solo in Dio (e neanche tutta adesso) e che l’amore umano, ogni amore, è riflesso. No, non la vedo come tentazione ma come opportunità di capire, di leggere al di là delle emozioni. L’inganno della modernità è quello di avere esaltato l’amore scordando l’Amore.

  • Rosaria, 8 Luglio 2009 @ 15:17 Reply

    Deus Caritas Est: «Dio è Amore – ci dice san Giovanni nella sua prima lettera – chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui». Per ogni cristiano è fondamentale oltre che necessario amare ed essere amato; attraverso l’Amore in qualche modo ogni uomo e ogni donna può entrare in contatto e dialogare, comunicare con il suo Creatore….

  • Maurizio, 8 Luglio 2009 @ 16:44 Reply

    Grazie per averci fatto condividere la storia, la vita di Manuela e Claudio, perché queste sono esperienze che ci dimostrano che “ogni mondo è paese”, che tutti ad una certa distanza sembriamo “normali”, ma da vicino non lo è nessuno, ognuno ha i suoi pregi e soprattutto i suoi difetti…
    Nessuno è immune dalla tentazione, come dice il Qoêlet “niente di nuovo sotto al sole”, penso che il nostro cammino sia una costante lotta quotidiana per restare in carreggiata, per evitare di “deragliare”, altri sono già caduti prima di noi e altri cadranno ancora, la differenza penso che stia nel fatto di lasciarsi aiutare con infinita umiltà, penso che al cospetto di ogni caduta ci sia sempre da imparare qualcosa da essa, ma solo se riusciamo a condividerla con gli altri, perché attraverso gli altri apprendiamo che già loro prima di noi si sono lasciati tentare e ne sono usciti….
    Grazie ancora

  • laura, 8 Luglio 2009 @ 17:21 Reply

    X Antonello e Rosaria: quello che ho scritto è purtroppo(o per fortuna) qualcosa che ho vissuto, mi sono trovata a sentirmi veramente un nulla insignificante, autostima sottozero, e tanto bisogno di sentirmi amata…ma piano piano ho capito che come giustamente ricordava Rosaria, devo amare il mio prossimo COME me stesso, non di più o di meno, anche perchè se non sono capace di amarmi non posso essere capace di amare nel modo e nella misura giusta nemmeno gli altri!
    Quanto al bisogno di sentirsi amati e desiderati non penso sia un problema, o tentazione del diavoletto! E’ qualcosa che fa parte di noi, e dobbiamo tenerne conto, non come una cosa negativa.
    Quando si ha un rapporto sano con se stessi, e ci si rispetta, allora si può pensare di avere anche con gli altri un amore vissuto nella reciprocità e nella giusta misura. 😉

  • laura, 8 Luglio 2009 @ 17:47 Reply

    Una volta don Paolo (non Curtaz) mi ha detto: “nessun uomo ti amerà mai come Lui”, ed è vero! Tuo marito o tua moglie potranno trascurarti, tradirti, ma Lui non lo farà mai, il Suo Amore è fedele, ed è questo che mi sostiene e mi fa sentire bene, anche se la mia vita sentimentale è un disastro…posso contare sull’unico amore che potrà colmare quel vuoto che sento dentro. E allora continuo a cercarLo, a nutrirmi della Sua Parola, a pregare…la mia vita non è perfetta, ci sono lacrime in abbondanza, tristezza, dolore, silenzi che gelano il cuore, ma non dispero…e mi lascio amare…

  • lidia, 8 Luglio 2009 @ 21:50 Reply

    @laura
    uuuhhhh! Come conosco quel “stringere i denti”, quel disastro dentro e fuori di sé, e l’umiliazione … (base perfetta per accedere all’umiltà e soprattutto al non umiliare gli altri) … quel “ci sto comunque … e resto al mio posto” e poi … e poi … salvare il matrimonio agli occhi dei figli, non generare in loro la sfiducia, il non credere in un amore che nel Sacramento è davvero pieno riflesso di Dio (il frainteso san Paolo -[ non Curtaz] la sapeva lunga in proposito …).

    In tutta la mia tsunamica vita (ué càpita di essere un po’ rognati no?), quello che mi ha sempre tenuto in piedi è quel “Amatevi come Io vi ho amato” … Uffaaa! Ha detto “amatevi” e non “fatevi amare”, ha detto “come Io vi ho amati” e non “come sono stato amato” …

    @Paolo
    e sì, Paolo, quanto hai scritto ad Antonello è sacrosanta verità … ma è necessario spogliarsi di tutto ed entrare in ogni piccola piega della nostra affettività che è e deve rimanere (per ora) “umana” ma con evidente riflesso di un Amore più grande.

    Per il resto, per questi drammi di matrimoni in crisi dove non c’è nessun vincitore, ma tutti sono sconfitti, l’unica e la prima cosa da fare e lasciare che l’altro (altri) tirino fuori tutto ed in ogni momento. Roba che praticamente si viene monopolizzati nel tempo (almeno a me è successo questo per degli amici). Nessun giudizio, nessun parere, niente di niente … magari (ma dopo però) dei semplici e discreti e timidi “Perchè? Cosa ti è successo?” … Ma da quel momento in poi … ci si allaccia le cinture di sicurezza, perchè quello che viene fuori prima ribalta tutto e poi tutto riordina.

  • laura, 9 Luglio 2009 @ 11:37 Reply

    C’è una cosa secondo me importante che è passata inosservata, nel racconto di Paolo:il non riuscire a perdonarsi, il volersi punire…fino a quando?! Bisogna sapersi perdonare, che non è dimenticare di aver sbagliato, ma sperare nel perdono di Dio, e se non siamo capaci di perdonarci noi per primi, non riusciamo nemmeno a vedere la Sua misericordia, e a sperarci!
    Non è quello che ha fatto Giuda? Non è riuscito a perdonarsi per quello che aveva fatto, non ha potuto nemmeno immaginare l’infinita bontà di Gesù, e i suoi occhi non hanno visto nei Suoi tutto l’amore e il perdono di cui erano capaci…vogliamo fare come Giuda o come Pietro, che è riuscito a vedere nello sguardo di Gesù il Suo perdono? Ha pianto tanto Pietro, e nel suo pianto si è lasciato perdonare.

  • lidia, 9 Luglio 2009 @ 14:26 Reply

    @laura
    E già! E’ strano come il perdono passi proprio dalla capacità di perdonare noi stessi! Ma forse più di questo – dal punto di vista del colpevole – c’è quella brutta sensazione di essere imperdonabili.
    Credo che sia la stessa cosa che ha sperimentato Giuda. D’altra parte ha baciato Gesù, ha baciato Dio e quando baci Dio, Dio bacia te.
    Credo che sia stato in quel momento che Giuda ha capito e sentito tutto l’amore di Dio in Gesù e l’ha sentito così tanto che non ha retto.
    Tutto sommato non credo che Giuda abbia tradito più di Pietro, anzi … almeno Giuda lo faceva (credo) per una causa “politica”, Pietro invece lo ha fatto per “salvare sé stesso”.
    Il povero Giuda si è considerato imperdonabile … impossibile il perdono e per quanto aveva fatto, si sarà sentito così sbagliato, così verme che ha pensato di non aver più il diritto di vivere … forse – addirittura – per lui la vita aveva perso senso.
    E, credo sia proprio questo, il capolavoro del male che gioca sulla falsa umiltà, che riduce a giudici di sé stessi ponendo Dio dietro sé stessi.

    E invece … e invece quello che dobbiamo tutti fare è non aver paura di chiedere perdono … e per primi ed in fretta, dopo aver perdonato sé stessi … che è cosa che riguarda anche chi è stato tradito ed offeso perchè è inevitabile la rabbia, la condanna e quel velato desiderio di vendetta o quanto meno che chi ha ferito soffra almeno un po’.

    Quante cose sono così semplici eppure per noi così incomprensibili ed impossibili!

    Grazie Laura

  • laura, 9 Luglio 2009 @ 14:54 Reply

    @lidia
    😉

  • Antonello, 9 Luglio 2009 @ 17:39 Reply

    Beh…grazie a tutti/e 🙂

  • dontizio, 16 Luglio 2009 @ 10:40 Reply

    quanto è importante riconoscere che a volte nella vita è importante farsi aiutare e non cercare di risolvere le cose da soli… rischiando di autoinfliggerci delle punizioni.

    grazie Paolo per l’aiuto che mi hai dato sotto la neve!

    • Paolo, 16 Luglio 2009 @ 13:58 Reply

      Un abbraccio, ti spero sereno, scrivimi privatamente.

  • mary, 20 Luglio 2009 @ 17:26 Reply

    «Sai, ho sempre pensato di essere una brava ragazza, sono stata educata ad esserlo: la moglie perfetta, la mamma serena, l’educatrice dell’oratorio… poi un giorno mi sono svegliata e ho scoperto che c’era un’altra Manuela, trasgressiva. La Manuela pazzerella è rimasta quarant’anni in minoranza e ora si vendica. Non le hai dato ascolto, neanche un briciolo di spazio, e ora lei se lo prende tutto».
    So bene cosa deve aver provato Manu perchè in questa descrizione potrebbe starci tranquillamente il mio nome. E’ come se in mezzo a tutte queste me avesse presuntuosamente preso il sopravvento la donna che non avevo mai considerato, quella parte di me che voleva sentirsi dire di essere ancora bella. Spesso chi mi stava accanto nonostante la perfezione dimenticava di vedermi così.
    Ho capito tante cose di me, soprattutto sono diventata più conprensiva nei confronti degli altri consapevole sulla mia pelle che non esistono perfezioni ma vite, vortici di vite che ti prendono e ti ritrovi a fare esperienze che non avresti mai immaginato, ho capito che nulla è scontato se io per prima non sono scontata a me stessa, ho compreso che ogni incontro ti fa crescere nella misura in cui ti mostra una parte di te.
    Io non sono arrivata alla scelta drastica di Manu ma credo di essermi innamorata perdutamente di chi mi ha fatto sentire importante in un momento in cui avevo bisogno di protezione oltre che di proteggere. Non ho mai messo in discussione la mia fedelta all’uomo della mia vita ma se questo non è accaduto è stato per un motivo preciso ho creduto e credo fermamente che la fedeltà e l’amore coniugale perfetto esistano ma che siano in determinati periodi della vita faticosi e frutto di impegno e dedizione. Potrebbe sembrare una rinuncia a se stessi ma le cose grandi vanno a volte conquistate perchè credo che non si possano raggiungere mai proprio per ricordarti che nulla è scontato neppure l’Amore sempre nuovo come sempre nuova è la vita.

  • laura, 20 Luglio 2009 @ 22:00 Reply

    @mary
    quanto è vero quello che dici! Possiamo scegliere, anche se spesso la cosa giusta da fare è quella più difficile, quella che sul momento ci fa soffrire di più…la via stretta che solo dopo averla percorsa fino in fondo, dolore compreso, si rivela quella che dovevamo scegliere, che ci fa crescere, ci insegna.

  • giullare, 25 Marzo 2011 @ 13:05 Reply

    Quant’è complicata la nostra vita. Eppure in queste rovinose cadute, sta la nostra possibilità di rinascere; lo dico perchè lo sto sperimentando, adesso. Si può ad un certo punto vivere due vite; quella di sempre con il suo carico di passato doloroso, il suo presente anoressico, dove niente ci nutre e niente ci porta gioia. Allora in un’altra relazione si scorge il riscatto, una possibilità di felicità mai nemmeno sfiorata. Si può vivere di illusioni? Si,quando un sorriso, uno sguardo, una telefonata ti riempiono una vita, ti illuminano lo sguardo e voli leggera. Allora tutto cambia prospettiva e il centro della tua vita non sono più i figli, il marito, il lavoro, tua madre, i tuoi interessi. Ma i suoi interessi, diventano i tuoi, il suo mondo diventa il tuo e ti ci catapulti dentro. Intanto la tua realtà diventa sempre più lontana, fastidiosa, da dimenticare come se non ti fosse mai appartenuta. Ma non vuoi sentire i piccoli campanelli d’allarme che ti fanno ritrovare sempre più spesso a piangere da sola, perchè quello che vivi, molto poco alla fine, non ti appartiene, non ti da la felicità che speravi. Se poi metti che l’altro è un religioso, il quadro è completo. Non so se ero davvero innamorata; ma ero talmente prigioniera di tutto questo da non rendermi conto che stavo andando in frantumi. Ho tagliato; ora inizia una lenta rinascita, dolorosa perchè non ho chiuso solo con lui ma con tutto ciò che avevo costruito in quell’ambito: esperienze, relazioni, gruppi. Ora sono alla ricerca di senso della mia vita, soprattutto attraverso la fede, esercizi spirituali, una terapia per recuperare un lontano passato doloroso e una nuova attenzione alle piccole gioie del quotidiano. Magari un giorno, quando sarò di nuovo forte, potrò anche tornare, ma solo se sentirò che non mi gioco più la vita.

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